Campi, il sindaco e l’aperitivo dei no a Firenze
Il tour del sindaco di Campi per la riconferma alle elezioni «Il Pd? Idee diverse su inceneritore, aeroporto e jobs act»
«Buonasera sono il sindaco. Sono Emiliano... mi aprite il portone?». Inizia da via Frà Guittone, periferia sud di Campi, il tour di Emiliano Fossi nelle case dei suoi concittadini per discutere e confrontarsi su ciò che l’amministrazione comunale ha fatto fino a oggi e sui progetti del prossimo quinquennio. Fossi non si presenta a mani vuote, porta con sé un cestino (a forma di casa) pieno di biscotti preparati dalle donne del suo staff. Ad accompagnare il primo cittadino la sua immancabile spalla, l’assessore ai Lavori pubblici Riccardo Nucciotti, che molti, quando Fossi avrà terminato la sua esperienza amministrativa, danno come naturale successore alla carica di sindaco.
Ad attendere l’arrivo dell’illustre ospite, a casa della famiglia Albano, e davanti a una tavola imbandita con stuzzichini e drink, ci sono una decina di persone agguerrite. Ma prima di iniziare a chiacchierare meglio bere qualcosa, sia per rompere il ghiaccio sia per rendere il vis a vis più friendly: e allora spritz e «Ugo» (un aperitivo a base di sambuco spumante e menta) per tutti. I dieci campigiani, prima che Fossi inizi a parlare, lo sommergono di domande e di richieste.
Ma quello che succede al di fuori della cerchia campigiana, della politica nazionale, sembra non interessa a nessuno. Ciò che preme sapere è: «Come risolviamo il problema dei rifiuti? Quando illumini la nostra strada? A Campi c’è troppo traffico, come si fa? Perché non si riescono a fare le piste ciclabili? E i giochi per i bambini nel parco sotto casa quando verranno sostituiti?». Fossi e Nucciotti rispondono alla «mitragliata» illustrando i progetti che in questi anni hanno cambiato il volto della città, mostrando, carte alla mano, i soldi che sono stati spesi. Poi qualcuno tira in ballo l’argomento tramvia e allora nel salottino della famiglia Albano cala il silenzio: tutti vogliono sapere la data di inizio lavori, i tempi di realizzazione. Fossi e Nucciotti si fanno seri: «Finite le linee 2 e 3 di Firenze si partirà con Campi. L’iter per la 4 è già partito: arriverà fino alle Piagge sfruttando i binari della ferrovia; per il secondo tratto invece, passerà per la variante di San Donnino per poi allungarsi fino a via Palagetta e Villa Rucellai. Ora siamo a cercare le risorse, ma entro il 2023 la tramvia sarà realtà».
Dopo un’ora e mezza di domande e risposte il clima è molto amichevole. E allora c’è chi si abbandona ai ricordi di gioventù e chi fa qualche battuta. Il tempo vola e dopo un paio di ore arriva il momento di salutarsi: «Ragazzi prima di andare via facciamo un selfie», dice il sindaco. Tutti in posa, scatto e saluti finali. Fossi lascia l’abitazione di via Frà Guittone soddisfatto e con un sorriso a trentadue denti, ma anche consapevole che se il prossimo anno vuole vincere le amministrative deve tornare tra la gente e parlare di temi che attengono strettamente la sua città. Solo così potrà allontanare da sé lo spettro di un «Sesto 2».
E probabilmente va letta anche in questo senso la sua virata su molti temi fino a qualche tempo fa cari alla sinistra e ai comitati, come inceneritore e aeroporto. Sul termovalorizzatore il sindaco è chiaro: «Il progetto deve essere archiviato», dice. «Dopo 12 anni ho constatato che non c’è la volontà politica di proseguire l’iter. Dunque non ci starei neanche a perdere tempo». E sull’ampliamento del Vespucci? «Contrario, naturalmente. Ci sono aspetti, come quello idrogeologico, urbanistico e ambientale, che non mi convincono. E anche sulle rotte ho molte perplessità. Ma aspettiamo il ministero e vediamo che decide».
C’è una cosa, però, di cui Fossi non vuole neanche sentir parlare: la sua fuoriuscita dal Pd. «È casa mia, nonostante si possano avere opinioni diverse, come quelle sull’articolo 18 che abbiamo reintrodotto in Qualità&Servizi. La riforma del lavoro operata dal governo Renzi ha alcune cose positive e altre meno, ma sull’articolo 18 si è fatta una battaglia ideologica. Eliminarlo ha significato creare un elemento di fragilità maggiore per i lavoratori. Dunque sono convinto della mia scelta e non torno indietro... nonostante le critiche». Il sindaco di Campi ne ha anche per il suo più acerrimo nemico nonché suo predecessore Adriano Chini: «Lo danno tra l’8 e il 10%? Addirittura? I cittadini sapranno scegliere ma a dire la verità non mi pare sia il nuovo che avanza...».
Peretola Contrario alla nuova pista: ho perplessità sugli aspetti urbanistici, ambientali e sulle rotte Termovalorizzatore Il progetto deve essere archiviato: dopo 12 anni è chiaro che non c’è la volontà politica di farlo La tramvia Entro il 2023 la linea 4 che collegherà la Leopolda a Campi diventerà realtà