L’antico rimedio, per esaltare il talento di Chiesa
Compattezza ed equilibrio. Semplicità e protezione. Come ha scritto Sandro Picchi nel suo editoriale di lunedì sul Corriere Fiorentino, il 4-4-2 è «un antico rimedio», buono per far uscire dall’equivoco e «dare un senso» alla stagione viola. Il sistema reso celebre dal Milan di Sacchi infatti, permette di restare corti sul campo e raddoppiare più facilmente le marcature, magari anche aumentando il numero di cross a disposizione degli attaccanti (una delle lacune che finora hanno rallentato i viola). Rispetto all’attuale 4-2-3-1 non cambierebbe moltissimo a livello tattico, ma la linea a quattro di centrocampo (almeno in teoria) concederebbe meno spazio alle ripartenze avversarie e troverebbe meno sguarnite le fasce viola. In altre parole, Biraghi e Gaspar, sarebbero meno esposti all’uno contro uno come domenica scorsa. Il rimedio allora potrebbe essere arretrare gli esterni offensivi e lavorare su una squadra che stia molto più corta di quella attuale, in grado di muoversi tutta insieme in 30 metri di campo. Con il 4-4-2 poi, Chiesa potrebbe giocare sia da centrocampista di fascia (con due punte vere in attacco) sia come partner di Simeone in partite dove servirà stare più guardinghe. Il sacrificato sarebbe Benassi, che ancora una volta dovrebbe adattarsi a partire largo sulla fascia per non accomodarsi in panchina. Il vero problema però sarebbe Saponara, visto che il 4-4-2 in passato ha mietuto vittime illustri (ricordate Zola e Signori sulla fascia?). L’ex Empoli ha ancora bisogno di tempo, ma resta uno dei talenti migliori della rosa. Soluzioni e compromessi, a Pioli la scelta.