Corriere Fiorentino

Berna-Chiesa, i destini incrociati dei due Fede

Chiesa fa il fenomeno, Berna (per ora) sta a guardare: mercoledì saranno rivali

- Leo.B.

Fede & Fede, i nemici amici. Uno sul tetto del mondo dopo un gol «alla Chiesa» (inteso come Enrico) segnato al Bologna, l’altro costretto ad applaudire le meraviglie di Dybala dalla panchina.

Un bello scherzo del destino per il Federico di Carrara, che in estate ha scelto di voltare le spalle a quella che definiva «casa sua», per approdare all’eterna rivale Juventus. La Juve è la Juve però e allora mentre Dybala segna a raffica, ci si accorge che anche il vecchio Mandzukic e l’altro ex viola Cuadrado sono clienti scomodi per chi vorrebbe conquistar­e una maglia da titolare. Risultato: la miseria di 19 minuti giocati in campionato finora (in 2 presenze), di cui appena 5 nel successo di ieri a Sassuolo firmato dalla «Joya» argentina con il 10 sulle spalle. Tutto il contrario del Fede viola, titolariss­imo di Pioli e fresco di eurogol «come faceva papà», nonché di abbraccio ai tifosi della Maratona. Proprio l’addio dell’altro Federico ha incoronato il figlio d’arte come simbolo viola. Come punto di riferiment­o per iniziare un nuovo ciclo. L’apprendist­ato iniziale è costato qualche battuta a vuoto, ma ora che il mister lo vuole largo a sinistra, ecco che lui può esaltare il suo destro al fulmicoton­e.

Torino per altro gli evoca dolcissimi ricordi, visto che un anno fa (era la prima giornata del campionato scorso), dal nulla Sousa lo fece esordire in A al posto di Borja Valero infortunat­o. Un sogno subito trasformat­o in realtà: Chiesa mostrò personalit­à, spirito di sacrificio e sale in zucca, doti che lo hanno portato dritto al posto fisso in prima squadra. Per Berna invece (almeno dal curvino ospite) saranno fischi sonori, anche se giocare allo Stadium anziché al Franchi lo aiuterà: «Sta crescendo, presto arriverà anche il suo momento», dice Allegri. Che la logica del turnover lo porti a giocare titolare proprio contro la «sua» Fiorentina? Sarebbe un bello scherzo del destino, ma il calcio è fatto anche di questo e i viola faranno bene a prepararsi. Anche perché i precedenti con gli ex (da Montolivo a Salah, passando da Cuadrado e Vecino gli esempi sono moltissimi) lasciano tutt’altro che tranquilli.

Compagni per una vita nel settore giovanile (il viola però è più giovane di tre anni) e poi in prima squadra, a Chiesa e Berna farà strano sfidarsi. Negli azzurrini, quest’estate, sono diventati subito l’anima dell’Under di Di Biagio. Uno, Berna, da leader designato, l’altro Chiesa jr, da valore aggiunto spesso in grado di spaccare la partita partendo dalla panchina.

Il calcio li ha uniti, ma i due Fede restano profondame­nte diversi. Chiesa, nato a Genova ma cresciuti qui mentre babbo Enrico segnava al Franchi, posta foto con la bandiera viola in mano e giura amore eterno anche con uno stipendio da «appena» 400 mila euro (non ha neppure il procurator­e). L’altro invece è tipo più schivo, più scafato (guadagna 7 volte tanto rispetto al suo omonimo) e più affermato, al punto da essere arrivato nella squadra campione d’Italia e finalista dell’ultima Champions. Finora però le notti di gloria vissute al Franchi (che bello l’abbraccio tra i due Fede dopo la doppietta del «10» al Napoli) hanno lasciato spazio alle dure sedute delle panchine. Mercoledì potrebbe essere un nuovo inizio, vederlo sprintare fianco a fianco di Chiesa, sarà a dir poco appassiona­nte. Di certo, a correre insieme al Fede in maglia viola, ci sarà una tifoseria intera. Perché la Juve è sempre la Partita con la P maiuscola e vincerla contro chi ha preferito il bianconero, sarebbe ancora più bello.

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