Gli amici di Ciatti, ucciso in Spagna: «Pronti a lavorare gratis per non far chiudere il suo banco»
Omicidio di Lloret de Mar, una staffetta per aiutare la famiglia Ciatti: «Lavoreremo gratis»
«Al banco di Nicco e Mariella ci pensiamo noi». È questa la proposta che gli amici del ventiduenne ucciso a Lloret de Mar hanno fatto a babbo Luigi nei giorni scorsi, dopo aver saputo che la famiglia Ciatti ha deciso di vendere il banco di frutta e verdura al mercato di San Lorenzo per pagare le spese legali e per i viaggi in Spagna che nel futuro bisognerà affrontare per seguire il processo.
«Il nostro è un gruppo molto numeroso e se ci fosse la possibilità vorremmo dare una mano ai parenti di Nicco — dice Filippo Verniani, suo inseparabile amico — Ci si è stretto il cuore nel sapere che dopo sessant’anni quell’attività potrebbe chiudere. Una notizia, questa, che ci ha colpito molto e ci ha anche toccato. Quindi, una sera ci siamo incontrati e abbiamo cercato una soluzione per scongiurare la vendita. Forse ingenuamente, forse senza pensarci, ma ancora scossi dalla morte di Niccolò, abbiamo deciso tutti insieme, se ce ne daranno la possibilità, di occuparci a turno del banco. Sappiamo che non sarà semplice, e che non sarà neanche una passeggiata, ma lo dobbiamo a Luigi, Cinzia, Sara e Mariella».
Era stata proprio quest’ultima, martedì scorso (e dopo averne parlato con Luigi), ad arrivare alla determinazione di lasciare il mercato: «Stare lì mi uccide perché il pensiero torna sempre a Nicco. Lui si occupava di ogni cosa, e io tra un paio di anni avrei lasciato tutto nelle sue mani. Il ricavato servirà perché Nicco abbia giustizia», aveva detto al Corriere Fiorentino zia Mariella. Ma questa decisione, negli ultimi giorni, ha scatenato una gara di solidarietà tra chi amava e conosceva il ventiduenne di Scandicci. I primi a farsi avanti sono stati proprio i suoi amici, quasi tutti studenti universitari, che si sono detti ben disposti a rinunciare al proprio tempo libero e a impegnarsi in un mestiere che non è il loro pur di scongiurare la vendita della licenza. «Siamo circa trenta ragazzi, e a turno, un paio di volte a settimana, potremmo coprire i turni. Ma dovrebbe essere presente anche zia Mariella perché la maggior parte di noi non sa neanche come ci si comporta dietro un banco — continua Filippo — Naturalmente non sarà una cosa che andrà avanti in eterno, ma per un anno o due siamo disponibili a sacrificarci».
Il gruppo di Nicco già si sta dando da fare per capire se ci siano degli strumenti legislativi che permettano di non essere assunti («Altrimenti non sarebbe conveniente per la famiglia Ciatti») e di poter svolgere l’attività ugualmente: «Siamo disposti a lavorare gratis e a dare tutto a Luigi per gli avvocati». Quando Filippo Verniani ha parlato a babbo Luigi del suo progetto, l’uomo è stato sopraffatto dall’emozione: «È una cosa bellissima, inaspettata, e che ci dimostra quanto Niccolò fosse amato dai suoi amici. Ma quello è un mestiere difficile, per il quale serve sacrificio e abnegazione. Ad essere sinceri anche io sto riflettendo se lasciare o meno la mia attuale occupazione per tornare dietro quel banco, come quando avevo 20 anni. Nicco tante volte mi aveva detto “babbo quando la zia va in pensione vieni te...”. Non escludo che in futuro possa accadere».