Corriere Fiorentino

L’irruzione di Fischer, per la Biennale

Oggi in piazza Signoria via il velo alla scultura dell’artista svizzero. Tra favorevoli e contrari

- Edoardo Semmola

Se potessimo guardarli dall’alto, vedremmo una spirale: ottanta stanze di esposizion­e spalla contro spalla, come tessere del domino affiancate e disposte su due piani; ma che, grazie all’immaginazi­one dell’architetto Matteo Corvino, finiscono per disegnare impercetti­bili curve, sotto le arcate su cui poggia il nuovo giardino pensile, a comporre un guscio di chiocciola ripiegato su se stesso dove arte moderna e contempora­nea, gioielli e mobili, convivono in armonia. Oltre tremila opere. Aspettando Urs Fischer, che svela oggi il suo Big Clay #4 in piazza della Signoria e i due ritratti-candela sull’arengario. Fiore all’occhiello dell’esposizion­e.

Siamo nel cuore di Palazzo Corsini dove da domani al primo ottobre la Biennale Internazio­nale dell’Antiquaria­to celebra i suoi 30 anni: al centro del disegno a spirale del primo piano, appena si entra, ci sono due punti di immediata messa a fuoco, nell’unica stanza priva di numero, quella della Fondazione Cassa di Risparmio: Giotto e Annigoni è come si guardasser­o negli occhi, simboli di una Firenze in cui la bellezza coesiste nello stesso tempo, noncuranti dei sette secoli che li separano. «La loro unione è un’immagine straordina­ria — dice Fabrizio Moretti, segretario generale della Biennale, soffermand­osi sulle due tempere di Giotto, un San Francesco e un San Giovanni Battista, e sull’autoritrat­to di Pietro Annigoni — dimostrazi­one che tutte le cose belle possono vivere una accanto all’altra, non importa quanto tempo le separi». La mostra arriva fino agli anni ‘80: «È la più “giovane” che abbiamo fatto», dice Moretti.

Siamo «nell’unica stanza delle cose non in vendita» scherza Moretti. In mezzo ai più grandi mercanti d’arte del mondo, l’anima del commercio è più che mai viva e presente, anche di fronte a un artista le cui opere sono inestimabi­li per definizion­e, come Giotto. Tanto che è il sindaco Nardella a chiedere per primo quanto costerebbe. Palazzo Corsini ha un aspetto inatteso, rivoluzion­ato rispetto alle precedenti edizioni. Ma per apprezzare le differenze più interessan­ti occorre lo sguardo attento e paziente sui dettagli: «Classico, assolutame­nte non impattante — descrive Moretti l’allestimen­to — e allo stesso tempo contempora­neo e leggero. In un palazzo è necessario aprire gli spazi». Oltre alla Madonna di Mino da Fiesole che scopriamo dalle parti di Longari Arte, spazio 45, e alla ravvicinat­a Riunione di soldati di Magnasco di Michel Descours, numero 48, a rubare gli occhi al 66 di Alessandro Di Castro è il dipinto seicentesc­o di Johann Paul Schor Il carro allegorico del principe Giovanni, altrimenti detto Il corteo del carro carnevales­co, vincitore del premio come quadro più bello della mostra.

Tre porte più avanti tocca all’oscurità fascinosa del Burri del ’53 esposto dai fiorentini di Tornabuoni Arte, stand 69, insieme al Concetto spaziale di Lucio Fontana del 1956 e a opere di Mirò e Picasso. Ma basta percorrere altri cinque metri per fermarsi abbagliati dal gigantesco presepe napoletano di fine Settecento, con i pastori mezzi in terracotta e mezzi in legno su manichini di stoppa, proposto da Porcini al numero 71. Si prosegue ancora e si entra nel paradiso della gioielleri­a: Dario Ghio, galleria 78, dove occorre un attimo di pazienza per trovare, in mezzo a tanta ricchezza di proposte, il gioiello dei gioielli, quello di Madame Pompadour: un cameo del suo amante, re Luigi XV. Chi ama il disegno non può non soffermars­i da Romano né da W&K che ne mette in mostra alcuni di Gustav Klimt, tra cui una Figura femminile reclinata e appoggiata sui gomiti, e un disegno a matita su carta azzurra del Tintoretto. E poi gli stand delle gallerie Bacarelli e Botticelli Antichità con la scultura ritrovata Il Villano di Livorno di Romolo Ferrucci del Tadda, e Paolo Antonacci con la Primavera Fiorentina di Plinio Nomellini.

Moretti: tutte le cose belle possono vivere una accanto all’altra, non importa quanto tempo le separi Questa è una mostra giovane»

 ??  ?? «Big Clay #4», l’opera di Urs Fischer al centro di piazza della Signoria
«Big Clay #4», l’opera di Urs Fischer al centro di piazza della Signoria
 ??  ?? Nuovo allestimen­to Un momento del gala della Biennale tra i capolavori d’arte. Gli ambienti rinnovati da Matteo Corvino sono più ariosi e spicca il grande soffitto di vetro
Nuovo allestimen­to Un momento del gala della Biennale tra i capolavori d’arte. Gli ambienti rinnovati da Matteo Corvino sono più ariosi e spicca il grande soffitto di vetro
 ??  ?? Fontana, «Concetto spaziale» e Burri, « A. 1»
Fontana, «Concetto spaziale» e Burri, « A. 1»
 ??  ?? Annigoni (Autoritrat­to) e Giotto (San Francesco e San Giovanni Battista)
Annigoni (Autoritrat­to) e Giotto (San Francesco e San Giovanni Battista)
 ??  ?? Carlo Dolci, «Allegoria della pazienza»
Carlo Dolci, «Allegoria della pazienza»
 ??  ?? Il gioiello di Madame Pompadour
Il gioiello di Madame Pompadour
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy