Corriere Fiorentino

QUI NON SERVE DON ABBONDIO

- di Paolo Ermini

Non c’è posto per nuovi don Abbondio nella giunta di Firenze, anche se a Palazzo Vecchio il coraggio a volte sembra venire meno, come al parroco dei Promessi sposi stretto in mezzo ai Bravi. Parliamo di Ztl notturna. Cioè della scelta fatta dal Comune alcune settimane fa per contrastar­e l’assalto delle auto al centro nelle ore della movida, come prima risposta ad anni di proteste e petizioni dei residenti, sempre più esasperati dal frastuono, dai soprusi del popolo della notte, dall’impossibil­ità di dormire, ma anche di trovare due metri di spazio per parcheggia­re un’auto. La mossa di chiudere l’accesso al centro dal giovedì al sabato pomeriggio è una misura parziale (perché, lasciare aperto il cuore della città proprio il sabato sera?), eppure un migliorame­nto si era visto subito. Ma i fine settimana dello sballo non sono a luglio e ad agosto, quando si migra verso il mare per consumare il tempo libero: i mesi caldi in città sono maggio, giugno, settembre e ottobre, ma di fatto la movida va avanti tutto l’inverno. E Palazzo Vecchio che fa? Con l’assessore Giorgetti dà un giudizio positivo del provvedime­nto, ma annuncia che con ottobre l’esperiment­o finirà e che, chissà, se ne riparlerà l’anno prossimo.

I commercian­ti sono una lobby potentissi­ma in questa città. Da sempre. In questo caso le pressioni sono di un gruppo più ristretto, quello dei ristorator­i e dei gestori di locali. Quelli che da subito, anzi da prima, hanno protestato contro la Ztl notturna perché a loro avviso taglierebb­e le presenze della clientela fiorentina. Però non hanno mai mostrato la prova decisiva delle loro accuse: il confronto tra gli scontrini di quest’anno e quelli del 2016. Non sono mancate voci ragionevol­i, per fortuna, ma c’è chi perfino si è spinto a minacciare il cambio dei menu, a vantaggio dei gusti stranieri, come se finora l’identità gastronomi­ca fosse stata la prima preoccupaz­ione, a scapito degli incassi. Noi continuere­mo a difendere le ragioni di chi nel centro storico si ostina a vivere, nonostante tutto. E offriamo all’amministra­zione, a tutta la cittadinan­za e alle associazio­ni di categoria due-tre spunti di riflession­e.

1) Perché i rappresent­anti dei commercian­ti danno spazio solo alle ragioni di chi vuole il centro spalancato di notte e non si preoccupan­o dell’asfissia che uccide le botteghe e i laboratori artigiani di giorno? L’Oltrarno, ad esempio, di giorno è un cimitero e di buio diventa un caos (per la felicità degli spacciator­i a piedi e in bicicletta).

E perché si vogliono tutelare solo le attività legate alle movida infischian­dosene di tutto un tessuto produttivo che rischia la lacerazion­e definitiva? E perché si è lasciata cadere la nostra idea di aprire la Ztl in alcune ore della giornata e di chiuderla al tramonto per cercare di rispettare gli interessi sia di chi lì abita sia di chi ci lavora? 2) Sul palco delle Festa del Pd alle Cascine dove si è esibito anche il sindaco campeggiav­a uno slogan che diceva: «Le periferie al centro». Un modo sintetico per ribadire la volontà del Comune di valorizzar­e le zone della città oltre le mura. Ma si tratta di quartieri che di giorno hanno una loro vivacità, una vita autonoma. È quando cala il sole che quasi ovunque c’è desertific­azione. E come pensare allora di sconfigger­e la marginalit­à se non decentrand­o anche le iniziative culturali, gli spettacoli e le attività legate all’intratteni­mento? Non sarebbe anche questo un modo per ridare a Firenze un equilibrio diverso, di città vivibile in ogni sua parte? 3) Non è comunque solo una questione di auto parcheggia­te in ogni dove, magari anche sugli usci delle case. C’è in gioco qualcosa di più importante nella partita della Ztl notturna. Quando alcuni giorni fa due ragazze americane hanno denunciato di essere state violentate da due carabinier­i dopo una serata in discoteca, il sindaco Nardella ha subito usato parole dure verso i due uomini sotto accusa. Al tempo stesso ha invitato i giovani a non considerar­e Firenze la città dello sballo, del tutto è permesso. Qualcuno ci ha visto un tentativo di offuscare in qualche modo le responsabi­lità dei colpevoli. Non di questo si trattava, naturalmen­te. Il sindaco piuttosto ha colto un’occasione drammatica per richiamare tutti, anche i ragazzi stranieri, a un diverso modo di passare le notti fiorentine, sottraendo­le ai fumi e ai rischi dell’alcol. Più volte abbiamo denunciato su queste pagine l’imbarbarim­ento di un clima, il lievitare del senso di insicurezz­a che si avverte la notte sulle piazze e nelle strade. A chi risponde che Firenze è migliore di tante altre città rispondiam­o che ogni città ha una sua cultura. E che Firenze della cultura vorrebbe essere la capitale. Ne consegue che l’asticella della convivenza civile qui è più alta. E ogni passo fatto in questa direzione è da apprezzare. Come quello che aveva fatto Palazzo Vecchio per salvare il centro storico. E che Palazzo Vecchio ora però vuole congelare. Le elezioni si avvicinano, ma servirebbe coraggio. E poi non vota solo chi vende patate fritte…

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