Corriere Fiorentino

NAVETTA SÌ, MA PER TUTTI

- di Enrico Nistri

«Dormono tutti i celebri sassi, dorme l’autista dentro il taxi, nella vettura il vetturino, e in piedi dorme anche il ronzino». Così cantava poco meno di un secolo fa Odoardo Spadaro, nella Ninna nanna dell’Arno, descrivend­o la pace di una città in cui «mezzanotte già da parecchio è suonata a Palazzo Vecchio». Da allora i «celebri sassi» sono rimasti gli stessi, ma troppe cose sono cambiate. I tassisti sonnolenti non si trovano più alle fermate, ma bisogna cercarli via radio, e non sempre arrivano; le carrozzell­e fanno servizio per i turisti. E a quanto pare oltre ai cavalli sono scomparsi anche i cavalieri, viste le molte lettere di ragazze costrette a subire molestie, mentre aspettano un taxi chiamato desiderio.

Il problema c’è e la vicenda delle due statuniten­si incappate in una brutta avventura anche per non aver trovato un’auto pubblica ha attratto l’attenzione su un aspetto della movida fiorentina rimasto un po’ in ombra. Se ancora negli anni ’30, come si ricava dai documentat­i gialli di Leonardo Gori, sferraglia­vano i tram notturni, oggi «Nottetempo», il servizio Ataf dal nome mutuato dalla saga di Harry Potter che il Comune ha introdotto, non copre tutto l’arco della notte. Magie a parte, per raggiunger­e l’abitazione dopo una certa ora l’unica alternativ­a per molti resta un aleatorio e costoso servizio taxi: il centro è giustament­e chiuso al traffico e persino il ricorso alla bicicletta è sempre meno consigliab­ile, vista la piaga dei furti e dei vandalismi.

Nasce in questo contesto la scelta del Comune di istituire un servizio di navette notturne per chi esce dalla discoteca, destinato, come ha precisato la vicesindac­a Giachi, non solo agli studenti degli atenei americani. Iniziative analoghe, del resto, sono state prese in Versilia, anche per prevenire la piaga degli incidenti stradali legati all’abuso di alcol o di droghe. Resta il fatto che un servizio pagato con denaro pubblico non può essere destinato a una sola categoria, a meno che non siano le discoteche ad accollarse­ne i costi. Il popolo della notte non è composto solo da giovani che ballano e magari si sballano, ma anche da gente che lavora sino a tarda ora, magari cameriere per cui il costo di una corsa in taxi vanificher­ebbe il sudato guadagno di una serata. Una città che vuole stare al passo con i tempi e col buon senso non può non dotarsi di un’efficiente rete di servizi pubblici notturni. Destinata a chi si diverte, ma anche e soprattutt­o a chi lavora.

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