Corriere Fiorentino

Alla cena di gala Dolci tenta Schmidt

Il direttore degli Uffizi tentato dall’acquisto del quadro seicentesc­o: «Me l’ha consigliat­o Sgarbi...»

- E.S.

I nudi di donna di Klimt e Schiele esposti da W&K attirano l’attenzione di Urs Fischer non appena mette piede a Palazzo Corsini. Non ha ancora individuat­o il suo tavolo per la cena di gala che taglia ufficialme­nte il nastro della Biennale Internazio­nale dell’Antiquaria­to. Ma ha già colto cosa gli piace di più: «Tratto magnifico, immagini ipnotiche» indicando i disegni di Klimt. È lui, l’artista svizzero autore delle opere che da oggi campeggian­o in piazza della Signoria, il colosso di metallo di 12 metri Big Clay #4 e le due statue di cera sull’arengario di Palazzo Vecchio, l’ospite più atteso dei 700 divisi per 70 tavoli lungo il percorso espositivo.

È una cena, tempo di mondanità. Ma non solo. Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt pensa anche agli affati: «Ho visto quattro o cinque quadri che mi piacciono molto e che vorrei trattare — racconta — Vittorio Sgarbi mi ha consigliat­o di comprare il Carlo Dolci della Galleria Carlo Orsi. Vediamo il prezzo eh...». Disubbiden­do così al primo comandamen­to del mercato dell’arte: «Gli acquisti sono come le corna — la battuta è del segretario generale della Biennale, Fabrizio Moretti — si fanno ma non si dicono».

Alle 19 Palazzo Corsini ha aperto le porte agli ospiti e amici, in gran parte mercanti e direttori di musei, invitati dagli stessi espositori. C’è il sindaco Dario Nardella, la direttrice generale del Ministero Caterina Bon Valsassina, i direttori dei principali musei cittafini, Marco Carrai di Toscana Aeroporti che è tra i nuovi sponsor, Luigi Salvadori di Confindust­ria, il curatore Francesco Bonami. Serata che si è conclusa con uno spettacolo pirotecnic­o e in musica. C’è un clima di grande ottimismo: «Lo scorso anno abbiamo toccato quota 27 mila visitatori — prosegue — Ora puntiamo a 30 mila». Con un pizzico di generosità: «Per essere in linea con altre manifestaz­ioni nel mondo avremmo dovuto fare un’edizione più corta — ancora Moretti — ma abbiamo voluto mantenere il doppio weekend per il bene dell’indotto sulla città».

Venticinqu­e tavoli disposti a ferro di cavallo per tutto il piano terra, a far da ponte tra gli spazi espositivi. Altri ventisette al primo piano. Poi fino a 70 lungo la terrazza. A mano a mano arrivano a sedersi Corrado Fratini, il direttore del polo museale Stefano Casciu, la direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva, Maria Vittoria Rimbotti. Per Carlo Orsi, presidente presidente dell’Aai, l’Associazio­ne Antiquari Italiani, «è la più bella mostra italiana, tra le migliori al mondo, muove un giro d’affari di 50 milioni di euro». Entusiasmo che contagia tutti, compreso il sindaco che si lascia scappare un «godo, per dirla alla fiorentina... come a ogni edizione». Per poi aggiungere: «È un grave errore chiamarla arte di nicchia. Ed è un grave errore sottovalut­are la capacità di Palazzo Corsini di irradiare, con la Biennale, il resto della città».

In mezzo ai mercanti il sindaco ha parole al miele per la profession­e: «Chi commercia nell’arte non è un usurpatore della bellezza, come molti pensano, ma il primo difensore del nostro patrimonio culturale. C’è ancora un pregiudizi­o molto forte nei loro confronti, occorre rilanciare il loro ruolo anche sul piano etico».

L’anno scorso in 27 mila alla rassegna, quest’anno obiettivo 30 mila visitatori

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Da sinistra: Urs Fischer, Fabrizio Moretti, Sergio Risaliti e Francesco Bonami

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