Pusher col distintivo Poliziotto fiorentino arrestato a Grosseto
Poliziotto in servizio, spacciatore nel tempo libero senza alcuno scrupolo, quando è stato necessario, a sfoggiare il potere che gli conferiva il distintivo. Spaccio e cessione di stupefacenti, detenzione abusiva di armi, commercio di farmaci anabolizzanti attraverso canali diversi dalle farmacie, ricettazione, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio. Una sfilza di accuse piovute sulla testa di Stefano Giglio, fiorentino di 46 anni, agente in servizio alle volanti della Questura di Grosseto, arrestato ieri mattina dal nucleo investigativo dei carabinieri e dalla squadra mobile della Questura stessa. L’uomo, ora ai domiciliari, ha messo in piedi negli ultimi anni un giro di spaccio tra droga e anabolizzanti, insieme a un’altra serie di reati tra cui l’aver incolpato un innocente di violenze. Ma non è la prima volta che è protagonista in negativo nei fatti di cronaca. Assistente capo della polizia di Stato: era questo il ruolo attuale del 46enne, arrivato in Maremma nel 2013, dopo essere stato reintegrato nelle forze armate, da cui era stato cacciato nel 2000 dopo l’arresto avvenuto a Firenze nell’operazione «Brancaleone», che portò a ben 42 misure cautelari per un’associazione dedita al traffico di droga con legami con la ‘ndrangheta. Giglio, al tempo già poliziotto, era considerato un «discreto» spacciatore di cocaina (come lo definirono gli inquirenti), legato agli ambienti delle discoteche e del calcio storico, in cui aveva anche giocato e in cui si concentrò maggiormente l’indagine. Scontata la pena è arrivato a Grosseto quattro anni fa e per diverso tempo non ha fatto parlare di sé. Ma nel 2016 è ripresa la sua attività parallela e criminale, in cui l’uomo riceveva da diversi soggetti — anche extracomunitari — stupefacenti di vario tipo e in alcuni casi degli anabolizzanti, che poi rivendeva per far suo. Non solo. Nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Grosseto e svolte dal nucleo investigativo dei carabinieri, sono emerse anche altre situazioni incresciose: detenzione illecita di munizioni, rivelazione indebita a terzi di notizie coperte da segreto e infine, in una circostanza, il 46enne ha prodotto documenti falsi incolpando un cittadino extracomunitario di violenze e resistenza a pubblico ufficiale, pur sapendo che non aveva alcuna colpa.
L’agente era stato già cacciato nel 2000 dalle forze armate per traffico di droga