Corriere Fiorentino

L’uscita a sorpresa

Il proprietar­io viola esce allo scoperto per la prima volta dopo la messa in vendita della società «Via gli avvoltoi. Facciamo lavorare la squadra tra tifosi e fiorentini veri che gli vogliono bene come me e mio fratello»

- di Leonardo Bardazzi e Ernesto Poesio

Della Valle parla per la prima volta dopo l’annuncio della messa in vendita della società: «Lasciamo lavorare la squadra con vicino i fiorentini veri e i tifosi che le vogliono bene come me e mio fratello»

«La Fiorentina? Togliamole gli avvoltoi di torno e lasciamola lavorare». Era da fine maggio scorso che Diego Della Valle non parlava di Fiorentina: «È arrivato il tempo di contarsi e capire se questa situazione dipende da pochi tifosi oppure no», disse a L’Economia del Corriere della Sera. «Non si sta in paradiso a dispetto dei santi», aggiunse da Benevento (dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in Economia e Management) una settimana più tardi. Erano le settimane tempestose della contestazi­one della curva e della colata a picco della squadra. Il fratello Andrea aveva appena fatto «un passo indietro» e sulla Fiorentina si erano addensate nubi plumbee. Il comunicato di giugno nel quale i Della Valle si dissero «disponibil­i a farsi da parte» pareva la fine di un’era. Un addio messo nero su bianco, il definitivo allontanam­ento da un calcio (sono sempre parole di Diego) nel quale «non ci si diverte più». Adesso però qualcosa è cambiato. La giornata a Casette d’Ete con il sindaco Nardella, a parlare di stadio ma anche di prospettiv­e future della squadra, è stato il primo segnale di schiarita. Forse Diego si è convinto che la maggioranz­a dei tifosi viola stia dalla sua parte, di sicuro a lui questa Fiorentina piace veramente. Con Pioli parla e si confronta, si informa e si immedesima. Con Corvino poi il rapporto è strettissi­mo: «Mi ha detto che andremo in pensione insieme», ha scherzato Pantaleo a fine mercato. A braccetto con il dg, è nata una baby Fiorentina intrigante, con il coltello tra i denti, guidata da un allenatore che sente la maglia viola come un punto di arrivo e non come un trampolino per lanciarsi nel grande calcio (Montella, nel rapporto con Ddv, ha pagato anche e soprattutt­o questo). I rosiconi, gli avvoltoi, lo innervosis­cono ancora, ma i toni non sono più quelli da guerra fredda: «Io della Fiorentina non dovrei parlare — ha aggiunto da Rho a margine dell’inaugurazi­one del salone mondiale delle calzature — perché in famiglia ognuno di noi fa il suo mestiere, e il presidente è mio fratello Andrea. Comunque facciamola lavorare, ne riparlerem­o tra un po’. Ma togliamogl­i gli avvoltoi di torno e facciamola lavorare con vicino i fiorentini veri e i tifosi veri che gli vogliono bene, come gliene vogliamo io e mio fratello». Per rivederlo allo stadio è ancora presto (per primo si rivedrà Andrea), ma di certo il ghiaccio si sta pian piano sciogliend­o.

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Nella foto a destra, Diego Della Valle A sinistra, Andrea Della Valle in tribuna al Franchi con il sindaco Dario Nardella

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