Viola niente paura (per il colpo gobbo)
Dybala un fenomeno, c’è una sola possibilità di uscire indenni: non lasciarsi sottomettere
La partita impossibile va giocata senza paura. Coraggio, intraprendenza, persino un briciolo di presunzione, la ricetta viola. È la notte di Juventus-Fiorentina, dentro l’Allianz Stadium, fortino bianconero, roccaforte dentro cui prima Conte e poi Allegri hanno costruito i sei scudetti consecutivi che impreziosiscono la bacheca juventina.
C’è una sola possibilità di uscirne indenni ed è quella di non lasciarsi sottomettere: prima dal punto di vista psicologico, poi in campo.
A Torino la Juventus ha stracciato qualsiasi record perché gli avversari, anche quelli titolati, lo stesso Napoli rivale principale per lo scudetto, giocano frenati da una sorta di timore reverenziale. Quasi fosse impossibile sfuggire al destino. E probabilmente sarà così. La Juve ha vinto le prime 4 partite mettendo insieme 13 gol e se Higuain (che in ogni caso ha segnato in due partite) non è al massimo della condizione, può contare sulla scintillante forma di Paulo Dybala, il miglior giocatore della serie A: 52 reti in 100 partite bianconere la straordinaria media realizzativa dell’argentino, otto in questo avvio di campionato, due per partita. «Non so chi giocherà» annuncia Allegri, ragionando anche sul derby con il Toro in arrivo sabato sera (di sicuro in porta ci sarà Szczesny al posto di Buffon). Ma è difficile immaginare che possa rinunciare alla Joya.
La Juventus è forte. Non tutto però gira alla perfezione. Allegri dopo la vittoria in casa del Sassuolo si è lamentato delle cadute di attenzione del gruppo e soprattutto della fragilità difensiva, ricordando ai naviganti bianconeri «che lo scudetto negli ultimi dieci anni lo ha sempre portato a casa chi ha subito meno gol». Stavolta la regina non è la squadra più solida, anche se lo Stadium è inviolato. Domenica, in una partita sostanzialmente mai in discussione, ha mostrato i suoi punti deboli. Se attaccata, va in difficoltà. Ed è per questo, anche per questo, che la Fiorentina non dovrà essere timorosa, né barricarsi davanti a Sportiello. Sarebbe una tattica suicida. Guai consegnarsi agli avversari, che non hanno l’attacco più forte del campionato, ma viaggiano a una media di oltre tre reti a partita.
Troveremo una Juventus diversa, che segna tanto, ma rischia anche tanto. Era dal 1959 che non era così prolifica. Mentre in difesa ha già preso tre gol in campionato, altri tre al Camp Nou dal Barcellona in Champions e tre all’Olimpico dalla Lazio nella Supercoppa. Soprattutto ha subìto 34 tiri in quattro giornate, dieci in più dell’anno scorso nello stesso periodo. Dati che dovranno far riflettere Pioli.
Sarà, in ogni caso, una strada impervia quella che i viola proveranno a percorrere. Allegri, dopo la vittoria contro il Sassuolo, ha usato il bastone e non la carota, richiamando il gruppo a una maggiore attenzione. Concentrazione è la parola chiave per evitare errori marchiani, soprattutto adesso che la BBC non esiste più: Bonucci è andato al Milan, Barzagli e Chiellini ruotano con Rugani che sta crescendo più lentamente del previsto e con Benatia, che a Barcellona ha commesso errori gravi. Ma è tutta la fase di non possesso palla a non convincere l’allenatore: palle perse con leggerezza, posizionamenti sbagliati, contrasti morbidi. Max ha chiesto un cambio di passo immediato, già con la Fiorentina “perché questa è una settimana decisiva”, ha spiegato dentro e fuori dallo spogliatoio.
Alla Fiorentina servirà la partita perfetta: non deve sbagliare l’approccio come è successo a San Siro con l’Inter, gestire bene il pallone, restare concentrata sino al 95’. Poi giocare con un po’ di sana follia. Sperando nel colpo…gobbo.