Le sinistre a Rossi: ma ora cambia rotta
Da Falchi a Montanari: uniti solo se cambia su Peretola e termovalorizzatore
Dopo la rottura con Pisapia, le sinistre alternative al Pd (Mdp, Sinistra Italiana, movimenti) vanno verso un’unica lista a livello nazionale, ma in Toscana la strada sembra in salita. Al centro della contesa ci sono le scelte del governatore Rossi (Mdp): le altre forze di sinistra gli chiedono di «cambiare rotta» sul potenziamento dell’aeroporto di Peretola, il termovalorizzatore della Piana e la gestione della sanità.
Tanti saluti a Pisapia, avanti tutta con la lista unica delle sinistre alternative al Pd, ma in Toscana serve un cambio di rotta sulle scelte strategiche della Regione: lo stop al potenziamento dell’aeroporto di Peretola, al termovalorizzatore della Piana alla «privatizzazione di fatto della sanità». È il messaggio che l’arcipelago delle sinistre toscane manda al governatore e futuro compagno di strada Enrico Rossi (Mdp). A novembre Mdp, Sinistra Italiana, Possibile di Giuseppe Civati e altri movimenti si troveranno a Roma per lanciare il quarto polo contro Pd, centrodestra e Movimento Cinque Stelle. Ieri il governatore ha messo in fila su Facebook le priorità che a suo parere dovrebbe avere la nuova sinistra unita: «Un programma per combattere la precarietà e affermare i diritti del lavoro, finanziare adeguatamente sanità, scuola e università, fare un piano per gli investimenti per la sicurezza ambientale e la rigenerazione urbana». Ma è proprio su ambiente e sanità che si allarga il solco tra Rossi, unico governatore espresso da Mdp e favorevole a aeroporto e termovalorizzatore, e il resto della sinistra. «Questo è un momento in cui si vede un cambiamento importanti di posizionamenti politici. Ma siccome io credo alla buonafede di Enrico, mi aspetto da lui un cambio di rotta radicale su aeroporto, inceneritore e Tirrenica», avverte Tomaso Montanari, storico dell’arte e promotore insieme all’avvocato Anna Falcone dell’appello per «un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza», la piattaforma lanciata dal teatro Brancaccio di Roma. Montanari chiede chiarezza a Rossi «usando il linguaggio evangelico: i suoi sì siano sì, i suoi no, no. Lui ha lasciato il Pd, il partito dello Sblocca-Italia, quindi non può continuare a fare le politiche dello Sblocca-Italia...». Montanari è convinto che «Enrico cambierà rotta» e che lo farà con azioni di governo. Una svolta che invoca anche la senatrice di Sinistra Italiana Alessia Petraglia: «Le scelte politiche si fanno sui temi concreti: aeroporto, inceneritore, sanità. Se vuoi costruire un’alternativa al Pd, devi essere conseguente anche nelle scelte amministrative — dice Petraglia — Io mi auguro che il percorso unitario delle sinistre a livello nazionale faccia cambiare rotta a Rossi, perché mi sembra evidente che ad oggi la contraddizione sia sua, non nostra». E il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi, anche lui di Sinistra Italiana, serafico: «Mi sembra difficile che la nuova forza della sinistra possa dire sì al potenziamento di Peretola e all’inceneritore...». A Sesto Falchi ha battuto il Pd proprio unendo la Sinistra e un gruppo di fuoriusciti dai Democratici: «Credo che la nostra esperienza possa servire da modello, nel senso che il cambiamento lo fai a partire dai temi concreti e non dai nomi .... ».
Rossi viene attaccato anche da Campo progressista, la forza politica di Giuliano Pisapia che ha rotto con Mdp e non parteciperà all’iniziativa unitaria di novembre. Rossi ha «salutato» Pisapia mutuando la battuta riservata da Togliatti a Elio Vittorini in uscita dal Pci: «Pisapia se n’è ghiuto e soli ci ha lasciato... Pochi si erano accorti che nelle nostre file egli ci fosse ancora». Gli risponde Diego Blasi, coordinatore toscano degli uomini di Pisapia: «Rossi ha inventato il socialismo a macchia di leopardo. A livello nazionale fa il Bernie Sanders, mentre in Toscana è appoggiato dal Pd di Renzi, è a favore dell’aeroporto e dell’esternalizzazione di servizi in settori delicati come la sanità. E viene a farci la morale a noi?». A difendere Rossi ci pensa il suo compagno di partito Filippo Fossati, coordinatore toscano di Mdp. «Non confondiamo il piano nazionale con quello regionale». Ma su aeroporto e termovalorizzatore il governatore sarà costretto a cambiare idea per venire incontro ai nuovi compagni di viaggio? «Negare che sul territorio ci siano fratture sarebbe negare l’evidenza — dice Fossati — ma attenzione perché le cose cambiano: la Valutazione d’impatto ambientale su Peretola è ancora ferma in un cassetto con decine e decine di osservazioni, in una totale mancanza di trasparenza». Piuttosto, dice il coordinatore di Mdp, serve una svolta sulla sanità: «L’applicazione della riforma delle Asl non sta funzionando». Epperò la riforma è stata voluta da Rossi... «Ma gli obbiettivi restano giusti, è il modo in cui vengono perseguiti che non ci convince: infatti aumentano le liste d’attesa e le code al pronto soccorso». Tradotto: Rossi ha lavorato bene, le mancanze sono dell’assessore alla Salute Stefania Saccardi, Pd e iper-renziana. Ma proprio ieri Rossi è tornato a difendere l’alleanza tra Pd renziano e Mdp in Regione, «perché abbiamo approvato un programma che si chiama Piano regionale di sviluppo sul quale siamo d’accordo. Fin quando saremo concordi su questo piano di sviluppo, base del programma col quale mi sono presentato ai cittadini, sarà possibile andare avanti».