Corriere Fiorentino

«Bisogna condivider­e sia il bene che il male, pensando ai nostri eroi»

- di Simone Innocenti

I carabinier­i vivono il loro momento più difficile, scossi da inchieste e accuse. «Quando si smarrisce qualche valore si deve ricorrere alla memoria dei nostri eroi» dice il comandante della Toscana, Emanuele Saltalamac­chia. «I meriti vanno divisi, come le responsabi­lità».

È oggettivam­ente uno dei momenti più difficili per l’Arma dei carabinier­i. In queste settimane — infatti — i giornali hanno raccontato una serie di inchieste che riguardano diversi militari in alcune province della Regione: ad Aulla, dove la procura di Massa indaga su una serie di presunti abusi d’ufficio e su una serie di presunti di pestaggi; a Firenze, dove la Procura sta facendo le indagini su una presunta violenza sessuale ai danni di due americane; a Grosseto, dove ieri è stato arrestato un carabinier­e per aver violato un divieto di avviciname­nto nei confronti di una bambina che lo aveva accusato di violenza sessuale. Mai come in queste settimane, quindi, i carabinier­i vivono momenti difficili.

Il generale di brigata Emanuele Saltalamac­chia, comandante della Legione Toscana, segue con attenzione tutte le vicende e formula un ragionamen­to sulle inchieste, «per le quali abbiamo sempre dato la massima disponibil­ità alla magistratu­ra».

Dice, quindi, il generale Saltalamac­chia che «in un momento come questo, in cui la società stessa ha difficoltà di lasciare dei grandi esempi ai nostri giovani, i giovani stessi devono trarre da alcuni episodi della nostra storia l’essenza della vita. Per imparare a scegliere ciò che è giusto rispetto a quello che è sbagliato». A chi si riferisce? «Penso ai carabinier­i martiri di Fiesole, celebrati mercoledì scorso : durante la guerra di liberazion­e italiana, il 12 agosto 1944 questi tre militari si consegnaro­no volontaria­mente alle truppe tedesche per salvare dieci ostaggi e subito dopo furono fucilati dai nazisti. Un esempio che è bene ricordare. Ma non penso soltanto a loro».

A chi altri, dunque, pensa quando parla di esempi da seguire?

«Penso anche alla figura di Salvo D’Acquisto, il vicebrigad­iere insignito di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria per essersi sacrificat­o il 23 settembre 1943 per salvare un gruppo di civili durante un rastrellam­ento delle truppe tedesche nel corso della Seconda guerra mondiale».

Figure che sembrano lontane nel tempo ma che non lo sono, dunque.

«Ritengo che quando si verifica lo smarriment­o di qualche valore si debba ricorrere alla memoria dei nostri eroi». Che cosa c’è da imparare? «Quando quei carabinier­i si sono immolati per aiutare i più deboli, tutta l’Arma ha imparato qualcosa. Dobbiamo — di conseguenz­a — pensare che se il bene arriva, questo è un bene che va diviso tra tutti. Ma ovviamente anche accettare il fatto che quando qualcuno si comporta in maniera sbagliata la responsabi­lità debba essere divisa tra tutti quanti».

In questo momento ci sono inchieste penali tuttora in corso che profilano accuse molto pesanti nei confronti di appartenen­ti all’Arma dei carabinier­i.

«Non entro nel merito delle indagini ma esprimo massima fiducia nella magistratu­ra. Faccio dunque un ragionamen­to che va al di là di accertare gli errori ed è per questo che dico come questi grandi eroi devono essere una guida, in qualche modo devono infondere la forza di raggiunger­e il nostro proposito, per porre maggiore attenzione al fine di percorrere il cammino a testa alta. A testa alta, proprio come loro la mantennero in quei momenti difficili e in quegli anni difficili. Il loro ricordo deve infondere maggiore consapevol­ezza del nostro ruolo».

Lei crede che l’Arma dei carabinier­i riuscirà a superare questo momento di difficoltà?

«L’Arma dei carabinier­i è un’istituzion­e che ha 200 anni. La sua storia parla molto bene della sua natura».

Tra i fatti di cronaca che hanno recentemen­te riguardato l’Arma ritiene che possa esserci anche l’inchiesta Consip?

«Non ho mai commentato niente di relativo a questa vicenda nella consideraz­ione che non ho ricevuto alcuna comunicazi­one da parte di qualsiasi autorità giudiziari­a. Se dovessi far riferiment­o a quanto asseriscon­o i media da oltre dieci mesi sulla mia persona,

Il caso Consip Sono sereno perché non ho fatto nulla, ma amareggiat­o per l’ombra che questa vicenda può aver gettato sull’istituzion­e

devo dire che a livello soggettivo vivo il tutto con animo sereno, sapendo di non aver fatto niente di male».

E quindi?

«E quindi è ovvio che una vicenda come questa che colpisce un appartenen­te dell’Arma pone sotto un cono d’ombra tutta l’istituzion­e e di questo me ne dolgo: l’amarezza infatti non è per il singolo, ossia per me stesso, ma per tutti quei carabinier­i che in silenzio — 24 ore su 24 — compiono il loro dovere su strade insicure. E solo per questo sono eroi sconosciut­i».

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 ??  ?? Comandante Il generale di brigata Emanuele Saltalamac­chia è a capo della Legione Toscana dell’Arma dei carabinier­i dal novembre del 2014
Comandante Il generale di brigata Emanuele Saltalamac­chia è a capo della Legione Toscana dell’Arma dei carabinier­i dal novembre del 2014

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