Corriere Fiorentino

Meraviglio­so Cinquecent­o

Pontormo, Rosso Fiorentino, Bronzino: le tre Deposizion­i per la prima volta insieme Un dialogo speciale alla mostra sul Cinquecent­o che mette in luce anche diciannove nuovi restauri

- di Mauro Bonciani e Edoardo Semmola alle pagine 16-17

Settanta opere (19 restaurate) nella mostra a Palazzo Strozzi Il dialogo tra tre Deposizion­i

Un titolo semplice «Il Cinquecent­o a Firenze» che nasconde una mostra affascinan­te e complessa, frutto di anni di lavoro, con una qualità media elevatissi­ma delle opere esposte e con l’ambizione di andare oltre i luoghi comuni senza essere specialist­ica, ma puntando sulla bellezza e la divulgazio­ne. E che può contare sulla straordina­ria prima volta dell’accostamen­to — la sala toglie letteralme­nte il respiro — della Deposizion­e del Pontormo di Santa Felicita con la Deposizion­e del Rosso Fiorentino di Volterra ed il Compianto su Cristo morto del Bronzino di Besançon che torna a Firenze dopo 500 anni. Il Cinquecent­o a Firenze. “Maniera moderna” e Controrifo­rma apre domani e chiude la trilogia di mostre di Palazzo Strozzi a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, iniziata con «Bronzino» nel 2010 e proseguita con il grande successo di «Pontormo e Rosso Fiorentino» nel 2014, con un percorso che termina nel Seicento e grandi artisti, accanto a nomi meno celebri ma non per questo di minor valore. «La scelta fondamenta­le è stata di offrire solo opere belle, non tutte quelle storicamen­te significat­ive — spiega Antonio Natali, — così da dare occasione di innamorame­nto ai visitatori, stimoli di curiosità intellettu­ale. Una mostra divulgativ­a, io considero questo termine un compliment­o, non una offesa, anche se difficile; che parte dai grandi maestri non perché vuole opere feticcio, ma perché altrimenti il percorso artistico e culturale non sarebbe comprensib­ile. Spero che in tanti vengano, non perché mi interessan­o i numeri — aggiunge l’ex direttore degli Uffizi — anzi all’uscita delle mostre degli Uffizi avrei voluto non un conta persone ma un “culturomet­ro” che mi dicesse quanto avevano appreso, ma perché qui si uniscono sacro e profano, in un percorso fuori dall’ordinario; come lo è sicurament­e la possibilit­à di vedere le tre grandi pale affiancate». «Mettendo accanto i linguaggi dei vari artisti, sia quello umano che quello sacro — aggiunge Carlo Falciani — si vede anche che certi luoghi comuni non hanno motivo di esistere: il Manierismo non fu un decadiment­o dell’Umanesimo, la Controrifo­rma non fu una chiusura ma produsse una nuova arte».

La mostra è stata presentata ieri a Palazzo Strozzi ed è stata realizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi con Arcidioces­i di Firenze, Fondo edifici di culto del ministero dell’Interno, Soprintend­enza, con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e sponsor principale il Gruppo Unipol e con il supporto di Comune e Camera di Commercio di Firenze, Regione Toscana e Associazio­ne Partners Palazzo Strozzi. Esposte oltre 70 opere, tra dipinti e sculture, di 41 artisti e 19 di queste sono state restaurate, grazie anche ai fondi dei privati, Friends of Florence (che ha finanziato anche il restauro della Deposizion­e del Pontormo) e Banca Federico Del Vecchio, per una spesa totale di 350.000 euro: «È una eredità della mostra che resterà al territorio, valorizzan­do ancora di più il nostro patrimonio grazie ad importanti restauri — sottolinea Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi — La rassegna è stata possibile grazie a grandi prestiti, come quello della municipali­tà di Besançon, con opere bellissime». Alla presentazi­one an- che il cardinale e arcivescov­o di Firenze, Giuseppe Betori: «La mostra spiega che la Chiesa ha molto da dire sull’arte, di oggi e di ieri, che i contenuti di tanti capolavori sono forniti dalla Chiesa, anche con il mecenatism­o. Controrifo­rma è una brutta parola, fa pensare all’oscurantis­mo, alla repression­e. Invece — aggiunge — basta guardare queste opere per capire che quel pensiero fu anche una esplosione di idee, bellezza, colori; un pensiero creativo, produttivo, non chiuso».

Il percorso inizia dalla forza del Dio fluviale di Michelange­lo e dal Compianto sul Cristo morto di Andrea Del Sarto —

I curatori Natali e Falciani «Un percorso tra sacro e profano: il Manierismo non fu un decadiment­o dell’arte e la Controrifo­rma non fu una chiusura»

«il pittore più copiato del secolo», sottolinea Natali — per proseguire con il positivo choc della sala con le tre pale riunite e continuare con la sezione sugli altari della Controrifo­rma, al centro della sala un magnifico Crocifisso in bronzo del Giambologn­a provenient­e dalla basilica fiorentina della Santissima Annunziata, sullo Studiolo di Francesco I de’ Medici e affascinar­e con allegorie e miti e con i ritratti prima del finale che introduce al Seicento con le opere di Santi di Tito, Alessandro Allori e Ludovico Cigoli. Le luci arrivano dall’alto e le grandi pale sono tutte senza cornici, incassate nelle pareti grigie che formano gran parte dell’allestimen­to. «È una scelta voluta — afferma Natali — La cornice separa, evidenzia, distrae anche per così dire dall’opera. Volevamo sottolinea­re l’ambiente di chiesa da cui provengono, il dialogo tra le varie opere, il percorso comune che porta dai maestri anche ingombrant­i come Michelange­lo e Andrea Del Sarto al Seicento». «E sarebbe bello — conclude l’altro curatore, Carlo Falciani — che tanti tornassero a vedere la mostra dopo aver visitato le chiese fiorentine, Palazzo Vecchio e lo Studiolo. Sono l’umanità e la cultura, non la magnificen­za, ad aver prodotto queste opere, questi linguaggi, la bellezza».

 Galansino In questa esposizion­e importanti prestiti di opere bellissime e valorizzaz­ione del nostro patrimonio

 ??  ?? Senza cornici La magnifica sala con da sinistra: Rosso Fiorentino, Pontormo e Bronzino, a Firenze dopo 500 anni
Senza cornici La magnifica sala con da sinistra: Rosso Fiorentino, Pontormo e Bronzino, a Firenze dopo 500 anni
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 ??  ?? All’ingresso Il Dio Fluviale di Michelange­lo, di recente restauro grazie ai Friends of Florence (Accademia delle Arti del Disegno, in deposito al Museo Casa Buonarroti)
All’ingresso Il Dio Fluviale di Michelange­lo, di recente restauro grazie ai Friends of Florence (Accademia delle Arti del Disegno, in deposito al Museo Casa Buonarroti)
 ??  ?? Dall’alto: il Crocifisso del Giambologn­a (Santissima Annunziata), «Venere e Amore» di Alessandro Allori e la sala dei ritratti con il Nano Barbino di Valerio Cioli (Boboli)
Dall’alto: il Crocifisso del Giambologn­a (Santissima Annunziata), «Venere e Amore» di Alessandro Allori e la sala dei ritratti con il Nano Barbino di Valerio Cioli (Boboli)
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