Il caffè di Giuliano
Sette province nelle prime 30 in Italia. Scippi: Prato in testa. A Firenze più borseggi e furti nei negozi
Un crimine denunciato ogni tre minuti, 20 ogni ora, 481 al giorno, 176.056 in tutto il 2016. È il bilancio sulla Toscana in tema di sicurezza e criminalità che il Sole 24 Ore ha tratto dai dati del dipartimento per la Pubblica sicurezza del ministero degli Interni.
L’incidenza di omicidi, furti, rapine, estorsioni, scippi, borseggi e frodi, nella nostra regione, è molto alto: la classifica delle denunce ogni 100 mila abitanti colloca tre province toscane nelle prime dieci posizioni, sette nelle prime trenta. Su 106 province italiane, Prato è al posto numero 5 della classifica, Firenze 6, Pisa 10, Lucca 12, Livorno 17, Pistoia 22, Grosseto 29, Massa Carrara 38, Siena 70 e Arezzo 84.
I dati sullo scorso anno tengono conto solo dei reati denunciati. Quindi, in parte testimoniano il livello di criminalità diffusa, dall’altro sono anche il termometro della fiducia nelle istituzioni. E se per alcuni reati la «segnalazione» all’autorità è scontata (ad esempio nel caso di un omicidio), per altri (come gli scippi) lo è molto meno.
Proprio sugli scippi, Prato risulta la città più colpita d’Italia, davanti a Napoli, con 94,7 denunce ogni 100.000 abitanti. In media, un pratese su mille ha subito uno scippo lo scorso anno. Prato entra nella top ten anche per le rapine. Lucca, che sugli scippi è all’ottavo posto, è la peggiore per i furti in abitazione, con ben 651 denunce su centomila abitanti. La Toscana è regione di furti, con quattro province, Firenze, Pisa, Lucca e Prato, nelle dieci più colpite d’Italia. Firenze è quarta in Italia per furti totali, ancora quarta per furti nei negozi e quinta per borseggi. Particolare non di poco conto, è prima per borseggi tra le tre regine del turismo, ovvero è davanti a Venezia e Roma.
«Molti reati non costituiscono una ragione di allarme, ma i furti in abitazione tra Lucca e provincia sono una vera calamità, anzi la calamità — ammette il sindaco Alessandro Tambellini — è un fenomeno di lungo corso che si elimina male. Nel Comune di Lucca, e anche nel resto della provincia, abbiamo una situazione urbanistica molto delicata: ci sono molte zone con case isolate, quindi difficili da controllare. E le bande criminali si muovono su e giù per l’Italia, è un problema intercettarle solo col controllo del territorio. Servirebbe un lavoro di intelligence. E servirebbe che chi finisce in carcere ci resti». Ridimensiona invece il problema degli scippi, il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che al Sole 24 Ore dichiara che «la provincia è molto piccola, quindi il dato del centro urbano non viene diluito a livello demografico». Tra i reati presi in considerazione dalla ricerca c’è il capitolo delle truffe e delle fronti informatiche: queste ultime, a fronte di una tendenza nazionale che registra un calo delle denunce, sono in aumento, anche in considerazione dei numeri sempre più alti dei frequentatori della rete. Siena, col nono posto nazionale, entra nella lista delle peggiori. Mentre Massa Carrara è la provincia con meno truffe denunciate in Italia, 180 ogni centomila abitanti: è l’unico caso in cui una provincia toscana entri nella lista delle «meno colpite» rispetto a uno specifico reato.
Le tendenze toscane, tuttavia, se si eccettuano i borseggi a Firenze (+ 14 per cento rispetto al 2015) e le truffe ovunque (a Siena crescono del 24 per cento), risultano stabili o in calo, in linea col dato nazionale. Ma guardando i dati provinciali, emergono gli aumenti di Grosseto (+1,1%) e Prato (+5,5). Colpisce inoltre che la Toscana, al pari dell’Emilia, abbia un’incidenza di reati denunciati molto maggiore di quella del Nord Italia.