Corriere Fiorentino

Gli industrial­i al Console Usa: «Pronti a investire, ma i dazi...» TUTTATOSCA­NA

Dopo le rassicuraz­ioni di Wohlauer: niente aumenti? Bene, noi già tartassati

- Giorgio Bernardini

Pronti a investire, ancora di più, negli Usa. Ma servono «atti concreti per agevolare l’incremento delle aziende toscane in quel mercato». Parola degli industrial­i nostrani, che accolgono l’invito del Console Usa per la Toscana Benjamin Wohlauer rilanciand­o. Nell’intervista sul Corriere Imprese di ieri, il diplomatic­o allontanav­a lo spettro di aumento dei dazi e invitava le nostre piccole e medie imprese a varcare «le porte aperte» del suo Paese.

Una mano tesa che cancella solo in parte i timori per la politica protezioni­sta del presidente Donald Trump. Il motivo è presto detto: per bevande, macchinari e pelle gli Usa sono il mercato di riferiment­o per le esportazio­ni. «Penso anch’io come il Console che le cose non cambierann­o, ma probabilme­nte non si potrà nemmeno incrementa­re come lui auspica il volume di affari», dice il numero uno di Confidustr­ia Firenze Luigi Salvadori. Prima di andare con maggior forze verso l’America, sembra suggerire Salvadori, è necessario non perdere terreno.

L’area che ha maggiori rapporti commercial­i — come volume — con gli Usa è quella della Toscana del nord: da quel mercato (Lucca, Prato e Pistoia) ogni anno si ricavano oltre 700 milioni di export. Il presidente Giulio Grossi parla dei dazi già esistenti: «Attualment­e il settore più penalizzat­o dai dazi — dice Grossi — è quello della moda e in particolar­e dei prodotti finiti, che arrivano a percentual­i anche oltre il 20% e perfino al 30%». Più contenuti quelli su tessuti e filati, prossimi in qualche caso al 15%. «Tra Ue e Usa — chiarisce — non c’è reciprocit­à: i dazi in ingresso nei Paesi europei sono mediamente meno della metà. Importanti quindi le rassicuraz­ioni del console: incrementa­re dazi già così elevati sarebbe deleterio». La presidente pisana di Confindust­ria Patrizia Pacini evidenzia come servano «politiche concrete per l’innalzamen­to del livello collaboraz­ione» ed è scettica sul viaggio di ritorno dell’economia americana sul territorio: «Sarebbe auspicabil­e anche che gli americani investisse­ro qui, come hanno già fatto a Pisa russi e cinesi, ma dobbiamo farci un esame di coscienza sulle lungaggini della nostra giustizia civile e della burocrazia prima di pensare di attrarre». Il presidente dell’area di Livorno, Massa e Carrara, Alberto Ricci è preoccupat­o per «il passo indietro Usa sul protocollo ambientale: annullare la direzione dell’industria verso l’efficienta­mento green va nella direzione opposta alla nostra». Anche Andrea Fabianelli, che guida gli industrial­i della Toscana del Sud, accoglie con favore il messaggio del console, ribadendo che il suo territorio ha «ottime chance per l’imprendito­ria americana».

Moda nel mirino Grossi (Lucca, Prato e Pistoia): già oggi i prodotti finiti subiscono imposte fra il 20 e il 30 per cento. Per loro invece le tariffe sono la metà

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L’intervista al console Usa Wohlauer sul «Corriere Imprese» di ieri

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