L’uscita a sorpresa
Il proprietario viola esce allo scoperto per la prima volta dopo la messa in vendita della società «Via gli avvoltoi. Facciamo lavorare la squadra tra tifosi e fiorentini veri che gli vogliono bene come me e mio fratello»
Della Valle parla per la prima volta dopo l’annuncio della messa in vendita della società: «Lasciamo lavorare la squadra con vicino i fiorentini veri e i tifosi che le vogliono bene come me e mio fratello»
«La Fiorentina? Togliamole gli avvoltoi di torno e lasciamola lavorare». Era da fine maggio scorso che Diego Della Valle non parlava di Fiorentina: «È arrivato il tempo di contarsi e capire se questa situazione dipende da pochi tifosi oppure no», disse a L’Economia del Corriere della Sera. «Non si sta in paradiso a dispetto dei santi», aggiunse da Benevento (dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in Economia e Management) una settimana più tardi. Erano le settimane tempestose della contestazione della curva e della colata a picco della squadra. Il fratello Andrea aveva appena fatto «un passo indietro» e sulla Fiorentina si erano addensate nubi plumbee. Il comunicato di giugno nel quale i Della Valle si dissero «disponibili a farsi da parte» pareva la fine di un’era. Un addio messo nero su bianco, il definitivo allontanamento da un calcio (sono sempre parole di Diego) nel quale «non ci si diverte più». Adesso però qualcosa è cambiato. La giornata a Casette d’Ete con il sindaco Nardella, a parlare di stadio ma anche di prospettive future della squadra, è stato il primo segnale di schiarita. Forse Diego si è convinto che la maggioranza dei tifosi viola stia dalla sua parte, di sicuro a lui questa Fiorentina piace veramente. Con Pioli parla e si confronta, si informa e si immedesima. Con Corvino poi il rapporto è strettissimo: «Mi ha detto che andremo in pensione insieme», ha scherzato Pantaleo a fine mercato. A braccetto con il dg, è nata una baby Fiorentina intrigante, con il coltello tra i denti, guidata da un allenatore che sente la maglia viola come un punto di arrivo e non come un trampolino per lanciarsi nel grande calcio (Montella, nel rapporto con Ddv, ha pagato anche e soprattutto questo). I rosiconi, gli avvoltoi, lo innervosiscono ancora, ma i toni non sono più quelli da guerra fredda: «Io della Fiorentina non dovrei parlare — ha aggiunto da Rho a margine dell’inaugurazione del salone mondiale delle calzature — perché in famiglia ognuno di noi fa il suo mestiere, e il presidente è mio fratello Andrea. Comunque facciamola lavorare, ne riparleremo tra un po’. Ma togliamogli gli avvoltoi di torno e facciamola lavorare con vicino i fiorentini veri e i tifosi veri che gli vogliono bene, come gliene vogliamo io e mio fratello». Per rivederlo allo stadio è ancora presto (per primo si rivedrà Andrea), ma di certo il ghiaccio si sta pian piano sciogliendo.