Renzi e Berlusconi a Firenze «Fate l’asse dei responsabili»
A ottobre in Palazzo Vecchio la festa del «Foglio» coi due leader. «Ma non si incontreranno»
Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Nel programma i due nomi sono uno di seguito all’altro e già questo fa un certo effetto. Eppoi a invitarli a Firenze, il 21 ottobre, è Il Foglio, il quotidiano che da mesi sostiene la necessità di un accordo tra Forza Italia e il Pd dopo le elezioni della prossima primavera per far fronte all’altro possibile asse, quello tra Lega Nord e Movimento Cinque Stelle. (Tra le ultime riflessioni foglianti in questo senso: a inizio settembre Giuliano Ferrara, fondatore del giornale, ha scritto che «le sbandate dell’accozzaglia referendaria dicono che non esiste alternativa a un incontro Renzi-Cav»). E siccome i simboli sono importanti, soprattutto in politica, si può aggiungere che Renzi e Berlusconi parleranno nel Salone dei Cinquecento, fatto costruire a fine ‘400 da Girolamo Savonarola per ospitare il Maggior Consiglio, l’organo di governo della Firenze repubblicana (e poi ampliato dal Vasari). Insomma, l’evento che Il Foglio ha organizzato a Palazzo Vecchio per il weekend del 21 e 22 ottobre, intitolato «Le Giornate dell’Ottimismo», sarà una prova tecnica di larghe intese? «Macché, ma se l’unica cosa certa è che Renzi e Berlusconi non si incontreranno neanche...», risponde il direttore Claudio Cerasa. È vero che il programma di sabato 21 ottobre prevede due «dialoghi» distinti, uno con il leader del Pd e l’altro con quello di Forza Italia, ma non è che i due finiranno per incrociarsi nel Salone dei Cinquecento? O forse Renzi si siederà in platea ad ascoltare il Cavaliere, oppure viceversa? Sarebbe in ogni caso il primo visà-vis dopo l’incontro che sancì il patto del Nazareno, Anno Domini (Pre-Referendum) 2014, 18 gennaio. «Sarei contento di poterlo confermare, ma non andrà così. E la nostra festa non sarà la giornata delle larghe intese — dice Cerasa — semmai quella del buonsenso bipartisan». Anche i renziani reputano assai difficile un incontro a margine dell’evento fiorentino tra il segretario del Pd e Berlusconi. I due non si sentono da mesi, raccontano i beninformati, e non è che la reciproca simpatia a livello umano colmi le distanze: ieri, per dire, era l’ottantunesimo compleanno del Cavaliere, ma Renzi si è ben guardato dal fargli gli auguri anche privatamente.
E allora cosa saranno «Le Giornate dell’Ottimismo» ospitate in Palazzo Vecchio? Una festa anti-grillina e anti-leghista? Un happening contro gli estremismi di tutti i colori? «La nostra ambizione è costruire un’agenda per i prossimi mesi e anche anni che sia condivisa da forze politiche anche distanti ma che su alcune cose dovranno collaborare», spiega il direttore del Foglio. Sembrano suggerimenti per la Leopolda renziana, in programma un mese dopo l’evento dei foglianti... «Ma no — dice Cerasa — Noi abbiamo scelto Firenze non perché qui è nato il renzismo ma perché è un’eccellenza italiana che riesce a guardare al futuro, una città che sta combinando in modo formidabile il passato e il presente».
La due giorni sarà aperta da un saluto del sindaco Dario Nardella. Poi l’incontro «Come sta il mondo» con Giuliano Ferrara, Paola Peduzzi e Daniele Raineri, seguito dal dibattito «Declinismo no grazie. Contro la repubblica degli incompetenti», un titolo che riassume il senso di tutta l’iniziativa organizzata dal Foglio.
«A questo incontro parteciperà Ilaria Capua, che per noi è un simbolo della resistenza alla incompetenza giudiziaria», spiega Cerasa ricordando il caso della ricercatrice accusata di traffico illecito di virus dell’influenza aviaria e di procurata epidemia, poi prosciolta da ogni accusa. E se il primo giorno della festa sarà chiuso da Renzi e Berlusconi, il secondo (22 ottobre, orari da definire) vedrà arrivare in Palazzo Vecchio due nomi di cui da tempo si parla come possibili premier: il ministro dell’Interno Marco Minniti (Pd) e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (Forza Italia). Anche in questo caso, due dialoghi ben distinti ma forse non così politicamente distanti.