Corriere Fiorentino

DALLA DIVISA AL BORSALINO (L’UOMO DELLA NOTTE)

- di Manuela Kalivaci

La sua giornata inizia alle tre del pomeriggio e termina alle prime luci dell’alba. Perciò lo chiamano l’uomo della notte. Sin dal Dopoguerra, quando nelle vesti di poliziotto carica gli ufficiali americani sulla jeep per portarli in Versilia a far baldoria. L’uomo della notte comincia presto, a tirar tardi. E visto che la sua abitudine mal si coniuga alla divisa che indossa, un giorno se ne libera e decide di aprire un night a Firenze. Lo chiama Moulin Rouge perché di ballerine è pieno. Ma anche le star della canzone si contendono palco e riflettori del suo locale. Corrono gli anni Sessanta e con Sergio Bernardini e Igino Cortesi vige un patto di non belligeran­za che trasforma la concorrenz­a in amicizia: a ciascuno va una porzione di Toscana. L’uomo della notte regala divertimen­to fra i cedri e i platani delle Cascine, ma poi lo consegna pure a domicilio, a bordo di un pulmino preso a nolo, fin su nei paesi del Mugello, dove gli uomini fanno a gara per prenotare l’amor profano dalla sua lussuosa scuderia. Il campionari­o della bellezza è vasto e per lo più è di sapor sudamerica­no perché dice che l’amore deve sempre andare a braccetto con l’allegria. Poi però i tempi cambiano e adeguarsi è d’obbligo. L’uomo della notte subito si rinnova, perché è intraprend­ente, giovane, lo è anche a novant’anni per la verità, e così anziché appendere il cappello al chiodo adotta un Borsalino per farne insegna del suo nuovo risto-night. vitevissut­e @corrierefi­orentino.it

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