Crociera e fuga
L’assalto di dodicimila turisti che scendono dalle navi Nessuno si ferma: «Venezia dov’è?»
«Scusi per Venezia da che parte?» L’inglese è maccheronico, ma il turista francese che scambia il cronista per un tour operator è disperato: non sa dove andare. «Guardi, alla sua sinistra può visitare il quartiere Venezia, che è simile alla città veneta per i suoi canali». L’uomo, marsigliese sulla cinquantina, sembra non capire, poi abbozza un sorriso e gira i tacchi spaesato.
È il venerdì dei crocieristi: a Livorno nella sola giornata di ieri sono sbarcati circa 12 mila passeggeri e 4 mila appartenenti agli equipaggi per un totale di 6 navi ormeggiate fino al tramonto, 9 partenze per Corsica e Sardegna, 25 shuttle dal porto al centro e 140 autobus verso il resto della Toscana. Numeri che dovrebbero far gioire la città perlomeno per le entrate legate all’indotto del turismo. Non è così perché ieri come tante altre volte pochi turisti (per non dire nessuno) si fermano a Livorno.
Alcuni non toccano nemmeno la terra ferma: vengono caricati sui pullman e portati direttamente a Firenze, Pisa o Lucca. Il ritrovo è in piazza del Municipio dove arrivano gli shuttle della «Porto 2000» che scaricano i crocieristi. A quel punto i diversi tour operator indirizzano i passeggeri verso i pullman o la stazione ferroviaria dove ogni mezz’ora partono i treni per Pisa. Unico obbligo: tornare alla base entro le 18, perché la nave riparte alle 19.
Le mete più ambite sono Pisa o Lucca. Firenze piacerebbe a molti ma con così poco tempo non si può fare e poi l’unico tour della giornata ormai è sold out. «La Toscana è un posto bellissimo, ci torniamo spesso — racconta Diana Wilson accompagnata dal marito, entrambi di Bristol — è stato il primo viaggio all’estero che abbiamo fatto». Lo sapete che qui una settimana fa c’è stato un alluvione che ha provocato 8 morti? «No, ma tanto a Livorno non ci fermiamo». Nel frattempo, l’ennesimo shuttle scarica una cinquantina di passeggeri in mezzo alla piazza. Nemmeno il tempo delle presentazioni con una donna californiana di Folsom («la città del concerto di Johnny Cash, lo scriva») che arriva il pullman per Pisa: «Ci rivedremo presto» ci dice. Difficile.
Non solo stranieri, in piazza del Municipio arrivano anche molti italiani. Ecco un gruppetto di ragazzi di Bergamo. Dove andate? «Lucca, il tour per Firenze era al completo». E a Livorno non vi fermate, almeno voi? «No, per l’alluvione credevo non ci avrebbero nemmeno fatto attraccare» risponde Veronica, l’unica ragazza del gruppo.
A Livorno non si ferma proprio nessuno e i pochi che decidono di passare qui qualche ora si avviano verso via Grande, la strada dei negozi. Eppure, oltre al porto e al cacciucco, la città potrebbe offrire molto ai turisti: il lungo mare, Montenero con il suo santuario, il quartiere Venezia. Non se ne parla.
«I turisti non rimangono a Livorno perché dicono loro che qui non c’è niente e che siamo brutti e cattivi — spiega il sindaco Filippo Nogarin (M5S) — e sto parlando di chi vende i pacchetti sulle navi. Così ho iniziato ad interloquire direttamente con gli attori che fanno shipping e presto riusciremo a vendere anche il “pacchetto Livorno”: ma a bordo della nave e non quando i crocieristi sono già sbarcati perché a quel punto sanno già dove andare».
Altro shuttle, altra corsa. Quattro turiste anglosassoni sulla settantina non sanno a chi chiedere informazioni e così si avvicinano al cartello informativo al centro della piazza: a sinistra il Quartiere Venezia e la Fortezza Vecchia, a destra Montenero, ma anche Londra (la distanza di 1.179 km è ovviamente scritta piccolissima), New York, Lucca, Firenze e Pisa. La più arguta delle quattro, o semplicemente quella che ci vede meglio, ha un’illuminazione: «Pisa! Di qua» indica alle compagne. Le quattro, tutte contente, si incamminano a piedi. Auguri.
Il sindaco Nogarin Chi vende pacchetti sulle navi dice che qui non c’è nulla. Ma presto faremo un “pacchetto Livorno”