L’ottobre caldo della Fiorentina
Udinese, Benevento, Torino e Crotone: per i viola sarà un mese decisivo per tentare di risalire Vista la forza delle big, Pioli deve battere le piccole per sperare nell’Europa. Simeone: «Al Franchi segno io»
Di solito, quando si perde, gli allenatori preferiscono rigiocare subito, mettersi tutto alle spalle e provare a rilanciarsi prima possibile. La sosta invece ha lasciato in sospeso dubbi e perplessità sul cammino viola, su questo campionato che la stessa Fiorentina definisce «di transizione» e sul processo di crescita di una squadra apparsa ancora immatura per puntare in alto.
Un punto nelle ultime tre partite, appena sette dopo altrettante giornate di campionato: eccoli i numeri che Pioli avrebbe voluto cancellare subito dopo Verona e che invece accompagneranno i viola fino a domenica all’ora di pranzo. Lì, finalmente, arriverà la possibilità del riscatto: al Franchi arriverà l’Udinese, ex intrusa dei quartieri alti della classifica (ai tempi di Guidolin, con Alexis Sanchez e Di Natale in attacco, ha giocato pure la Champions) ma ormai da qualche anno costretta a fare i conti con la realtà e accontentarsi di non retrocedere.
Il pronostico insomma è viola, anche se Pioli avrà la squadra al completo solo giovedì e poco tempo per correggere gli errori commessi a Verona. Vista la forza delle grandi però, per restare aggrappata agli ultimi posti europei la Fiorentina avrà l’obbligo di capovolgere il cammino fatto nel secondo anno di Sousa. Battere le piccole (là dove la vecchia Fiorentina si è giocata un posto in Uefa) dovrà diventare una specie di obbligo, perchè mai come quest’anno la serie A si è spaccata in due-tre tronconi. Con Juve-Napoli-Roma e le milanesi (più la sempre più convincente Lazio) a fare campionato a sé, le piccole a giocarsi un posto in paradiso e le altre lì a galleggiare nel limbo, alla caccia di spiccioli di gloria.
Ecco perché il poker di ottobre potrebbe diventare decisivo per le sorti viola: Udinese al Franchi, poi Benevento fuori, Torino nel turno infrasettimanale in casa (senza Belotti infortunato) e la trasferta di Crotone a fine mese. Quattro partite sulla carta non impossibili in cui fare almeno 10 punti: «Ho fiducia nella Fiorentina: dalla partita contro il Bologna siamo diventati più squadra — dice Simeone — Ero impaziente di arrivare a Firenze, ho aspettato molto ma ho voluto fortemente questa squadra. Ogni sera guardavo il cellulare in attesa di una chiamata. E adesso voglio correre per questa maglia. Il nostro obiettivo? Vincere con l’Udinese e nella partita successiva: poi potremo parlare di obiettivi».
Ascoltando il Cholito, ieri ospite del Pentasport di Radio Bruno, la Fiorentina non corre (ancora) il rischio di veder calare l’entusiasmo iniziale. L’argentino e Thereau tra l’altro aspettano il loro primo gol al Franchi (allo stadio ci sarà anche il figlio del francese, Solal), motivo in più per immaginarli protagonisti nel pranzo contro i bianconeri: «Mi manca il gol davanti ai miei tifosi, spero arrivi prestissimo — aggiunge Simeone — A Firenze sto molto bene, qui sento la passione della gente e mi affascina la Cupola del Brunelleschi. Il mio cognome? Non mi pesa perché io e mio padre siamo giocatori diversi. Non mi costa neppure correre tanto, perché io gioco così e non mi va di star fermo ad aspettare palloni. Per rilassarmi invece scelgo la meditazione».