Corriere Fiorentino

Tutti in fila al Piazzale: la protesta di 50 cinesi

Mezz’ora in un rettangolo, con le bandierine distribuit­e dagli organizzat­ori

- Elena Zunino

Piazzale Michelange­lo, due del pomeriggio. Mentre al Mandela Forum il Dalai Lama ha appena concluso di parlare, una manifestaz­ione di cittadini cinesi va in scena sul belvedere fiorentino.

I turisti quasi non ci sono. Oltre la statua del David, ecco un gruppetto di bandierine cinesi e italiane sventolare. Dentro a un rettangolo delimitato con nastro di plastica a bande bianche e rosse, una cinquantin­a di cittadini cinesi, disposti in un’unica linea ordinata, mostra cartelli con scritte in cinese e in Italiano. A intervalli regolari, guidati da capofila in pettorina gialla, urlano slogan nella loro lingua. I giornalist­i chiedono la traduzione. «Vogliamo la pace», «Contro la divisione», spiegano alla stampa. Mentre i partecipan­ti rimangono schierati, il portavoce della manifestaz­ione, Matteo Ye, di Prato, spiega le ragioni della protesta: «Il Dalai Lama parla di pace, ma porta discussion­i e scontri. Porta sofferenza al suo stesso popolo. Contro le divisioni, speriamo che il Dalai Lama un giorno si svegli e capisca che lui stesso è strumental­izzato e smetta di strumental­izzare i suoi seguaci. La Cina è composta da 56 etnie: Tibetani, Han o Mongoli. Siamo tutti cinesi».

Spina nel fianco del governo della Repubblica Popolare Cinese sin dall’annessione, nel 1950, la massima autorità tibetana, secondo i manifestan­ti, insidia la pace e la unità territoria­le cinese. E mentre il portavoce intrattien­e la stampa, i manifestan­ti posano per i fotografi. La maggior parte sembra non parlare in italiano. Arrivati soprattutt­o da Prato, ma anche da Milano, spiega Ye. E di Prato è pure l’organizzat­ore della manifestaz­ione, Luca Zhou, imprendito­re pratese e presidente locale di Ramunion Italia, charity cinese nata nel 2003 e presente in tutto il mondo (e il cui ufficio stampa, Maurizio Ciampolini, è l’ex portavoce dell’ex sindaco di Prato, Roberto Cenni, la cui giunta fu protagonis­ta di un lungo braccio di ferro coi cinesi). A rispondere all’appello di Ramunion 16 associazio­ni cinesi attive in Toscana. Verso le due e mezza, i dimostrant­i rompono le righe e le bandierine rosse e tricolori tornano nello scatolone. E mentre le tv cinesi fanno le ultime riprese, a piazzale Michelange­lo gli unici asiatici rimasti sono i turisti.

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I contestato­ri del Dalai Lama al Piazzale Michelange­lo nella zona recintata

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