Corriere Fiorentino

E Nardella apre il fronte sindaci «Arresto per chi viola il Daspo»

Alla Festa della polizia municipale l’annuncio di una campagna nelle città: «Le multe non bastano»

- Claudio Bozza Cla.B.

Per combattere spacciator­i, scippatori e ladri il cosiddetto «Daspo urbano», alla prova dei fatti, serve a poco: solo multe, che poi nessuno paga, tornando a violare il divieto di stazionare in una precisa zona della città. Così il sindaco Nardella rilancia con una legge nazionale che preveda l’arresto (e altre misure cautelari) per i delinquent­i recidivi che violano appunto il «Daspo urbano», autori dei «reati predatori», che poi sono quelli che minano di più la sicurezza dei cittadini. Proprio le pene previste per questo tipo di reati sono state inasprite dalla legge 103 del ministro Orlando, ma Nardella vuole andare oltre con una svolta operata dal Parlamento (con in testa il deputato David Ermini) o con una legge di iniziativa popolare. Al fianco del sindaco di Firenze c’è anche quello di Rimini, Andrea Gnassi, pure lui del Pd, che ha dovuto fare i conti con il drammatico caso della turista stuprata in spiaggia da un gruppo di immigrati: «E molti altri sindaci si uniranno alla nostra campagna nazionale per la sicurezza nelle città», spiega Nardella. Il primo cittadino di Firenze, per lanciare questa crociata, cruciale in vista delle elezioni, sceglie il Salone dei Cinquecent­o, durante la celebrazio­ne del 163esimo anniversar­io della polizia municipale. L’ulteriore giro di vite, spiega Palazzo Vecchio, è necessario «per non trovarci in situazioni come quelle avvenute di recente a Firenze con lo spacciator­e dell’ Oltrarno: uno spacciator­e ben noto, arrestato quattro volte e quattro volte immediatam­ente rilasciato». Un casoscuola assurdo, di quelli che demotivano gli uomini delle forze dell’ordine sul campo: prima grossi sacrifici per effettuare un arresto, ma dopo pochi giorni si ritrovano davanti gli stessi soggetti, libere. Anche perché, prosegue Nardella «non possiamo permettere che il nesso di fiducia che unisce i cittadini alle istituzion­i e alle forze dell’ordine, venga minato. È un sentimento spesso irresponsa­bilmente strumental­izzato da movimenti, forze politiche, pronte a lucrare sulla paura per alimentare campagne estremiste e perfino iniziative sovversive, come le ronde spontanee o la rincorsa alle armi per l’autodifesa». L’aumento delle pene per chi viola il «Daspo urbano» trova d’accordo anche il questore di Firenze: «Negli appunti inviati al ministero dell’Interno nel periodo di conversion­e del decreto in legge, ho rappresent­ato questo stesso problema — spiega Alberto Intini — prevedere una sanzione pecuniaria a chi non rispetta il Daspo potrebbe essere una sanzione poco efficace. In questo senso potrebbe essere più opportuno una sanzione più cogente, che induca chi subisce un Daspo a non violarlo». l’altro capo una voce di donna: “Buongiorno signora, sono l’ispettore... della polizia municipale...”. Poche parole e la certezza che i dati e il luogo coincidono, ed ecco che il sangue si gela, la bocca si impasta, le parole non escono più. La corsa in taxi fino a Careggi dove ti catapulti in una realtà che mai ensavi ti potesse toccare. Ma lì trovi due uomini in divisa, colleghi dell’ispettore della telefonata, che ti aspettano e che, nelle difficoltà del caso, riescono a dirti: “Ci dica se ha bisogno di qualcosa, noi siamo a disposizio­ne”. ’infermiera mi riaccompag­na nella sala d’aspetto esterna dove ritrovo i due uomini in divisa, stanno lì con estrema pazienza con me e mi raccontano del loro intervento appena preso servizio... Ecco questo è un piccolo sunto di quel primo tremendo momento solo per trovare il modo di esprimere, e spero che sentiate che è il cuore che parla, la mia massima riconoscen­za a tutti voi che vi siete adoperati quel giorno e che, nonostante tutto, avete saputo regalarci una parola di conforto». Durante le celebrazio­ni sono stati consegnati anche otto encomi, tra i quali quelli al vigile-eroe Andrea Rossellini, che a marzo si è tuffato in Arno salvando la vita a una donna finita in acqua. «Quando ho inviato la domanda a Firenze, il posto di comandante era vacante a Torino e Napoli — ha raccontato il comandante Alessandro Casale — ma ho preferito inviare una sola candidatur­a perché sentivo che Firenze poteva essere la città e il corpo di Polizia Municipale con cui si potevano fare grandi cose e vincere grandi sfide. Tre mesi dopo sono sempre più convinto di questa scelta». Nella relazione, il comandante ha fatto il punto dell’attività svolta in alcune areechiave. Per esempio nel contrasto all’abusivismo commercial­e dove da gennaio sono state impegnate oltre 6 mila pattuglie di cui 3.800 in abiti civili, con il sequestro di oltre 127 mila oggetti.

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Il comandante Alessandro Casale con il sindaco Dario Nardella nel Salone de’ Cinquecent­o

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