Corriere Fiorentino

Per sempre campioness­e

Dieci anni fa la Waterpolo conquistò la prima e unica Coppa dei Campioni di Firenze «Eravamo imbattibil­i»

- di Leonardo Bardazzi

«È stata la gioia più grande della mia carriera. Da giocatore infatti segnavo tanto ma non mi rendevo conto fino in fondo del livello che avevo raggiunto». Gianni De Magistris è la leggenda della pallanuoto italiana. In vasca ha vinto sedici volte la classifica cannonieri, ha festeggiat­o scudetti e coppe e a suon di record si è meritato pure una delle cento mattonelle della «Walk of Fame» di Roma, dedicate ai migliori campioni dello sport italiano.

Ogni volta che parla di quella vittoria con le «sue» ragazze però si commuove. Con la Fiorentina Waterpolo coach De Magistris arrivò fino a conquistar­e la Coppa dei Campioni, l’unica dell’intera storia dello sport fiorentino. Un successo nato quasi dal nulla, ma ottenuto con la forza delle idee: «Vincemmo dopo una cavalcata trionfale — racconta De Magistris — senza neppure pareggiare una partita. Erano gli anni in cui l’orizzonte Catania dominava in Italia e in Europa e in cui le squadre russe sembravano imbattibil­i. Io ero arrivato appena tre anni prima, con una squadra tutta da rifare e un budget non certo all’altezza delle grandi. In quel 2007 però il segno del destino fu giocare le partite decisive in casa, nella nostra piscina di Bellariva. Ricordo ancora il pubblico sugli spalti, i cori da stadio, la partecipaz­ione di tutti per quella che fu un’autentica impresa. In carriera ho vinto tanto, ma quella coppa resterà speciale per sempre». La data giusta per raccontare il trionfo è il 21 aprile 2007.

Firenze il giorno prima aveva già battuto le greche del Glyfada per 14-8, ma per ambire alla coppa deve vincere anche contro il Kinef Kirishi, la corazzata da tutti definitiva come imbattibil­e. Nel Kinef gioca mezza Nazionale russa, campioness­e affermate che le ragazze di De Magistris, fino a quel momento, avevano visto giocare solo alle Olimpiadi. In vasca però a volte i pronostici contano poco. La Fiorentina Waterpolo gioca alla grande e si fa trascinare dal pubblico, si porta avanti nel punteggio e poi subisce il tentativo di rimonta delle avversarie. La partita resta punto a punto fino alla fine, ma nell’ultimo quarto i gol del centroboa Calcaterra fanno la differenza: finisce 1210. Firenze è campione d’Europa: «Ci buttammo tutti in piscina, sembravamo impazziti — ricorda ancora De Magistris — ci sarebbe bastato anche vincere l’ultima partita del girone contro l’Uralochka per prenderci la coppa, ma noi volevamo battere loro, le più forti, per sentirci davvero campioni. Nessuna delle ragazze giocò impaurita, anzi l’adrenalina si trasformò in energia positiva e tutte riuscirono a dare il meglio di loro stesse. Calcaterra poi fu incredibil­e, poche ore prima aveva subito un’infrazione alle costole. Sembrava fuori gioco, invece si curò con le infiltrazi­oni e mi convinse a farla giocare: aveva ragione lei». Di quella squadra capace di vincere anche scudetto e Supercoppa europea, faceva parte anche Allegra Lapi.

Fiorentina doc e medaglia d’oro azzurra agli Europei del 2012: «Se penso agli inni prima di quella partita, allo speaker che urla il mio nome, ancora mi tremano le gambe — dice Lapi — io nata a 5 minuti da Bellariva, campione a casa mia: se me l’avessero raccontato non ci avrei creduto. Quella squadra però era speciale, ricordo che alla fine del primo tempo mi dissi “questa partita la vinciamo”, anche se le russe erano potentissi­me e avevano una straordina­ria resistenza alla fatica. Avevamo una carica tutta nostra, uno spirito di gruppo che ci ha portato, dieci anni dopo, a voler festeggiar­e tutte insieme quella coppa. E il merito principale è del nostro coach De Magistris. Fu lui a volermi alla Fiorentina, fu lui a costruire una squadra nel vero senso del termine. Curava tanto anche gli aspetti umani, la costruzion­e del gruppo. Vi racconto un aneddoto: eravamo in Siberia e aspettavam­o di giocare le semifinali. Tutte le nostre rivali si allenavano in piscina, Gianni invece noleggiò dei gommoncini e ci fece ridere tutto il pomeriggio. Aveva capito che in quel momento era meglio sciogliere la tensione».

Alla festa per il decennale (organizzat­a a Prato dall’ex presidente Alessandro Benvenuti e alla presenza anche del primo patron Frandi) ogni ragazza ha ricevuto un ciondolino a forma di pallone, con dietro impressa la data di quel successo. La colonna sonora invece è stata «Se bastasse una canzone» di Eros Ramazzotti, la canzone che prima di ogni partita la squadra cantava a squarciago­la nello spogliatoi­o.

«Pensate che Rita Dravucz è arrivata dall’Ungheria in macchina pur di non mancare — spiega De Magistris — quello era un gruppo eccezional­e, dove l’unione faceva davvero la forza. Capii di allenare una grandissim­a squadra contro la Honved Budapest, sempre in Champions. L’Honved aveva tradizione e ottime giocatrici, ma noi dominammo senza mai un’incertezza e vincemmo addirittur­a 18-9. In campionato poi facemmo un altro capolavoro: Catania vinceva ininterrot­tamente dal 1992, 15 campionati di fila interrotti da noi, dopo una serie finale vinta 3-1».

«Tutti questi ricordi però creano amarezza — chiude De Magistris — perché se solo avessimo continuato nel nostro cammino, avremmo potuto portare 9 delle nostre atlete alle Olimpiadi di Londra e, ne sono certo, avremmo vinto ancora tanti trofei. Invece dopo aver stupito e fatto sognare, la Waterpolo svanì nel nulla. I soldi d’improvviso non c’erano più, io mi dimisi e il club fallì tra l’indifferen­za generale. Anche delle istituzion­i. Eppure la squadra aveva tante ragazze fatte in casa e non certo stipendi insostenib­ili. È mancata la voglia di tenerci in alto e a dieci anni di distanza mi chiedo ancora perché».

«Bellariva così piena non l’ho più rivista — conferma anche Lapi — eppure, io che sono di Ponte a Ema, l’ho frequentat­a spesso. In quegli anni la passione della pallanuoto stava tornando, come quando la Radi Nantes di De Magistris trionfava tra i maschi. Sentivamo la voglia di vincere del pubblico, di sfidare Catania e primeggiar­e in Europa. Quella Waterpolo, nonostante quel fantastico triplete del 2007, è stata anche un’occasione persa per la mia Firenze».

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 ??  ?? Gianni De Magistris e la squadra durante un time out Sopra, la festa dieci anni dopo la vittoria in Champions Sulla sinistra, De Magistris con Biancardi
Gianni De Magistris e la squadra durante un time out Sopra, la festa dieci anni dopo la vittoria in Champions Sulla sinistra, De Magistris con Biancardi
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