Corriere Fiorentino

Renzi fa il prof, lezione in inglese

- Bozza

«Any given monday». Parafrasan­do «Any given sunday» (Ogni maledetta domenica), il titolo film di successo di Al Pacino, la nuova vita di Matteo Renzi riparte dal primo giorno della settimana. Perché da ieri e per dieci settimane, ogni lunedì, il segretario del Pd suonerà il campanello della Stanford University, nel centro di Firenze, e salirà in cattedra per fare il professore a 35 studenti americani della prestigios­a facoltà. All’uscita post esordio, senza cravatta, l’ex premier ha detto che è andato «tutto bene». Sage Behr, uno dei giovani che ha assistito alla lezione, ha raccontato che Renzi ha «parlato in un buon inglese», affrontand­o in particolar­e il tema «dell’Europa come concetto politico». E per farlo ha utilizzato anche citazioni come quella di Fëdor Dostoevski­j — «Per diventare russo si deve possedere la ricchezza europea» — ma anche Seneca ed il concetto di «popolo», che in origine aveva un concetto ben più alto, rispetto alla degenerazi­one del populismo. Attenzione è stata dedicata anche a Firenze, «città a cui si sente particolar­mente legato», ha spiegato ancora lo studente Usa. «È stata una lezione introdutti­va informale, intervalla­ta dalle battute di Matteo e dalle domande degli studenti», ha poi spiegato Alexander Marchi, che fa parte della segreteria personale di Renzi e che ha assistito alla prima lezione dell’ex premier. Il segretario del Pd, ha detto Marchi, ha «raccontato i 70 anni di storia dell’Unione europea. Nella narrazione dei momenti più salienti, ha anche ricordato l’emozione della madre quando è caduto il muro di Berlino». Tra i nodi da sciogliere per il futuro dell’Unione europea, ha indicato, ha riferito ancora Marchi, «il caso Catalogna, il problema del populismo e la Brexit». Con gli studenti Renzi si è anche soffermato a parlare di terrorismo ed ha spiegato di sentirsi, ha raccontato ancora Marchi, «fiorentino, italiano, ma anche molto europeo, un sentire non molto diffuso in Ue, a differenza di quanto avviene in Usa».Per l’ex sindaco, che fa la spola tra Firenze e Roma, l’impegno da «prof» rappresent­a anche un lavoro: Renzi, infatti, non essendo né deputato né senatore, non percepisce alcuna indennità. Lunedì prossimo la lezione sarà sul tema «scenari e prospettiv­e dell’Europa unita».

La lezione di Renzi è stata introdotta ieri da un saluto di Giuseppe Mammarella, storico delle relazioni internazio­nali ed ex direttore della Stanford di Firenze. Ad assistervi, anche l’attuale direttrice dell’istituto, Ermelinda Campani. «C’erano tutti gli studenti al completo, ed hanno mostrato un interesse molto accentuato. Nel complesso il corso di Renzi sarà formato da 10 lezioni, a cadenza settimanal­e», ha aggiunto. Perché poi sarà tutta campagna elettorale. E Renzi si giocherà, all’ultimo voto, la sua leadership ed il suo futuro.

In cattedra L’ex premier ha parlato dell’Europa, della Brexit e di ciò che è avvenuto in Catalogna

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Matteo Renzi suona il campanello della sede della Stanford University in via dei Bardi, dove ieri ha tenuto la sua prima lezione

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