«Abusi sulla figlia della compagna» Arrestato un carabiniere
L’uomo è il compagno della madre. È stato arrestato per aver violato il divieto di avvicinarsi
L’accusa è pesantissima: abusi sessuali su una bambina di meno di 10 anni, la figlia della sua compagna. Lui, un carabiniere di 50 anni in servizio nel Grossetano e già sospeso dall’Arma, è stato arrestato perché dopo il divieto di avvicinarsi alla piccola impostogli dalla Procura ha cercato di mettersi in contatto con lei. Tutto è partito dalla denuncia della nonna della bambina.
GROSSETO Poche parole, confuse ma comunque inquietanti, hanno permesso alla nonna di rafforzare i sospetti che covava da alcuni giorni. La sua piccola nipote, 10 anni ancora da compiere, da qualche tempo si comportava in modo strano, schivo, chiusa in se stessa. Qualche idea se l’era fatta la donna, ma erano talmente orribili che prima di fare qualsiasi cosa ha voluto parlarne con la bambina. Quando qualche parola è riuscita a uscire dalla bocca della piccola, la nonna è corsa dalla polizia, presentando una denuncia nei confronti del compagno della madre per violenza sessuale ai danni della nipote.
Un carabiniere di 50 anni, in servizio in Maremma da alcuni anni, a cui la Procura di Grosseto, aprendo le indagini, ha imposto subito il divieto di avvicinarsi alla bambina. Lui però non ha resistito e ha cercato di telefonarle: così, lunedì scorso, è stato arrestato dagli stessi carabinieri e trasferito nel carcere di Prato. L’uomo ora è in isolamento, è già stato ascoltato dal gip e ha L’ingresso del carcere di Prato, dove è rinchiuso il carabiniere accusato di abusi sulla figlia della compagna respinto tutte le accuse. Per la Procura a Grosseto, però, ci sono motivi validi per ritenere fondata la denuncia della nonna.
L’incubo è venuto alla luce il 10 settembre, quando la donna si è rivolta alla polizia per denunciare gli abusi che l’uomo avrebbe commesso sulla bambina, approfittando di qualche momento di solitudine quando la madre era fuori casa. Sospettava qualcosa l’anziana, ma ha voluto una mezza conferma prima di rivolgersi alla polizia, tanto era pesante l’accusa; quando la bambina ha fatto intuire di aver vissuto momenti di orrore, non ci ha pensato due volte a denunciarlo.
La Procura ha aperto immediatamente un fascicolo, affidando le indagini al nucleo investigativo dei carabinieri, che nei giorni seguenti sono andati anche nell’appartamento del 50enne perquisendolo.
Il militare è stato sospeso dal Comando generale il 22 settembre, il giorno in cui gli è stata notificata la misura di divieto di dimora e avvicinamento alla bambina e ai suoi familiari. Ma già dal giorno della presentazione della denuncia, il 10 settembre, era stato messo «in stand by» dal servizio: ufficialmente non era sospeso, ma neanche andava in caserma.
Insieme all’apertura delle indagini, la Procura ha imposto subito due divieti nei confronti del militare: quello di dimora nel suo Comune e quello di avvicinarsi alla bambina. Lui però non ha resistito e la settimana scorsa ha cercato in ogni modo di mettersi in contatto con lei, anche chiamandola al telefono, finendo così per essere scoperto dai familiari. Una mossa che ha portato al suo arresto, con l’accusa di violenza sessuale aggravata dove l’aggravante è il mancato rispetto delle misure cautelari già emesse. Il carabiniere non ha detto una parola quando i colleghi gli hanno messo le manette ai polsi: le accuse le ha respinte una ad una soltanto davanti al gip. «Poiché aveva violato le misure cautelari, la Procura ha richiesto la più gravosa misura della custodia cautelare in carcere, unica idonea a salvaguardare le comprovate esigenze cautelari», spiega il procuratore Raffaella Capasso, stando ben attenta a non far trapelare alcuna informazione legata alle generalità dell’uomo, così da garantire l’anonimato della piccola.
Il militare — si legge in una nota stringata diffusa dal procuratore — è sospettato di aver abusato di una bambina di età inferiore a dieci anni, con la quale lo stesso aveva occasione di intrattenersi per motivi familiari». Insomma, l’uomo è finito in carcere perché gli inquirenti volevano avere la certezza che non potesse più avvicinarsi alla bambina, sia per salvaguardare la incolumità della piccola sia perché non venga condizionata in vista delle indagini.
Il fascicolo infatti resta aperto, sulla base dei materiali sequestrati e dai racconti di familiari e amici che adesso saranno ascoltati, così da riuscire ad arrivare alla verità di questa storia dai contorni inquietanti che ha gettato sgomento in tutta la Maremma.
La svolta La nonna che aveva già sospetti si è rivolta alla polizia dopo aver parlato con la piccola Sospeso dall’Arma Dopo la denuncia il militare è stato tenuto a riposo, poi è arrivata la misura più dura