Corriere Fiorentino

Fidatevi, è l’anno zero

Cyril Thereau rilancia le ambizioni della Fiorentina: «Saremo gli outsider per l’Europa. Il ko di Verona è stato uno scivolone, abbiamo sbagliato noi vecchi Le mie passioni? Amo gli Stati Uniti e la loro libertà Li sento nel mio destino, proprio come ques

- di Leonardo Bardazzi

«Nel calcio che conta potevo arrivarci prima, ma ancora mi sento un ragazzino e ho tanti sogni nella testa. Il primo è risentire da vicino la musichetta della Champions: ho tre anni per riuscirci. E scommetto che ce la farò». Cappello di Los Angeles in testa, rolex al polso, jeans strappati e tatuaggi ovunque. Cyril Thereau non è un tipo che passa inosservat­o, ma guai fermarsi alla prima impression­e: «Amo la libertà, l’America, il basket e la mia Marsiglia. Da piccolo ero un ultras dell’Olimpique, Papin era fantastico», dice lui. Che fa mea culpa dopo lo scivolone viola di Verona e quasi si commuove parlando di suo figlio Solal, 9 anni: «Io e sua madre siamo separati, loro vivono a Barcellona, è dura stargli lontano anche se nei fine settimana spesso ci vediamo. Venerdì verrà a Firenze e domenica sarà allo stadio: voglio segnare per dedicargli il gol». Da festeggiar­e, ovviamente, con le dita della mano che si uniscono. Alla Thereau, appunto. Un ragazzo cresciuto in fretta nella provincia di Marsiglia (è nato a Privas, sulla Alpi, non troppo distante dal confine italiano) e diventato giramondo del pallone dopo aver rischiato di fare il mestiere di papà, l’idraulico.

Cyril, partiamo dalla fine. Che è successo a Verona?

«Abbiamo sbagliato atteggiame­nto, dopo il vantaggio pensavamo di aver vinto e invece non era così. A fallire siamo stati soprattutt­o noi “vecchi” perché spetta ai trentenni guidare gli altri. Invece abbiamo permesso al Chievo di tornare in partita e abbiamo finito col perdere. Ho 34 anni e mi prendo le mie responsabi­lità, ma perdere a volte ti fa aprire gli occhi. E serve per crescere».

Sette punti in 7 partite, di cui soltanto uno nelle ultime tre giornate. Il rischio adesso è perdere l’entusiasmo iniziale.

«Verona è stato un imprevisto, una scivolata inattesa. Ma finora avevamo fatto bene, con la Juventus siamo andati vicino al pareggio e con l’Atalanta meritavamo di vincere. Io poi sono rimasto impression­ato dall’amore che ha la gente verso questa maglia: girando per le strade i tifosi li sento partecipi, vicini alla squadra anche in un momento di profondo cambiament­o come questo. Sono pronto a scommetter­e che ci resteranno vicini fino alla fine. E questo per noi sarà un grandissim­o valore aggiunto».

Si parla molto di un cambio di modulo. Sarebbe favorevole?

«I moduli li fanno soprattutt­o i giocatori. Conta l’atteggiame­nto, l’anima che ci metti, le gestione dei momenti: a volte serve pressare e rischiare, a volte difendersi. In questo senso dobbiamo migliorare perché ogni tanto ci facciamo prendere dall’emotività e dall’istinto, ma siamo nati solo a fine agosto. L’Udinese potrà diventare la partita giusta per ritrovare il sorriso, tutti siamo convinti di essere sulla strada giusta».

Già, l’Udinese. Che è successo in quegli ultimi giorni di mercato?

«A Delneri serviva un attaccante più da area di rigore, ne avevamo parlato anche in ritiro. A me invece serviva provare una nuova esperienza e Firenze era l’ideale. Udine la porto nel cuore, ma venendo qui ho fatto un passo in avanti. E domenica voglio vincere».

Quanto le manca il gol al Franchi?

«Lo vorrei sotto la Fiesole, lo aspetto, deve arrivare. E non solo perché allo stadio ci sarà Solal. Ho giocato poco qui ma ho voglia di esultare insieme ai miei nuovi tifosi. Era destino che diventassi viola, mi voleva Pradè negli anni scorsi e quando venivo da avversario provavo qualcosa di speciale nel giocare al Franchi. La verità è che quando a Marsiglia guardavo in tv le partite del calcio italiano, la Fiorentina era una delle mie preferite. Quest’estate mi volevano Sampdoria e Atalan-

 Mi manca un gol sotto la Fiesole, domenica voglio riuscirci perché in tribuna ci sarà anche mio figlio La Champions? Ho 3 anni per provarci

ta, ma quando mi ha chiamato Pioli ho subito scelto la Fiorentina».

Con Pioli in effetti sembra esserci un bel feeling.

«Posso confessare una cosa? Non ho mai fatto tanta panchina come con lui (ride, ndr). Nei primi sei mesi al Chievo è stata durissima, Pioli era esigente e io spaesato. Ma mi ha insegnato tanto, mi ha fatto capire di non essere prima punta».

Lei è giocatore di classe e potenza. Perché nel suo curriculum manca un’esperienza in una grande squadra?

«Colpa mia. Da ragazzo non avevo la testa giusta per fare il profession­ista, poi ho sbagliato qualche scelta. Alla Steaua Bucarest avevo segnato tanto, potevo fare il salto di qualità andando in Ligue 1. Invece tornai in Belgio, dove il calcio è un’altra cosa rispetto ai paesi top. E ho perso tempo. Peccato perché ai tempi di Stramaccio­ni potevo anche firmare per l’Inter e andare in Nazionale. Io comunque sto alla grande, sento zero differenze rispetto a cinque anni fa. Sono pronto per fare qualcosa di importante».

Secondo lei, la Fiorentina attuale può puntare all’Europa?

«Sono sincero, in questo momento siamo outsider, non certo favoriti. Molti club hanno speso un sacco di soldi per il mercato e noi abbiamo bisogno di tempo per conoscerci. Io però vedo progressi giorno dopo giorno, lavoriamo tanto e dal punto di vista tattico siamo in netta crescita. Firenze vuole il bel gioco e noi stiamo lavorando per questo. Sono convinto che nei miei anni di contratto faremo grandi cose. Ho voglia di giocare in Europa e un sogno nel cassetto...». Quale? «Rivivere le emozioni della Champions, risentire la musichetta da vicino. L’ho giocata con la Steaua, ma farlo con la Fiorentina sarebbe il massimo».

Chiesa sta vivendo un momento magico. Diventerà una star?

«Se continua così sì. Non ho mai visto un calciatore di 19 anni allenarsi come fa lui. Ha il fisico di uno di 25-26 anni e la

Mai visto uno così forte a 19 anni Fisicament­e sembra ne abbia 25-26 Ha tutto per diventare un vero campione Vive per il gol, stupisce la sua umiltà ma non sono d’accordo se dice che domenica eravamo poco concentrat­i Voleva due punte centrali, il suo modulo non si sposava con le mie qualità Ma Udine mi resterà nel cuore  Da piccolo sognavo di diventare calciatore e andavo a Marsiglia a tifare l’OM, Papin è sempre stato il mio idolo

testa giusta per sfondare. È un trascinato­re, noi compagni dovremo aiutarlo a diventare un campione. Ma la strada è quella». E Simeone?

«Vive per il gol, ha un’umiltà rara per i giovanissi­mi come lui. Morde le caviglie di tutti, si mette a disposizio­ne dei compagni in difficoltà. È lo spirito della Fiorentina: insieme si può vincere. Il Cholito dice che a Verona eravamo deconcentr­ati? Io non direi. Prima della partita a me piace il relax, un ambiente pesante rischiereb­be di stressarmi. Io credo che volessimo tutti vincere e goderci la sosta con il sorriso. Quando torneranno tutti i nazionali ne riparlerem­o ma una sconfitta non cancella quello che stiamo facendo». Parliamo di lei. Quanti tatuaggi ha?

«E chi li conta più. Il primo fu questa scritta cinese che ho sul collo, significa “fortuna, vita, destino”. Volevo fosse in bella vista, perché in quel momento tatuarsi era di gran moda. Ho anche le ali sulle spalle come Beckham, la bandiera della Francia, il mio numero 77 sulle dita e molto altro. Ogni volta mia mamma mi dice “bello, però adesso basta”. Ma io ho già altre idee». Oltre al calcio cosa le piace?

«Il basket Nba, vado matto per LeBron James e per gli Stati Uniti. Viaggiare a Miami mi ha cambiato la vita: della Florida mi piace la musica, la moda, la cultura. Da francese ero riservato, ma lì incontri persone che ti parlano anche in ascensore. Ci torno ogni estate». E Firenze? Ha già avuto possibilit­à di visitarla?

«Vivo vicino al centro, ho preso una casa enorme perché quando gli amici hanno saputo del trasferime­nto mi hanno chiamato tutti. “Ehi, sei nella città più bella d’Italia”: ho sempre la casa piena di gente e giro la città. Ho già provato la bistecca e devo dire che è super».

Dopo il calcio invece sa già cosa farà?

«Di sicuro non l’allenatore. Il nostro mondo è troppo stressante, se lavori in un club hai troppe responsabi­lità. Magari tornerò in Francia a tifare il mio Marsiglia, di sicuro viaggerò e starò con Solal per recuperare il tempo perduto e perché no, ripensare ai gol importanti fatti a Firenze. Che altro potrei desiderare?».

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 ??  ?? Thereau con Stefano Pioli, un feeling nato nel Chievo
Thereau con Stefano Pioli, un feeling nato nel Chievo
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Cyril Thereau
 ??  ?? Alla moda Cyril Thereau durante l’intervista concessa al Corriere Fiorentino In bella vista il cappello con la scritta LA, l’orologio d’oro e i tatuaggi
Alla moda Cyril Thereau durante l’intervista concessa al Corriere Fiorentino In bella vista il cappello con la scritta LA, l’orologio d’oro e i tatuaggi
 ??  ?? Federico Chiesa, 20 anni il prossimo 25 ottobre
Federico Chiesa, 20 anni il prossimo 25 ottobre
 ??  ?? Giovanni Simeone è arrivato l’estate scorsa
Giovanni Simeone è arrivato l’estate scorsa
 ??  ?? Luigi Delneri è l’allenatore dell’Udinese da un anno
Luigi Delneri è l’allenatore dell’Udinese da un anno
 ??  ?? Jean-Pierre Papin, ex punta di Marsiglia e Milan
Jean-Pierre Papin, ex punta di Marsiglia e Milan

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