UN ALLARME INUTILE? CHIEDETE AL VESCOVO
(p.e.) Alla fine sarà la Chiesa a diventare magistra anche di protezione civile? Non è escluso, visto il ruolo che si è assunto il vescovo Simone Giusti a Livorno. Per evitare nuovi disastri, a una settimana dalla bufera che ha stroncato otto vite, il sindaco Filippo Nogarin l’altro ieri aveva dato il massimo rilievo alla nuova allerta meteo, con annuncio di chiusura delle scuole e distribuzione di sacchi di sabbia.
E poi gli appelli alla cittadinanza perché si evitasse di restare in case esposte a pericolo di esondazioni. Invece non è successo niente di rilevante e subito sui social si sono scatenate le accuse per l’inutile allarme. È il frutto di una cultura opposta a quella della prevenzione, che è il fondamento stesso della filosofia che ispira la protezione civile. Il vescovo ha reagito e ha lanciato un post pacato: «Meglio una notte in più a casa di amici, meglio una polemica sui giornali in più per una falsa allerta, che nuovamente giorni come questi». Un invito ai livornesi per fare un salto in avanti nella consapevolezza comune, ma anche un assist al sindaco che aveva respinto con parole dure le critiche rivolte dal vescovo all’inconcludenza della politica in occasione dei funerali di tutta la famiglia Ramacciotti. «Lui pensi alla cura delle anime», aveva ribattuto Nogarin secondo il copione logoro di chi ancora, come nell’Italia di cinquanta anni fa, nega alla Chiesa il diritto di dire la sua in campo civile, rappresentando le ragioni della collettività.
Più che delle allerta non seguite da alluvioni, i livornesi dovrebbero preoccuparsi di una inefficienza che otto giorni fa ha segnato livelli scoraggianti. Quando lo straripamento del Rio Maggiore era ormai certo si sarebbe potuti intervenire per evacuare le costruzioni più in basso. Niente fu fatto, e c’era perfino un elenco delle persone che abitano nella zona, secondo una ricostruzione puntuale fatta dal Tirreno. In ogni caso il sindaco fu avvisato circa due ore dopo che la tragedia si era già consumata. Un dato sconcertante. Nogarin lasci perdere le crociate laiciste, ammetta con il vescovo il fallo da frustrazione (comprensibile)e gli chieda una mano perché davvero, nel momento più buio, la città raccolga tutte le sue energie migliori e riparta. In contropiede. E con manovra corale. Spesso è così che si vincono le partite più ostiche.