QUI NON SERVE DON ABBONDIO
Non c’è posto per nuovi don Abbondio nella giunta di Firenze, anche se a Palazzo Vecchio il coraggio a volte sembra venire meno, come al parroco dei Promessi sposi stretto in mezzo ai Bravi. Parliamo di Ztl notturna. Cioè della scelta fatta dal Comune alcune settimane fa per contrastare l’assalto delle auto al centro nelle ore della movida, come prima risposta ad anni di proteste e petizioni dei residenti, sempre più esasperati dal frastuono, dai soprusi del popolo della notte, dall’impossibilità di dormire, ma anche di trovare due metri di spazio per parcheggiare un’auto. La mossa di chiudere l’accesso al centro dal giovedì al sabato pomeriggio è una misura parziale (perché, lasciare aperto il cuore della città proprio il sabato sera?), eppure un miglioramento si era visto subito. Ma i fine settimana dello sballo non sono a luglio e ad agosto, quando si migra verso il mare per consumare il tempo libero: i mesi caldi in città sono maggio, giugno, settembre e ottobre, ma di fatto la movida va avanti tutto l’inverno. E Palazzo Vecchio che fa? Con l’assessore Giorgetti dà un giudizio positivo del provvedimento, ma annuncia che con ottobre l’esperimento finirà e che, chissà, se ne riparlerà l’anno prossimo.
I commercianti sono una lobby potentissima in questa città. Da sempre. In questo caso le pressioni sono di un gruppo più ristretto, quello dei ristoratori e dei gestori di locali. Quelli che da subito, anzi da prima, hanno protestato contro la Ztl notturna perché a loro avviso taglierebbe le presenze della clientela fiorentina. Però non hanno mai mostrato la prova decisiva delle loro accuse: il confronto tra gli scontrini di quest’anno e quelli del 2016. Non sono mancate voci ragionevoli, per fortuna, ma c’è chi perfino si è spinto a minacciare il cambio dei menu, a vantaggio dei gusti stranieri, come se finora l’identità gastronomica fosse stata la prima preoccupazione, a scapito degli incassi. Noi continueremo a difendere le ragioni di chi nel centro storico si ostina a vivere, nonostante tutto. E offriamo all’amministrazione, a tutta la cittadinanza e alle associazioni di categoria due-tre spunti di riflessione.
1) Perché i rappresentanti dei commercianti danno spazio solo alle ragioni di chi vuole il centro spalancato di notte e non si preoccupano dell’asfissia che uccide le botteghe e i laboratori artigiani di giorno? L’Oltrarno, ad esempio, di giorno è un cimitero e di buio diventa un caos (per la felicità degli spacciatori a piedi e in bicicletta).
E perché si vogliono tutelare solo le attività legate alle movida infischiandosene di tutto un tessuto produttivo che rischia la lacerazione definitiva? E perché si è lasciata cadere la nostra idea di aprire la Ztl in alcune ore della giornata e di chiuderla al tramonto per cercare di rispettare gli interessi sia di chi lì abita sia di chi ci lavora? 2) Sul palco delle Festa del Pd alle Cascine dove si è esibito anche il sindaco campeggiava uno slogan che diceva: «Le periferie al centro». Un modo sintetico per ribadire la volontà del Comune di valorizzare le zone della città oltre le mura. Ma si tratta di quartieri che di giorno hanno una loro vivacità, una vita autonoma. È quando cala il sole che quasi ovunque c’è desertificazione. E come pensare allora di sconfiggere la marginalità se non decentrando anche le iniziative culturali, gli spettacoli e le attività legate all’intrattenimento? Non sarebbe anche questo un modo per ridare a Firenze un equilibrio diverso, di città vivibile in ogni sua parte? 3) Non è comunque solo una questione di auto parcheggiate in ogni dove, magari anche sugli usci delle case. C’è in gioco qualcosa di più importante nella partita della Ztl notturna. Quando alcuni giorni fa due ragazze americane hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri dopo una serata in discoteca, il sindaco Nardella ha subito usato parole dure verso i due uomini sotto accusa. Al tempo stesso ha invitato i giovani a non considerare Firenze la città dello sballo, del tutto è permesso. Qualcuno ci ha visto un tentativo di offuscare in qualche modo le responsabilità dei colpevoli. Non di questo si trattava, naturalmente. Il sindaco piuttosto ha colto un’occasione drammatica per richiamare tutti, anche i ragazzi stranieri, a un diverso modo di passare le notti fiorentine, sottraendole ai fumi e ai rischi dell’alcol. Più volte abbiamo denunciato su queste pagine l’imbarbarimento di un clima, il lievitare del senso di insicurezza che si avverte la notte sulle piazze e nelle strade. A chi risponde che Firenze è migliore di tante altre città rispondiamo che ogni città ha una sua cultura. E che Firenze della cultura vorrebbe essere la capitale. Ne consegue che l’asticella della convivenza civile qui è più alta. E ogni passo fatto in questa direzione è da apprezzare. Come quello che aveva fatto Palazzo Vecchio per salvare il centro storico. E che Palazzo Vecchio ora però vuole congelare. Le elezioni si avvicinano, ma servirebbe coraggio. E poi non vota solo chi vende patate fritte…