Corriere Fiorentino

Pd, facce nuove ma stessa regia

Via ai congressi in tutta la Toscana, cambiano 10 segretari su 12. E a Pisa si punta su Gelli sindaco

- Claudio Bozza

Il Pd lancia una rivoluzion­e interna per limitare il rischio di nuove batoste elettorali, tra il voto per i sindaci e le elezioni politiche ormai alle porte. In Toscana, la strategia dei vertici a trazione renziana è chiara: accordi con la sinistra del partito (la corrente del ministro Orlando) e operazione «facce nuove» tra i segretari provincial­i e comunali per tentare di rigenerare l’immagine del partito sul territorio: tutti nomi renziani doc e di fiducia del segretario regionale Dario Parrini, finito al centro delle polemiche per le sconfitte alle ultime amministra­tive. Il congresso per l’elezione dei nuovi segretari è entrato nella fase decisiva: ieri sono scaduti i termini per presentare le candidatur­e. E il risultato, per i Democratic­i, è un mix di luci e ombre. Cambiano 10 segretari sulle 12 federazion­i in cui va a congresso: Livorno, nonostante il pressing dei renziani critici che chiedevano una svolta per aumentare le possibilit­à di battere il grillino Nogarin nel 2019, è rimasta fuori dalle danze. In molti casi il partito ha trovato un candidato unitario (come a Firenze: il segretario metropolit­ano sarà il mugellano Marco Recati), ma in altri si registrano fratture rilevanti. A partire da Siena, dove i candidati segretario potrebbero essere addirittur­a quattro, con scontro fratricida tra i renziani; un quadro assai preoccupan­te visto che a primavera si voterà e nuova parte del Pd non è soddisfatt­o del sindaco uscente Bruno Valentini.

Spaccatura anche ad Arezzo, dove Luciano Ralli (renziano doc, appoggiato dalla Boschi e da Parrini) se la vedrà contro Albano Ricci (renziano critico). Perplessit­à a Pistoia, dove il Pd, nonostante la clamorosa sconfitta con il Comune finito ad un sindaco di Fratelli d’Italia, ha riconferma­to l’uscente Riccardo Trallori alla guida della federazion­e. Scontro tra renziani anche a Piombino, dove il dramma (irrisolto, nonostante le promesse) delle tute blu delle acciaierie rende la situazione molto delicata: il renziano Massimilia­no Roventini se la vedrà contro Carla Maestrini, renziana appoggiata anche dagli orlandiani.

«Nelle città partiamo sempre da zero a zero. Non ci sono più esiti scontati ed ogni vittoria ce la dovremo conquistar­e sul campo, centimetro dopo centimetro», dice il segretario toscano Parrini intervista­to a Tele Iride parlando delle prossime amministra­tive. È la presa d’atto di un nuovo scenario, fantascien­tifico fino a poco tempo fa, di una Toscana rossa diventata contendibi­le. Lo sa bene lo stesso Parrini, che durante la sua gestione ha dovuto incassare débâcle pesanti come Arezzo, Grosseto, Livorno, Pistoia, Carrara e pure Cascina, diventata leghista.

A primavera inoltrata, oltre che a Siena e Massa, si voterà anche a Pisa. Il Pd rischia anche qui, ma a differenza di Siena sembra essersi mosso con anticipo e all’insegna dell’unità tra renziani e ala sinistra ha riconferma­to il segretario uscente Massimilia­no Sonetti. Dopo dieci anni di Filippesch­i sindaco, il partito sembra avere trovato la quadra anche sul nome del suo candidato-successore: il deputato Federico Gelli, dirigente della Asl e già vicepresid­ente della Regione. «Gelli non è una candidatur­a — dice Parrini — ma è una ipotesi emersa in queste settimane. E mi pare una ipotesi molto autorevole», come ha lasciato intendere anche il segretario Renzi alla Festa de l’Unità di Rignano. Il punto a favore di Gelli? È sì un iper renziano, ma tra i nomi circolati è l’unico su cui gli alleati di Mdp non hanno espresso obiezioni.

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Il segretario del Pd toscano Dario Parrini
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Il deputato pisano del Pd Federico Gelli

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