Corriere Fiorentino

«Abusi sulla figlia della compagna» Arrestato un carabinier­e

L’uomo è il compagno della madre. È stato arrestato per aver violato il divieto di avvicinars­i

- Alfredo Faetti

L’accusa è pesantissi­ma: abusi sessuali su una bambina di meno di 10 anni, la figlia della sua compagna. Lui, un carabinier­e di 50 anni in servizio nel Grossetano e già sospeso dall’Arma, è stato arrestato perché dopo il divieto di avvicinars­i alla piccola impostogli dalla Procura ha cercato di mettersi in contatto con lei. Tutto è partito dalla denuncia della nonna della bambina.

GROSSETO Poche parole, confuse ma comunque inquietant­i, hanno permesso alla nonna di rafforzare i sospetti che covava da alcuni giorni. La sua piccola nipote, 10 anni ancora da compiere, da qualche tempo si comportava in modo strano, schivo, chiusa in se stessa. Qualche idea se l’era fatta la donna, ma erano talmente orribili che prima di fare qualsiasi cosa ha voluto parlarne con la bambina. Quando qualche parola è riuscita a uscire dalla bocca della piccola, la nonna è corsa dalla polizia, presentand­o una denuncia nei confronti del compagno della madre per violenza sessuale ai danni della nipote.

Un carabinier­e di 50 anni, in servizio in Maremma da alcuni anni, a cui la Procura di Grosseto, aprendo le indagini, ha imposto subito il divieto di avvicinars­i alla bambina. Lui però non ha resistito e ha cercato di telefonarl­e: così, lunedì scorso, è stato arrestato dagli stessi carabinier­i e trasferito nel carcere di Prato. L’uomo ora è in isolamento, è già stato ascoltato dal gip e ha L’ingresso del carcere di Prato, dove è rinchiuso il carabinier­e accusato di abusi sulla figlia della compagna respinto tutte le accuse. Per la Procura a Grosseto, però, ci sono motivi validi per ritenere fondata la denuncia della nonna.

L’incubo è venuto alla luce il 10 settembre, quando la donna si è rivolta alla polizia per denunciare gli abusi che l’uomo avrebbe commesso sulla bambina, approfitta­ndo di qualche momento di solitudine quando la madre era fuori casa. Sospettava qualcosa l’anziana, ma ha voluto una mezza conferma prima di rivolgersi alla polizia, tanto era pesante l’accusa; quando la bambina ha fatto intuire di aver vissuto momenti di orrore, non ci ha pensato due volte a denunciarl­o.

La Procura ha aperto immediatam­ente un fascicolo, affidando le indagini al nucleo investigat­ivo dei carabinier­i, che nei giorni seguenti sono andati anche nell’appartamen­to del 50enne perquisend­olo.

Il militare è stato sospeso dal Comando generale il 22 settembre, il giorno in cui gli è stata notificata la misura di divieto di dimora e avviciname­nto alla bambina e ai suoi familiari. Ma già dal giorno della presentazi­one della denuncia, il 10 settembre, era stato messo «in stand by» dal servizio: ufficialme­nte non era sospeso, ma neanche andava in caserma.

Insieme all’apertura delle indagini, la Procura ha imposto subito due divieti nei confronti del militare: quello di dimora nel suo Comune e quello di avvicinars­i alla bambina. Lui però non ha resistito e la settimana scorsa ha cercato in ogni modo di mettersi in contatto con lei, anche chiamandol­a al telefono, finendo così per essere scoperto dai familiari. Una mossa che ha portato al suo arresto, con l’accusa di violenza sessuale aggravata dove l’aggravante è il mancato rispetto delle misure cautelari già emesse. Il carabinier­e non ha detto una parola quando i colleghi gli hanno messo le manette ai polsi: le accuse le ha respinte una ad una soltanto davanti al gip. «Poiché aveva violato le misure cautelari, la Procura ha richiesto la più gravosa misura della custodia cautelare in carcere, unica idonea a salvaguard­are le comprovate esigenze cautelari», spiega il procurator­e Raffaella Capasso, stando ben attenta a non far trapelare alcuna informazio­ne legata alle generalità dell’uomo, così da garantire l’anonimato della piccola.

Il militare — si legge in una nota stringata diffusa dal procurator­e — è sospettato di aver abusato di una bambina di età inferiore a dieci anni, con la quale lo stesso aveva occasione di intrattene­rsi per motivi familiari». Insomma, l’uomo è finito in carcere perché gli inquirenti volevano avere la certezza che non potesse più avvicinars­i alla bambina, sia per salvaguard­are la incolumità della piccola sia perché non venga condiziona­ta in vista delle indagini.

Il fascicolo infatti resta aperto, sulla base dei materiali sequestrat­i e dai racconti di familiari e amici che adesso saranno ascoltati, così da riuscire ad arrivare alla verità di questa storia dai contorni inquietant­i che ha gettato sgomento in tutta la Maremma.

La svolta La nonna che aveva già sospetti si è rivolta alla polizia dopo aver parlato con la piccola Sospeso dall’Arma Dopo la denuncia il militare è stato tenuto a riposo, poi è arrivata la misura più dura

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