Corriere Fiorentino

Nicolina, uccisa prima di tornare a Viareggio

Gli ex compagni di classe della 15enne e le passeggiat­e con lei al molo. Il padre: denunce inascoltat­e

- Manuela D’Angelo Gabriele Noli

Il racconto di un’amica Aveva paura, veniva da me col cuore in gola: quell’uomo diceva che avrebbe ucciso lei e sua madre e una volta le aveva puntato un coltello alla pancia

VIAREGGIO Il molo di Viareggio, la passeggiat­a tra gli stabilimen­ti balneari e la schiacciat­a buona, come non la sanno fare da nessuna altra parte, forse saranno stati gli ultimi ricordi estivi di Nicolina Pacini, 15 anni, morta per la gelosia dell’ex compagno della madre. Viareggio, dove era nata e vissuta fino a 10 anni, era nei suoi pensieri di ragazzina, ora che invece stava a Ischitella, un paesello sulle montagne del Gargano, in provincia di Foggia, sotto la custodia dei nonni materni.

«Nicolina si era inserita benissimo, con noi sorrideva e scherzava di continuo», dice una delle compagne di classe ai tempi delle elementari, quando Nicolina frequentav­a la scuola primaria «Egisto Malfatti» nel quartiere Varignano di Viareggio. «Era riuscita a crearsi un suo spazio e una sua identità all’interno di una bellissima classe», ricorda ancora la compagna. Nicolina amava Viareggio e il suo mare. Una città nella quale avrebbe voluto tornare un giorno, come diceva ai suoi nuovi amici di Ischitella. Stava andando a scuola, mercoledì mattina, quando Antonio Di Paola, un uomo che conosceva bene, perché aveva vissuto con la madre fino a poco tempo prima, le ha sparato a pochi metri dalla fermata dell’autobus, con un colpo di pistola in pieno viso. Ieri mattina Nicolina, che tutti chiamavano la principess­a, è morta nel reparto di terapia intensiva della Rianimazio­ne degli Ospedali Riuniti di Foggia. È morto anche Di Paola, suicida: il suo cadavere è stato ritrovato nelle campagne vicino al paese.

Di Paola era stato lasciato dalla madre della ragazza, Donatella Rago, 37 anni, che aveva deciso di rifarsi una vita a Viareggio, per recuperare la custodia dei figli, lasciati a Ischitella. È l’inizio di un dramma dove tutte le sensazioni, i dolori, i gridi d’allarme vengono affidati a Facebook. Donatella era arrivata a Viareggio il 27 agosto scorso. Lo scrive felice sulla sua pagina. Pochi giorni prima aveva confidato al pubblico virtuale di aver concluso la relazione con Di Paola e di essere tornata single. Appena arrivata a Viareggio, Donatella è però costretta a recarsi dai carabinier­i per sporgere denuncia contro quell’uomo per minacce telefonich­e. Una denuncia molto generale, dicono al comando provincial­e: la donna non ha raccontato nessun fatto specifico. L’ex marito della donna, il padre di Nicolina, Ezio Pacini, ha invece raccontato a La Nazione che Di Paola «ogni giorno le telefonava, le mandava sms, la intimidiva. Minacciava noi e i nostri figli che non c’entrano nulla». E ancora: «Ci siamo rivolti spesso ai carabinier­i di Viareggio e di Ischitella. Abbiamo fatto vedere i messaggi e ascoltare gli audio. Ma nessuno ha fatto nulla. E hanno permesso a quella bestia di fare del male alla nostra bambina. Se l’è presa con un’innocente sparandole in faccia». Pacini vive a Viareggio, dove si occupa di gestire i bagni pubblici dei giardini di piazza D’Azeglio: «Rimarrà chiuso per grossissim­i problemi di famiglia», c’è scritto oggi davanti a quei bagni, e tra parentesi: «Spero per qualche giorno». Da anni l’uomo gestisce quella struttura. Gliela affidò il Comune assecondan­do per quanto possibile la sua richiesta di un impiego.

Mentre la madre era a Viareggio e presentava denuncia contro Di Paola, Nicolina era a casa dei nonni a Ischitella e aveva paura. A rivelarlo è un’altra sua giovane amica: «Veniva a casa mia col cuore in gola; aveva paura dell’ex compagno della madre, che era spesso ubriaco. Una volta le puntò un coltello alla pancia. Diceva che le avrebbe uccise entrambe». L’amica di Nicolina rivela anche altro: «Mi raccontò che la madre a Viareggio stava cercando di allontanar­e l’ex compagno; per questo scriveva su Facebook di avere un nuovo amore, ma io oggi penso che non fosse vero e che questo abbia fatto ingelosire ancora di più quell’uomo che ha pensato di vendicarsi». Secondo gli inquirenti Di Paola mercoledì mattina ha avvicinato Nicolina per chiederle notizie della madre, magari proprio l’indirizzo di casa a Viareggio. Al rifiuto della ragazzina, l’uomo ha sparato colpendola al viso, «con folle lucidità», scrive la Procura di Foggia. La donna viene a sapere dell’aggression­e alla figlia mentre è a Viareggio e fa esplodere la sua rabbia su Facebook: «Muori schifoso», scrive. «È mia figlia, è la mia bambina», scrive quando le dicono che è morta in ospedale. Poi, quando ha la notizia del suicidio di Di Paola, scrive: «Spero sia vero».

Nicolina si poteva salvare? Rispondend­o a chi ha accusato i servizi sociali di non aver fatto abbastanza, il presidente del Tribunale per i Minori di Bari, Riccardo Greco ha riferito che «l’apparato di tutela esiste e funziona, ma ai territori arrivano risorse sempre più magre e questo incide sulla qualità della risposta sociale. Non è il caso di Ischitella».

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 ??  ?? Nicolina Pacini in un’immagine pubblicata da lei stessa su Facebook e accompagna­ta da una citazione della canzone «Sei di mattina» del cantante Briga: «E quel sorriso messo come scudo». Sopra, la madre Donatella Rago e l’ex compagno Antonio Di Paola
Nicolina Pacini in un’immagine pubblicata da lei stessa su Facebook e accompagna­ta da una citazione della canzone «Sei di mattina» del cantante Briga: «E quel sorriso messo come scudo». Sopra, la madre Donatella Rago e l’ex compagno Antonio Di Paola
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