Nullatenente, ma con villa e auto di lusso Lui: «Milionario grazie alle slot»
In un solo colpo gli sono state sequestrate tre auto, la sontuosa villa di famiglia — nella frazione di Tavola, a sud di Prato — oltre alle quote societarie di molte aziende e alcuni conti in banca: un milione e mezzo di euro di possedimenti. La direzione investigativa antimafia di Firenze aveva nel mirino Yunwu Cai da molto tempo. Il tenore di vita e la fedina penale del trentottenne cinese che in città si faceva chiamare Daniele, infatti, contrastavano vistosamente con le ripetute dichiarazioni dei redditi da nullatenente presentate dall’uomo. Che aveva subodorato l’attenzione delle forze dell’ordine tanto che, negli ultimi mesi, aveva cominciato a disfarsi di importanti averi, intestandoli alla moglie. Tuttavia il codice antimafia prevede che le investigazioni ed i sequestri possano estendersi al nucleo familiare di chi è considerato «socialmente pericoloso». E questo è il caso di Daniele. Poco più che ventenne la storia criminale di quest’uomo aveva già una sua forma consolidata: nel 2004 la Corte d’Appello di Firenze lo condanna per aver favorito l’immigrazione illegale e clandestina di numerosi connazionali; otto anni più tardi, nel 2012, il tribunale di Prato lo condanna per aver gestito giochi d’azzardo all’interno di vari capannoni industriali. In quello stesso anno viene arrestato per un’altra indagine: accusato di essere il manovratore di un’organizzazione dedita all’importazione di merce di contrabbando, una sorta di truffa fatta di aziende fittizie e di scatole finanziarie vuote. Un giovane raffinato e scaltro, attivo in molti settori del crimine e dell’illegalità. Ma soprattutto un uomo ricco, che non dichiarava nulla al fisco e che ha giustificato i suoi numerosi possedimenti davanti al giudice esibendo una serie di ricevute di vincita alle slot machine. Il magistrato non gli ha creduto e ieri mattina sono scattati i sequestri. «La sicurezza, quella sul lavoro nel caso dei controlli che da tre anni facciamo a Prato, è un diritto e vivere nella legalità è un dovere», ha detto il presidente della Regione, Enrico Rossi Rossi. «L’illegalità — ha poi specificato il governatore — avvantaggia pochi e danneggia molti». E quella degli illeciti fiscali provento di crimini è proprio la frontiera di battaglia che la direzione investigativa antimafia vuole attuare per eliminare alla radice il problema dell’illegalità nella comunità migrante cinese del territorio.