Chi sale, chi scende: il borsino del calcio toscano Dai campionati professionistici a quelli dei dilettanti
Livorno
Il Livorno ha ricevuto un favore dal Pisa, che ha battuto la capolista Viterbese. Niente a che vedere con il «derby del cuore» del prossimo 2 ottobre tra vecchie glorie amaranto e nerazzurro per aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione. E’, piuttosto, una questione di classifica. Di una vetta che la squadra di Sottil potrà raggiungere, se mercoledì batterà la Lucchese nel recupero del match in programma domenica scorsa, il giorno della tragedia, e ovviamente rinviato. Anche in questo caso l’incasso sarà devoluto in beneficenza, mentre la società ha deciso di riaprire la campagna abbonamenti, proprio sino a mercoledì. Il Livorno ripartirà dal 3-0 di venerdì sera a Vercelli contro l’Alessandria davanti ai tifosi che hanno smesso per qualche ora di spalare fango per essere presenti.
Empoli
Di tempo per gioire ce n’è pochissimo, perché in Serie B gli esami non finiscono mai e già domani sera l’Empoli sarà atteso da un altro impegno che ne testerà le ambizioni di promozione: la trasferta del Tardini contro il Parma, che nella prima decade degli anni Duemila, proprio in A, era una sfida abituale. L’occasione ideale per provare a sfatare il tabù trasferta — due pari nelle uscite stagionali a Terni e Palermo — e proseguire l’imbattibilità in campionato, dando continuità al roboante successo di sabato al Castellani per 3-0 contro l’Ascoli, che ha visto ancora una volta protagonista la coppia d’oro Donnarumma-Caputo (quest’ultimo al quinto centro in tre partite), oltre all’ex Genoa Ninkovic, pure lui a segno. Il tecnico Vivarini, però, non abbassa la guardia. «Ora dobbiamo continuare così».
Carrarese
Fuga per la vittoria. Stavolta 3-0 (strapazzato l’Olbia) è il risultato finale. Una settimana fa a Viterbo la Carrarese era sotto con lo stesso punteggio dopo il primo tempo e Silvio Baldini al 90’ disse «non è servito vincere la ripresa 31, è la mia sconfitta più bella». Stavolta è scappato («per evitare d i farmi espellere», ha raccontato)... con i 3 punti. Primi 45 minuti all’asciutto. Poi si è sbloccato Claudio Coralli. Sul tiro ribattuto al neo-entrato Biasci l più lesto a ribattere in gol. Poi la doppietta del vecchio bomber sfruttando l’assist di uno ancora più vecchio di lui, Ciccio Tavano, che si è messo in proprio per il 30. Nove punti in 4 gare: dove può arrivare la Carrarese? «In B: i miei ragazzi se fanno le cose per bene possono battere qualsiasi squadra». Baldini dixit.
Porta Romana
Ha una storia particolare la prima vittoria in campionato del Porta Romana (Eccellenza, girone B): 40 in un derby, contro una delle squadre più accreditate, il Grassina. Non capita spesso infatti di vedere un portiere col pallone in mano che insegue e colpisce l’attaccante avversario. Dopo l’eurogol di Vecchi nel primo tempo è quello che è successo alle Due Strade ad inizio ripresa: Paoletti, estremo difensore ospite, in un raptus improvviso ha abbattuto Vecchi stesso regalando agli arancioneri superiorità numerica (inevitabile il rosso) e rigore del 2-0 segnato da Santini. Da lì la partita è praticamente finita, con il Porta Romana che ha vendicato la sconfitta all’esordio dilagando ed un altro fallo di reazione costato ancora un rosso al Grassina.
Ponte Rondinella M.
Comincia male la stagione del rilancio. Archiviato lo scorso campionato, di transizione dopo la fusione tra Rondinella Marzocco e Ponte a Greve e conseguente ripescaggio in Prima Categoria, sin da subito dal Torrino sono arrivati propositi importanti per questa. Rivoluzione estiva, squadra affidata a Pasquale Colicigno e stravolta dai colpi di mercato, con unico superstite il capitano Marco Fialdini. L’obiettivo unico dei due presidenti, Federico Bagattini e Marco Bosi, è la Promozione. Non bastano però i nomi e la partenza è con il piede sbagliato: sul campo dell’Incisa un 2-0 (anche un rigore neutralizzato dal portiere biancorosso Landi) che sa di avvertimento. La Rondine merita di più, ma deve meritarlo sul campo.
Tuttocuoio
Avrebbe voluto regalare una vittoria al «suo» Lorenzo, il Tuttocuoio. Che invece ieri è stato battuto 2-0 dal Fiorenzuola (serie D, girone D) in una domenica colma di tristezza, perché la prima senza più il difensore Burgalassi, morto in settimana a soli 18 anni a causa di una leucemia fulminante. La squadra è scesa in campo con lo schock nel cuore, il lutto al braccio e la scritta «Burga» (l’abbreviazione del cognome del ragazzo) stampata sulle maglie da gioco, oltre che su quelle di allenamento. I suoi oggetti sono rimasti nello spogliatoio, decisione presa dalla società con il benestare della famiglia. «E’ come se fosse ancora con noi», ha spiegato la presidente Paola Coia. Mercoledì il Tuttocuoio affronterà la Colligiana nel recupero del match di campionato non disputato all’indomani della morte di Lorenzo.
Arezzo
Difficile immaginare un avvio peggiore. Terzo ko in quattro gare, allenatore già in bilico e presidente contestato. L’Arezzo a Piacenza ha trovato gli striscioni ed i cori dei suoi tifosi contro il patron Ferretti ma zero punti: ancora una sconfitta (2-1), contro una squadra che come gli amaranto non aveva ancora vinto, e ora la posizione di mister Claudio Bellucci è pesante. Perché le ambizioni sono altre a dispetto delle difficoltà imputabili non solo al tecnico. Esordiente ed inesperto ma di certo non l’unico responsabile di una situazione delicata da quando ad inizio estate è saltata la trattativa di cessione del club e gli stipendi sono stati pagati in ritardo (in arrivo la penalizzazione). Settimana scorsa qualche scambio poco urbano sui social tra Ferretti ed i tifosi è stato solo l’antipasto, amaro.
Grosseto
Un gol per rinascere. Dopo la sconfitta casalinga all’esordio, la rifondata Us Grosseto segna il suo primo gol e vince la sua prima partita alla seconda giornata del campionato di Eccellenza in trasferta con la Larcianese.
Categoria e campo che non dovrebbero suscitare esultanze smodate nell’animo di chi fino a non molto tempo addietro (5 anni fa biancorossi in serie B) era abituato a palcoscenici e avversari ben diversi. Il Grifone non cadeva così in basso dal 1997. Le ultime vicissitudini (vecchia società a guida italo-americana addirittura sfrattata dallo stadio nella scorsa stagione) rendono piacevole anche il solo poter tornare a vedere la propria squadra, guidata ora da imprenditori locali ma soprattutto tifosi: perché se la famiglia Ceri non è garanzia di potenza economica lo è di fedeltà assoluta al Grifone. Che può tornare a volare, basso, ma sicuro.