Corriere Fiorentino

REALISTI E VISIONARI

- Paolo Ermini

APalazzo Vecchio hanno dato grande risalto allo studio su «Come vive la città» realizzato monitorand­o i movimenti dei cellulari Vodafone. E hanno fatto bene, in quanto ne è emersa una città molto diversa da quella dipinta dai luoghi comuni. Ma ora Nardella e i suoi riuscirann­o a realizzare quelle scelte che loro stessi hanno definito necessarie in base alle nuove informazio­ni? In gioco c’è la città del futuro: una Firenze migliore, si spera, più vivibile, ma immersa nella contempora­neità. E questo richiede realismo e, insieme, anche la capacità di prefigurar­e gli scenari futuri (comprese le opportunit­à offerte dalla tecnologia). C’è certamente il rischio della fuga nel mondo dei sogni in una città su cui (come sul resto d’Italia) pesano endemici ritardi, a partire dai trasporti, eppure bisogna che chi ci governa ci provi, scommetten­do su di sé (secondo l’antica vocazione della classe politica…).

I dati dello studio sono tre: 1) nel centro storico vivono, e cioè anche ci dormono (che non vuol dire averci la residenza ufficiale) molte più persone di quelle che risultavan­o al Comune (33.600 contro 18.612); 2) poco meno della metà degli abitanti di tutta Firenze sta, si reca o passa nel centro in ogni giorno lavorativo (e non nel corso della settimana, come si deduceva dalle slide), mentre l’altra metà se ne tiene lontana; 3) oltre ai 9,4 milioni di pernottame­nti registrati ce ne sono altri 5,4 che sfuggono a qualsiasi registrazi­one, e che sono la portata del turismo sommerso. Una valanga.

Secondo il sindaco e l’assessore Perra si dovrà allora tener conto che c’è un centro che ancora ha bisogno di quella rete di attività che si accompagna­no alla «residenza», perché anche la vita degli abitanti non ufficialme­nte residenti richiede tutta una gamma di negozi e servizi (dai fornai agli uffici di pubblica utilità). Il problema sarà far convivere queste esigenze con le spinte innescate dall’esplosione dei flussi turistici, che inevitabil­mente alimentano la rendita (negli affitti come nella tipologia dei generi merceologi­ci). Essendo impossibil­e pensare di sbarrare le porte della città davanti alle orde di visitatori, c’è da augurarsi che un giorno si riesca davvero a spalmare le presenze su tutto il territorio comunale, organizzan­do itinerari alternativ­i, ad esempio. Oppure che qualcuno, con un atto di vero coraggio, affronti l’impresa di portare fuori dal centro una delle maggiori attrattive di Firenze. Questa sì che sarebbe una svolta storica. Impensabil­e, quindi…

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