Movida, una sentenza per i residenti
Brescia: il Comune deve risarcire. E Amsterdam chiude il centro al turismo di massa
Una sentenza forse storica sulla cattiva movida arriva da Brescia: il tribunale ha condannato il Comune a risarcire due residenti per danno patrimoniale e biologico a causa della confusione notturna dovuta alla «malamovida». Ad Amsterdam, intanto, il sindaco ha dato lo stop mangificio per turisti. Due notizie che scuotono Firenze e i comitati dei residenti esultano: «Una sentenza che non apre una porta, ma la spalanca».
Una sentenza sulla cattiva movida che da Brescia potrebbe trasformarsi in una valanga che travolge tutte le città d’Italia. E la decisione del sindaco di una grande capitale, Amsterdam, che dando lo stop al mangificio per turisti, dà l’esempio a tutte le realtà turistiche del continente.
Due notizie che scuotono Firenze. Il tribunale civile di Brescia ha condannato il Comune, in primo grado, a risarcire due residenti per danno patrimoniale e biologico a causa della confusione notturna. 20 mila euro ciascuno, più altri 9 mila per l’istallazione dei doppi vetri alle finestre. La vicenda riguarda il rione del Carmine, nel centro di Brescia, dove negli ultimi anni sono nati molti locali notturni. Secondo il giudice, le ordinanze della giunta per imporre lo stop anticipato della vendita di alcol e la chiusura dei minimarket non sono sufficienti ad assolvere il Comune: «È innegabile — recita la sentenza — che l’ente proprietario della strada da cui provengono le immissioni denunciate debba provvedere ad adottare le misure idonee a far cessare dette immissioni». Insomma, ordinanze e controlli non sono un alibi, il sindaco deve materialmente impedire la confusione, a maggior ragione quando gli assembramenti proseguono dopo la chiusura dei locali.
A Firenze, sia il sindaco Dario Nardella, sia l’assessore alla polizia municipale Federico Gianassi, scelgono di non commentare la sentenza bresciana.Ma i comitati fiorentini dei residenti esultano: «È solo il primo grado di giudizio, ma la sentenza non apre una porta, la spalanca — dice Giuliano Leoni di “E noi quando si dorme” — Finora nessuno era responsabile di quanto avveniva in strada. Ora il sindaco non potrà più sottovalutarci, perché se tutti facciamo causa il Comune rischia la bancarotta. Le cose perciò devono cambiare: la sentenza è storica perché dice che non basta fare le regole, come ha fatto Palazzo Vecchio, ma che devono anche essere fatte rispettare». «La sentenza dà ragione a noi residenti, dimostra la fondatezza alle nostre rivendicazioni — spiega Maria Milani di “Oltrarno Futuro” — Pensare che a difenderci non c’è più neppure la Ztl notturna. La contraddizione lampante è che Palazzo Vecchio dice che la sperimentazione sulla Ztl è stata positiva ma ha deciso di interromperla». Giorgio Ragazzini, del comitato «Ridateci il Silenzio» annuncia, anziché cause civili sul modello bresciano, diffide formali al Comune perché prenda provvedimenti coerenti con la sentenza.
Ma ieri anche una seconda notizia è rimbalzata in città. L’amministrazione di Amsterdam ha deciso di imporre lo stop al mercificio turistico, proibendo l’apertura nel centro storico di nuovi fast food, minimarket, gelatai, venditori di wafel o formaggi, negozi di souvenir e nuove aziende di bike sharing (dopo che aveva già vietato l’apertura di nuovi hotel e proibito i giri in carrozza): «I turisti sono benvenuti, ma vogliamo evitare che il turismo prenda il sopravvento — ha detto il vice sindaco Kasja Ollongren — vogliamo assicurarsi che il centro resti vivibile per gli abitanti».
La sentenza «L’ente proprietario della strada deve provvedere a far cessare la confusione»