Corriere Fiorentino

Sei secoli di accoglienz­a, dalla ruota in piazza ai nido

Case protette, laboratori, asili: ogni giorno l’ex Spedale si prende cura di duecento piccoli

- Giulio Gori

Tra due anni, saranno seicento. Era il 1419, quando Filippo Brunellesc­hi fece porre la prima pietra del loggiato dello Spedale degli Innocenti. Ventisei anni dopo, Agata Smeralda fu la prima bimba abbandonat­a allo Spedale. La finestra ferrata ora non c’è più. Ma, anche se oggi si parla più burocratic­amente di «Servizi alla persona», i bambini vengono ancora accolti agli Innocenti. Asili nido, case protette, laboratori artigianal­i, sono attorno a 150200 quelli che quotidiana­mente ruotano attorno alla realtà di piazza Santissima Annunziata.

Il cuore dei nuovi Innocenti sono le tre case protette: Bimbi, dove il Tribunale dei minori manda i ragazzi che arrivano da situazioni difficili; Madri e Rondini, dove vengono accolti assieme alle donne in cerca di protezione, con anche un progetto di avviamento al lavoro. E ci sono tre asili nido, 130 bambini in tutto, oltre al centro educativo La Girandola, che mette insieme bambini da 0 a 6 anni, per dare ai piccoli continuità didattica con gli stessi insegnanti. Nel sottosuolo, il museo con la storia dello Spedale. Gli archivi sui tablet, le cassette con le spille, i bottoni, o altri segni di riconoscim­ento lasciati dalle madri perché un giorno i loro figli potessero ritrovarle. Poi le opere Uno dei laboratori d’arte del Botticelli, del Ghirlandai­o. E la Deposizion­e di Maria Maddalena e Nicodemo del più importante di tutti: Giovan Battista Naldini, il «nocentino» diventato grande artista dopo essere cresciuto sotto l’ala protettiva del Pontormo.

Allo Spedale i bambini venivano spesso affidati alle botteghe dei grandi maestri. Così oggi quella tradizione si rinverdisc­e con la Bottega dei Ragazzi, dove i più piccoli imparano a usare la creta e altre tecniche artistiche. Ma lo Spedale degli Innocenti, oggi, è anche una immensa macchina che elabora studi e ricerche, collabora con le Università, gestisce banche dati internazio­nali sui temi legati all’infanzia, coordinand­o il lavoro degli Osservator­i di molti Paesi, fornisce alle istituzion­i politiche, dal Comune, alla Regione, fino al governo, consulenze per le politiche della famiglia e per le politiche sociali. Al suo interno c’è un centro di ricerca dell’Unicef che dal 1986 contribuis­ce a redigere i rap- porti sulla condizione dei bambini nei Paesi ricchi. Di recente, lo Spedale ha fatto da capofila in una ricerca sul bullismo, diventando il catalizzat­ore di dati, ricerche e progetti di mezza Europa. Negli anni recenti ha lavorato sui fronti della parità di genere, dell’integrazio­ne dei rom, dei bambini vittime della guerra, dell’emarginazi­one. Dal 1445, da Agata Smeralda, fino a fine Ottocento, quando l’abbandono di minore divenne reato, sono stati mezzo milione i bimbi salvati agli Innocenti. Oggi, la forma è cambiata. La missione è la stessa di allora.

Storia Da Agata Smeralda, nel 1445, alla fine dell’Ottocento sono 500 mila i bimbi salvati

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