Corriere Fiorentino

Dai «rosicatori» in poi, così parlò Diego (per riprendere la palla)

- di Ernesto Poesio

Chissà, potrebbe diventare un gioco adatto al prossimo numero della Settimana enigmistic­a. Uno di quelli dove si va a caccia delle sfumature, sapendo che comunque la sostanza resta la stessa. Come quando parla Diego Della Valle a cui, piaccia o meno, non si può certo non riconoscer­e coerenza.

«Dico ai rosicatori che con i tifosi abbiamo fatto grandi cose e non saranno loro a metterci contro»; «la Fiorentina? Togliamole gli avvoltoi di torno e facciamola lavorare circondata da fiorentini veri e tifosi veri». Otto anni precisi tra le due dichiarazi­oni (settembre 2009; settembre 2017), stesso significat­o. Certo i «rosicatori» sono diventati «avvoltoi», dai mammiferi roditori che scavano buche e per definizion­e lavorano nell’ombra si è passati a una specie che invece non teme di essere notata, un uccello spazzino pronto ad avventarsi sulle eventuali disgrazie, in questo caso viola. La sostanza però, come nei disegni della Settimana enigmistic­a resta la stessa. E sempre nel mondo animale Ddv è andato a pescare l’appellativ­o che secondo lui descrive meglio quella parte della città e dei tifosi che proprio non gli vanno a genio.

Siamo ancora lì, insomma, verrebbe da dire, anche se si tratta solo di apparenza. Perché niente come le parole (spesso a sorpresa) dell’azionista di maggioranz­a in questi anni hanno invece scandito e condiziona­to il calendario delle vicende viola. Non può essere letto come un caso che otto anni fa la Fiorentina stesse vivendo la stesso momento di passaggio tra la chiusura di un ciclo importante (quello di Prandelli allora e quello targato Montella-Sousa oggi) e un tentativo di ripartenza, con la parola «autofinanz­iamento» a caratteriz­zare i mesi estivi del calciomerc­ato e giocatori di talento ma ancora non affermati in campo.

Se la storia (viola) dunque insegna qualcosa, l’uscita di Della Valle dovrebbe aiutare a capire l’umore che regna a Casette d’Ete da dove Dario Nardella poco più di una settimana fa è tornato decisament­e più sollevato. «Non ho visto disinteres­se, anzi» le parole del sindaco subito dopo l’incontro con i proprietar­i viola. La stessa sensazione che arriva anche dalle poche parole di Ddv ieri alla fiera di Rho che pare voler mettere da parte le polemiche (e chi a suo modo di vedere le alimenta) per concentrar­si sulla squadra. Certo, sullo sfondo resta il comunicato dello scorso giugno con cui i Della Valle hanno messo ufficialme­nte in vendita la Fiorentina. Anche in questo caso però gli archivi possono venire in aiuto. Diceva Diego il 5 novembre 2011: «Noi più che dire che abbiamo un pezzo di cuore in questa città, non possiamo fare. Se avete qualcuno da proporci che possa fare qualcosa di importante, siamo qui. Non vogliamo stare in Paradiso a dispetto dei santi. Se c’è qualcuno di Firenze all’altezza della Fiorentina, noi siamo anche disposti a farci da parte». Non molto diverso da quanto ripetuto il 26 maggio scorso: «Non è che si può stare in Paradiso a dispetto dei santi. I fiorentini hanno diritto di dire con chi vogliono stare». Cambiano giocatori e allenatori, la sfida resta. Quella di una proprietà che probabilme­nte è ancora disposta a fare calcio a Firenze, ma non a tutti i costi. Il messaggio, lungo otto anni, è sempre lo stesso. A chi sta a cuore la Fiorentina la scelta se accettarlo oppure no.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy