Il grillino toscano che sfida Di Maio
Sfiderà Di Maio alle primarie M5S. «Se vengo eletto? Legge Fornero per tutti i parlamentari»
«In nessun’altra parte del mondo la prima forza politica di un Paese candida persone che non siano calate dall’alto. Non credo di avere molte possibilità, ma la mia candidatura è il segnale del principio democratico che noi Cinquestelle vogliamo affermare». Il valdarnese Andrea Frallicciardi prende la sfida con grande convinzione. Lui è l’unico toscano nella rosa degli otto che puntano a diventare il candidato premier grillino alle politiche del 2018. Anzi, è uno dei sette che sfideranno il vincitore (quasi) scontato, Luigi Di Maio, l’unico a godere di notorietà nazionale. Del figlinese, invece, molti ricordano quando si presentò in Consiglio comunale con un lampione in braccio per presentare una mozione a favore delle luci led. «Non siamo mica a Mediaworld» gli gridarono dai banchi del Pd. E oggi si candida per perdere? «Non è vero che tifo per Di Maio. Sennò non avrebbe senso candidarmi. La sua vittoria è quasi scontata, ma è importante che ci sia il confronto, così che il nostro premier possa alla fine fare la sintesi delle istanze dal basso».
Installatore software e hardware per un’azienda fiorentina, 39 anni, sposato, due figli, Frallicciardi tra il 2011 e il 2013 è stato consigliere comunale M5S a Figline Valdarno. Stregato da Beppe Grillo — «un visionario», dice del lider maximo — ora torna a far politica dopo quattro anni di silenzio. Il suo megafono saranno i social network, dove «risponderò a tutte le domande che mi verranno fatte». Non nega che per Di Maio sia quasi una partita senza avversari. Anzi, risponde con un mezzo sorriso quando si paragonano le «premierarie» grilline alle primarie a sindaco di Firenze, quando gli sfidanti di Nardella ebbero pochissimi giorni per farsi conoscere alla città: «Il peccato non è che ci siamo candidati noi che non ci conosce nessuno — spiega — Ma che non l’abbia voluto fare nessuno dei nostri parlamentari». «Se abbandoni i territori locali, mirando solo alle poltrone nazionali, finisce che diventi come gli altri», scriveva appena tre mesi fa su Facebook. Che il M5S stia diventando come il Pd? «No, non era solo una riflessione generale: il senso è che chi non ha capacità di ascolto dei cittadini non ha diritto di rappresentarli». Però, col Pd, ammette che ci dialogherebbe.
Frallicciardi ha in mano un foglio A4 col suo programma, «ma mi sono messo a studiarne uno per bene, non ho avuto tempo». Cinque punti: decentramento degli ospedali, certezza delle pene, defiscalizzazione delle imprese per evitarne la fuga all’estero, taglio degli sprechi e reddito di cittadinanza. Se vincesse le «premierarie» agli italiani direbbe che «da oggi avrete un interlocutore che non vi tradirà». E se diventasse presidente del Consiglio, il primo atto sarebbe applicare le legge Fornero ai parlamentari: «Via tutti i privilegi!». Ma della possibilità di sfruttare la popolarità di questa consultazione per candidarsi alla Camera dei deputati spiega di non averci pensato.
«Hanno cercato in tutti i modi di fermarmi», ricorda Frallicciardi L’aspirante premier M5S Luigi Di Maio con Beppe Grillo in uno dei suoi gesti caratteristici A sinistra, Andrea Frallicciardi, il toscano che sfiderà Di Maio alle primarie della sua esperienza da consigliere comunale. Eletto nel 2011 con 14 preferenze, rivendica tante battaglie: dal protocollo sui rifiuti zero, all’allacciamento idrico di una frazione senz’acqua, fino al salvataggio dell’ospedale Serristori. «Frallicciardi è convinto di aver fatto qualcosa di utile per l’ospedale. Ma la battaglia l’abbiamo vinta noi», dice l’ex consigliere comunale Pd, Enrico Stefanini, che col rivale grillino portò avanti una piccola guerra: «Io gli davo di assenteista e lui se la prendeva a male perché è permaloso», dice Stefanini.
Di sicuro, Frallicciardi è un ottimista. Anni fa convinse i compagni del suo complessino rock a incidere una canzone da proporre a Beppe Grillo come inno del Movimento: «Lista Cinquestelle, proposta interessante per mettere i partiti fuori dalle p…» è l’esordio. E Beppe? «Non l’ha scelto come inno, ma una volta l’abbiamo fatto sentire in piazza Marsilio Ficino a Figline. Una bella soddisfazione».
Risponderò a tutte le domande che mi saranno fatte sui social network