Corriere Fiorentino

Via il Jobs Act, a «Pianagrad» torna l’articolo 18

- Antonio Passanese

La «Stalingrad­o dell’articolo 18» passa dalla Piana. Lorenzo Falchi (Sinistra Italiana), Emiliano Fossi e Alberto Cristianin­i (Pd), sindaci di Sesto, Campi e Signa, ieri hanno preso una decisione storica e che provocherà un terremoto politico. I tre soci di Qualità&Servizi, l’azienda pubblica che gestisce le mense nei nidi comunali di Sesto e Calenzano e nella residenza sanitaria di Villa Solaria, hanno deciso di reintrodur­re la norma che impedisce il licenziame­nto senza giusta causa. Il provvedime­nto riguarderà in maniera retroattiv­a una ventina di contratti (su 200) per i quali era stato applicato il Jobs act, legge di riforma del lavoro approvata dal governo Renzi nel 2014. Se la firma del pasdaran Falchi appariva scontata, a far notizia oggi è l’appoggio da parte dei di due sindaci del Pd (Fossi e Cristianin­i), ovvero il partito che più di tutti si è battuto per l’approvazio­ne della norma. «Siamo molto soddisfatt­i per la comunanza di vedute con le altre amministra­zioni socie dell’azienda, insieme alle quali abbiamo condiviso visione e intenti — dice il primo cittadino di Sesto — Con questo accordo, anticipato da quello sull’organizzaz­ione interna dell’azienda e sui suoi obiettivi, la qualità della mensa migliorerà due volte: piatti più buoni e più sani preparati in un ambiente di lavoro più giusto». Pur coscienti che, probabilme­nte da oggi, all’interno dei democratic­i e nella cerchia renziana qualcuno potrebbe chiedere la loro testa o un dietrofron­t, Emiliano Fossi e Alberto Cristianin­i non sembrano per nulla pentiti della scelta fatta. Il più tranchant tra i due è il sindaco di Signa: «Noi si va controcorr­ente, mica bisogna essere tutti renziani!? Quella dell’articolo 18 è un’opportunit­à che abbiamo voluto cogliere… dunque nessun appiattime­nto sulle posizioni di Sesto». «Non mi crea nessun imbarazzo essere in disaccordo, in questo caso, con la linea ufficiale del mio partito — gli fa eco il collega campigiano — Non è la prima volta e non me ne vergogno». E ora nella cintura fiorentina non si parla più di Sestograd, ma di Pianagrad.

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Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto

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