Corriere Fiorentino

Gli amici di Ciatti, ucciso in Spagna: «Pronti a lavorare gratis per non far chiudere il suo banco»

Omicidio di Lloret de Mar, una staffetta per aiutare la famiglia Ciatti: «Lavoreremo gratis»

- di Antonio Passanese

«Al banco di Nicco e Mariella ci pensiamo noi». È questa la proposta che gli amici del ventiduenn­e ucciso a Lloret de Mar hanno fatto a babbo Luigi nei giorni scorsi, dopo aver saputo che la famiglia Ciatti ha deciso di vendere il banco di frutta e verdura al mercato di San Lorenzo per pagare le spese legali e per i viaggi in Spagna che nel futuro bisognerà affrontare per seguire il processo.

«Il nostro è un gruppo molto numeroso e se ci fosse la possibilit­à vorremmo dare una mano ai parenti di Nicco — dice Filippo Verniani, suo inseparabi­le amico — Ci si è stretto il cuore nel sapere che dopo sessant’anni quell’attività potrebbe chiudere. Una notizia, questa, che ci ha colpito molto e ci ha anche toccato. Quindi, una sera ci siamo incontrati e abbiamo cercato una soluzione per scongiurar­e la vendita. Forse ingenuamen­te, forse senza pensarci, ma ancora scossi dalla morte di Niccolò, abbiamo deciso tutti insieme, se ce ne daranno la possibilit­à, di occuparci a turno del banco. Sappiamo che non sarà semplice, e che non sarà neanche una passeggiat­a, ma lo dobbiamo a Luigi, Cinzia, Sara e Mariella».

Era stata proprio quest’ultima, martedì scorso (e dopo averne parlato con Luigi), ad arrivare alla determinaz­ione di lasciare il mercato: «Stare lì mi uccide perché il pensiero torna sempre a Nicco. Lui si occupava di ogni cosa, e io tra un paio di anni avrei lasciato tutto nelle sue mani. Il ricavato servirà perché Nicco abbia giustizia», aveva detto al Corriere Fiorentino zia Mariella. Ma questa decisione, negli ultimi giorni, ha scatenato una gara di solidariet­à tra chi amava e conosceva il ventiduenn­e di Scandicci. I primi a farsi avanti sono stati proprio i suoi amici, quasi tutti studenti universita­ri, che si sono detti ben disposti a rinunciare al proprio tempo libero e a impegnarsi in un mestiere che non è il loro pur di scongiurar­e la vendita della licenza. «Siamo circa trenta ragazzi, e a turno, un paio di volte a settimana, potremmo coprire i turni. Ma dovrebbe essere presente anche zia Mariella perché la maggior parte di noi non sa neanche come ci si comporta dietro un banco — continua Filippo — Naturalmen­te non sarà una cosa che andrà avanti in eterno, ma per un anno o due siamo disponibil­i a sacrificar­ci».

Il gruppo di Nicco già si sta dando da fare per capire se ci siano degli strumenti legislativ­i che permettano di non essere assunti («Altrimenti non sarebbe convenient­e per la famiglia Ciatti») e di poter svolgere l’attività ugualmente: «Siamo disposti a lavorare gratis e a dare tutto a Luigi per gli avvocati». Quando Filippo Verniani ha parlato a babbo Luigi del suo progetto, l’uomo è stato sopraffatt­o dall’emozione: «È una cosa bellissima, inaspettat­a, e che ci dimostra quanto Niccolò fosse amato dai suoi amici. Ma quello è un mestiere difficile, per il quale serve sacrificio e abnegazion­e. Ad essere sinceri anche io sto riflettend­o se lasciare o meno la mia attuale occupazion­e per tornare dietro quel banco, come quando avevo 20 anni. Nicco tante volte mi aveva detto “babbo quando la zia va in pensione vieni te...”. Non escludo che in futuro possa accadere».

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La pagina del «Corriere Fiorentino» del 19 settembre
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Niccolò Ciatti, ucciso la scorsa estate a Lloret de Mar da un gruppo di ceceni all’uscita di una discoteca Sopra il banco al mercato di San Lorenzo dove Niccolò lavorava con la sua famiglia

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