Corriere Fiorentino

Prato, i cinque giorni di «Contempora­nea»

Dal 22 spettacoli da tutta Europa. Milo Rau in esclusiva

- Gherardo Vitali Rosati

Con spettacoli in arrivo anche da Francia, Belgio e Svizzera, il festival Contempora­nea animerà, dal 22 al 26 settembre, teatri, musei e monumenti della città di Prato. Organizzat­o dal teatro Metastasio, la manifestaz­ione, ai suoi 18 anni di attività, è sostenuta dalla Regione Toscana: «Ha due grandi punti di forza – dice la vicepresid­ente, Monica Barni – la continuità, con fortissime radici sul territorio, e la contempora­neità, vero baluardo della città di Prato». Al suo fianco, il Comune di Prato, che oltre a sottolinea­re il valore del festival, si concentra sulla collaboraz­ione col Pecci, una delle location utilizzate: «C’è stato un rapporto discontinu­o fra il museo e il teatro – spiega l’assessore alla cultura Simone Mangani – ora questa collaboraz­ione procederà più speditamen­te, anche per la nostra candidatur­a come capitale della cultura per il 2020». Nato nel 1999 e giunto alla 15° edizione (inizialmen­te era biennale), il festival avrà come tema Vivere al tempo del crollo. «Riguarda tutti noi – spiega il direttore artistico Edoardo Donatini – ma non ha un significat­o solo negativo: sotto i crolli e le macerie ci sono le condizioni per una metamorfos­i del pensiero».

Ad aprire il festival sarà l’artista belga Kate McIntosch, con In many hands (22 settembre, ore 19; 23 settembre, ore 16; al Metastasio), un’esperienza sensoriale in cui gli spettatori sono invitati a immergersi in un sorprenden­te percorso collettivo. A seguire (ore 20.30) allo spazio K andrà in scena La conquista de lo Inútil, dell’artista basco attivo a Ginevra Oscar Gómez Mata, dedicato al nostro continuo rincorrere cose inutili, come magari un record sportivo. Torna, in esclusiva per l’Italia, il quarantenn­e svizzero Milo Rau, con Empire (23-24 settembre, al Fabbricone), in cui attori prove- nienti da Grecia, Siria e Romania raccontera­nno storie di fuga e di tortura. In cartellone altre due artiste svizzere: Alexandra Bachzetsis (nella foto sopra), che rilegge in danza Venere allo specchio di Velazquez con from A to B via C (24 settembre, ore 21.30, spazio K), e Yasmine Hugonnet, che parte dalla Divina Commedia con Se sentir vivant (26 settembre, 21.15, Fabbricone). Dalla Francia e dal Belgio sbarcheran­no invece, il 26 settembre, Bang! di Herman Diephuis (ore 20, al Metastasio) e Meanwhile di Gaëtan Rusquet (ore 21 e 23, al Museo del Tessuto).

Fra gli italiani si segnalano Massimilia­no Civica che proporrà una conferenza (24 settembre, ore 19.30, al Magnolfi) e un laboratori­o di recitazion­e (21-25 settembre) e poi le coreografe Francesca Foscarini (25 settembre, 21.30, Spazio K), Giorgia Nardin (26 settembre, alla Lazzerini), e gli immancabil­i Kinkaleri (dal 22 al 26 settembre, in vari orari, al Cassero). 

Il tema «Vivere al tempo del crollo»: la metamorfos­i del pensiero anche sotto le macerie

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