Appello per la Via Crucis
I frati di San Salvatore: «Incuria degrado, legni spezzati. Aiutateci a salvare la salita al Piazzale»
Dopo i vandalismi Rispettate i segni della cristianità, Palazzo Vecchio potrebbe mettere una telecamera
Da Palazzo Vecchio ripetono che sì, per il restauro della scalinata del Monte alle Croci c’è un privato che intende muoversi con l’Art bonus e con un’operazione di foundraising (costo stimato dei lavori: 550 mila euro), ma intanto niente è cambiato rispetto a qualche mese fa. E poi vallo a spiegare ai turisti che per ridare dignità a uno dei suoi angoli più suggestivi Firenze aspetta l’aiuto di non si sa chi e non si sa quando… Ma se la scalinata se la passa male — il suo selciato sconnesso spesso provoca rovinose cadute a terra, e poi: cartacce, bottiglie e resti di banchetti sparsi ovunque, erbacce che spuntano tra una pietra e l’altra, venditori abusivi appostati con i loro tappetini — perla storica Via Crucis, dove ogni anno si svolge la processione del Venerdì Santo, va anche peggio. La croce della prima stazione è distrutta, sparita; alla croce della quarta hanno stroncato i bracci ed è ridotta a un palo conficcato nella pietra. Le altre sono malmesse e seminascoste dalla vegetazione che accompagna l’ascesa. Alcune stanno dietro il reticolato di una colonia felina. E poi c’è l’usura della pietra degli scalini e quella delle placche su alcune delle quali qualcuno ha perfino vergato una bestemmia con lo spray nero. Qualche settimana fa, su queste scalinate ormai preda quotidiana di centinaia di turisti, è stato addirittura avvistato un finto centurione, rumeno e non romano, che chiedeva un obolo ai turisti in cambio di una foto. Per fortuna se n’è andato rapidamente, il degrado della Via Crucis, invece è sempre lì.
E così, lassù, in cima al Monte, nel convento di San Salvatore, i tredici francescani minori che lo abitano hanno deciso di rompere gli indugi. E di lanciare un appello, sperando che qualche benefattore risponda: «La Via Crucis che accompagna i turisti fino al Piazzale — dicono — non ha solo un valore spirituale, ma anche storico per la presenza di questo monastero in cui ha vissuto, tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, San Leonardo di Porto Maurizio, colui che ha diffuso nel popolo cristiano la pia pratica della via dolorosa. Per questo ci appelliamo a tutti i fiorentini e non di buon cuore, alle associazioni del territorio e alle scuole di restauro affinché ci aiutino nel restauro delle croci e dei basamenti. Sarebbe un’opera bellissima e meritoria che, speriamo, qualcuno accolga prima che il degrado e l’incuria fagocitino definitivamente la Via Crucis».
I francescani di San Salvatore, dopo l’ennesimo episodio di vandalismo ai danni di una delle quindici croci della scalinata, invitano tutti «a rispettare i segni della cristianità, allo stesso modo di come si rispettano un monumento o una statua. Non vogliamo accusare nessuno ma non si può più assistere impotenti ad atti che nulla hanno a che fare con la civiltà e l’educazione. Se lungo il percorso che da San Niccolò conduce verso il piazzale Michelangelo il Comune riuscisse a inserire anche una telecamera di sicurezza probabilmente rappresenterebbe un ottimo deterrente».
Intanto, qualche «vecchio» residente del quartiere si è organizzato per cercare di tenere pulita la scalinata e per vigilare sulla Via Crucis: «Ci proviamo, ma è una battaglia dura da vincere…».