Il fisico: a Cascina un Nobel a metà Ma senza i ritardi della politica...
L’INTERVISTA IL FISICO GUIDO TONELLI
iva Cascina, viva Virgo. Ma per realizzarlo abbiamo perso due anni e il Nobel è sfumato, andando negli Stati Uniti». Per Guido Tonelli, docente di Fisica a Pisa e membro del team di scienziati che ha scoperto il bosone di Higgs, il Nobel per la ricerca sulle onde gravitazionali è soprattutto un’occasione mancata.
«Viva Cascina, viva Virgo. Ma abbiamo fatto 30, quando potevamo fare 31». Per Guido Tonelli, toscano, docente di Fisica all’Università di Pisa, l’assegnazione dei Premi Nobel per la Fisica a Rainer Weiss, Barry C. Barish e Kip S.Thorne è una splendida notizia, ma soprattutto un’occasione mancata per il nostro Paese.
«Se Italia e Francia non avessero tagliato i fondi, oggi tra gli scienziati premiati ci sarebbe un italiano. E cioè Adalberto Giazotto, fisico italiano e ideatore di Virgo», dice Tonelli, esperto della fisica delle alte energie. Lui sa cosa vuol dire sfiorare l’onorificenza più importante per uno scienziato: è uno dei protagonisti delle ricerche che grazie all’acceleratore del Cern di Ginevra hanno confermato l’esistenza del bosone di Peter Higgs, scienziato che nel 2013 si è aggiudicato il Nobel per la Fisica insieme a François Englert. Martedì, l’Accademia svedese ha annunciato tre nuovi laureati Weiss, Barish e Thorne per aver scoperto la prima onda gravitazionale (prevista da Einstein cento anni fa), nell’ambito della collaborazione Ligo-Virgo: un progetto che coinvolge oltre mille studiosi in tutto il mondo, tra Stati Uniti, Italia, Francia e Germania. Gli interferometri statunitensi (Ligo) e quello italiano (Virgo, con sede a Cascina, Pisa) costituiscono una triangolazione che ha consentito di confermare poche settimane fa la validità della prima rilevazione di Ligo, risalente al 14 settembre 2015.
Professore, come ha reagito quando ha saputo dell’assegnazione dei Nobel?
«È un evento da festeggiare, indubbiamente. Ce lo aspettavamo, era nell’aria. Nella grande scoperta delle onde gravitazionale e del bosone di Higgs c’è uno zampino italiano. Il segnale iniziale del 2015 è stato confermato da altri segnali simili: quando il 14 agosto 2017 Ligo e Virgo hanno operato insieme c’è stato un quarto segnale identificato da entrambi gli esperimenti; non c’erano più dubbi. Ma questa notizia non può non lasciarci un certo amaro in bocca. Se dieci anni fa Italia e Francia avessero investito in maniera “aggressiva” come hanno fatto gli Stati Uniti, oggi festeggeremmo un Nobel italo-americano».
Si riferisce a Giazotto, il pioniere del progetto Virgo?
«Rainer Weiss è il padre di Ligo. L’equivalente italiano è Adalberto Giazotto che ha fin da subito proposto un metodo per aumentare la sensibilità dell’interferometro nella regione di basse frequenze. Tutti gli dicevano che era impossibile, che sarebbe stato sovrastato da rumori più alti; ma lui ha insistito e dimostrato che è possibile identificare onde gravitazionali proprio nelle basse frequenze. È stato il primo al mondo ad avere questa idea e questo sistema è stato adottato sia da Virgo che da Ligo. La collaborazione tra i due interferometri prevedeva l’entrata in funzione nel 2015: così è stato per Ligo, mentre Virgo è diventato operativo nel 2017. Due anni di ritardo che abbiamo pagato a caro prezzo».
Gli Stati Uniti sono stati più lungimiranti?
«La National Science Foundation ha speso circa un miliardo di dollari, ovvero tre, quattro volte di più rispetto a quello che ha investito l’Europa. È ovvio e giusto che abbiano vinto i Nobel. Sono stati così decisi da costruire ben due interferometri: uno ad Hanford e uno in Louisiana».
L’Italia può ancora salire su questo treno? I politici festeggiano, ma quanto merito ha il nostro Paese?
«Il contributo scientifico italiano c’è stato, l’Italia ha imboccato una linea di ricerca che ha portato al Nobel. Ma bisogna pensare a cosa non è andato per il verso giusto. In un mondo normale vedrei Paolo Gentiloni, il ministro Valeria Fedeli, Fernando Ferroni presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (finanziatore del progetto Virgo insieme al Cnr francese), il responsabile di Virgo, Giovanni Losurdo, insieme agli omologhi francesi sedersi intorno ad un tavolo. Se l’Italia vuole primeggiare nella scienza e nella tecnologia (e ha gli strumenti per essere una superpotenza), spetta alla politica ascoltare gli scienziati. Il prossimo premio Nobel lo potrebbe vincere un italiano chi rileverà le onde gravitazionali fossili, quelle emesse nei primissimi istanti dopo il Big Bang: sono lo strumento più raffinato che si possa concepire per capire i primi stati di vita dell’universo».
Rapporti di forza Gli Usa negli ultimi dieci anni, hanno investito un miliardo di euro, ovvero tre, quattro volte quanto investito dall’Europa Viva Cascina, ma abbiamo pagato l’attesa dei finanziamenti Cosa non ha funzionato In un mondo normale, Gentiloni, il ministro Fedeli e i responsabili del progetto si siederebbero a un tavolo: se vogliamo primeggiare nella scienza, la politica deve ascoltare gli scienziati