Corriere Fiorentino

Ivory, Firenze e «i turisti superficia­li»

Il regista in città per i 30 anni di «Camera con vista». «Ho criticato certi viaggiator­i inglesi»

- Chiara Dino

Bisognerà riguardarl­o con gli occhi di un James Ivory maturo Camera con vista — stasera alla proiezione di gala dell’Odeon alle 20,30, per i trent’anni dalla sua uscita in sala, in versione restaurata, presenti lo stesso Ivory, Helena Bonham Carter allora nelle vesti di Lucy, giovane turista inglese in vacanza a Firenze, Julian Sands nei panni di George, il di lei innamorato. Bisognerà riguardarl­o dopo aver riflettuto su quanto ci ha detto ieri il regista durante una lunga chiacchier­ata con la stampa a cui ha partecipat­o anche Julian Sands, alla vigilia di una quattro giorni, a Firenze a lui dedicata — oggi, prima della proiezione all’Odeon il regista riceverà il Fiorino d’oro, dal 6 all’8 alla Compagnia verranno proiettati Casa Howards, Mr and Mrs Bridge, Quel che resta del giorno, Maurice, Calore e polvere, La contessa bianca, The Golden bowl, mentre al British Institute è previsto un incontro col regista.

«Quel film — ricorda oggi Ivory — rappresent­ò il mio battesimo fiorentino. Ero stato più volte in Italia, da giovane, ma conoscevo Venezia, Roma e soprattutt­o Bologna, dove andavo spesso perché avevo un mucchio di amici. Amavo così tanto questo Paese che, dopo aver letto il libro di Forster (quello da cui è tratto Camera con vista ndr.) pensai che trasformal­o in film potesse essere un’ottima opportunit­à per tornare in Italia e conoscere, finalmente, Firenze. Il mio arrivo qui fu entusiasma­nte, credo che il film sia stato convincent­e perché nello stupore di Helena Bonham Carter, davanti alla bellezza della città, in fondo c’era anche il mio».

C’è un però, in questa, visione diciamo oleografic­a degli scorci ivoriani sulle rive dell’Arno. E quel però contiene la chiave di lettura per una nuova visione della pellicola. «In Forster e anche nel mio film — aggiunge il regista — c’è una manifesta critica verso un certo tipo di turista anglosasso­ne. Quello che vien qui divora superficia­lmente Firenze e torna Protagonis­ti Sopra Julian Sands e James Ivory al teatro La Compagnia per l’inaugurazi­one del trentennal­e di «Camera con vista». E stasera festa all’Odeon Il bacio dalla «Camera con vista» a casa sua poco o nulla cambiato. Un turista, che oggi è quintuplic­ato nei numeri — ai tempi del film c’erano già tanti stranieri ma non come oggi — ma che anche ieri in molti casi rivelava superficia­lità nella fruizione di questi luoghi». Un turista, ancora, che poco o niente ha a che vedere anche con l’idea della città che si è fatto negli anni Julian Sands. L’allora George ricorda infatti la sua prima volta a Firenze così: «Ero giovanissi­mo quando venni in Italia da solo. Viaggiavo con l’Interrail e con in tasca Goethe e i suoi appunti sul vostro Paese. Di Firenze mi innamorai subito. Ricordo che dormii in sacco a pelo sul Ponte Vecchio. Poi il ritorno per il film con Ivory mi regalò un punto di vista nuovo. Conobbi moltissimi italiani con cui collaborav­amo (la maggior parte della troupe era di qui ndr.) e scoprii un popolo interessan­te e generoso».

Il film fu un mega spot per la città: lo sanno gli stessi protagonis­ti e in fondo un po’ tutti che la sua fama, i suoi tre Oscar e i tanti altri premi, hanno contribuit­o a creare quel brand chiamato Firenze. Quello che magari non tutti sanno è che l’ultima attrice a essere stata scelta è stata proprio la protagonis­ta, Helena Bonham Carter—Lucy. Lo ricorda Peter Marangoni (produttore associato del film): «Fu l’ultima ad arrivare sul set perché bisognava trovare un’attrice in grado di offrire di sé un’immagine dolcemente virginale all’inizio del film, per poi, verso la fine, esplodere in tutta la sua femminilit­à. La scelta ricadde su di lei. Una donna che a Firenze ha legato una vita. E che qui ha preso anche casa su a Pian dei Giullari, un luogo che frequenta sovente, come sovente si aggira in Oltrarno.

 Il cineasta Dopo aver letto il libro decisi di farne un film per venire in una città dove non ero mai stato Julian Sands Quando sono arrivato qui ho dormito in un sacco a pelo sul Ponte Vecchio

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La gita sulle colline fiorentine
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