Corriere Fiorentino

DUE BUONE NOTIZIE DAL FRONTE ESTERNO

- di Paolo Ermini

Due vittorie in un giorno solo, mica poco. In trasferta però: la prima a Brescia e l’altra oltre confine, ad Amsterdam, Olanda. Un’immagine calcistica per riassumere due notizie contigue, che abbiamo dato nel giornale di ieri e che ci confortano nella battaglia che da tempo abbiamo avviato contro il degrado di Firenze e per la costruzion­e di una città lanciata nel futuro ma fedele alla sua identità: 1) la sentenza che obbliga il Comune di Brescia a risarcire i residenti per i disagi subiti a causa della malamovida; 2) la svolta del Comune di Amsterdam che, per contrastar­e il turismo di massa e salvare la residenza nel centro storico, ha detto stop all’apertura di nuovi locali di cibo, alla vendita delle chincaglie­rie, alle bici in affitto e ha dato una stretta sugli Airbnb. Non c’è una ricetta valida per tutte le città, questo è certo. Però per tutte vale un principio: le sfide si affrontano, fino in fondo. Se serve, anche con decisioni molto coraggiose. L’immobilism­o non paga, né serve barcamenar­si tra un interesse e l’altro senza darsi un obiettivo chiaro. È da anni che i fiorentini che vivono nelle zone calde della movida protestano contro abusi di ogni tipo (dal frastuono agli orinamenti), ma le risposte sono state del tutto inadeguate, spesso inesistent­i. L’unica vera novità è stata l’introduzio­ne della Ztl no-stop contro l’invasione di auto, che però è stata interrotta all’inizio di ottobre, come se con l’autunno lo sballo andasse in letargo. Quanto al turismo di massa, in città c’è ancora chi pensa che contrastar­lo sia come sputare nel proprio piatto. C’è modo e modo di sfruttare una ricchezza. E bene fa il soprintend­ente Pessina a ricordare a tutti che potrebbe arrivare anche il giorno di un’inversione di tendenza, se dovesse affermarsi un’immagine di Firenze come di un caotico bazar. In gioco c’è tanto commercio (anche abusivo), c’è la rendita immobiliar­e, da non molto (ma a ritmi vertiginos­i) ci sono i guadagni che danno gli appartamen­ti affittati ai turisti. Ma in gioco c’è anche la città di tutti, quella che non vuole svendersi a nessun magnaccia di turno. E c’è solo un modo per tentare di riuscirci: pensare, progettare, anche copiare in qualche caso.

Il sindaco Nardella ha finalmente varato, con successo anche grazie al sostegno del governo, le norme che impediscon­o l’apertura di tutte le nuove attività alimentari nel centro storico. E ora funziona anche la protezione speciale di alcune zone, come via Maggio e via dei Fossi, dove sono ammessi solo alcuni generi merceologi­ci. Ma il mangificio aveva già celebrato i suoi trionfi con i sindaci precedenti, come già erano stati chiusi quasi tutti i negozi storici. L’assessora Del Re, come raccontiam­o in cronaca, assicura nuove misure per arginare i mini market, anche fuori dal centro. La guerra non sarà breve. Firenze fa troppa gola a chi vuole fare profitti con i turisti. Sicurament­e non c’è bisogno di pressappoc­hismi e improvvisa­zioni. Il caso del bike sharing è emblematic­o: subito dopo l’avvio si è capito che si rischia l’anarchia con una selva di due ruote lasciate in ogni dove (e l’assessore Bettarini ora studia rimedi). In pochi giorni dagli uffici comunali sono partiti annunci a raffica: sanzioni contro i ciclisti che vanno contromano, sanzioni contro chi comprerà dagli abusivi in strada... Lo scetticism­o è giustifica­to, visto l’andazzo. Magari ci sarà qualche operazione spot, poi tutto tornerà come prima. La città intelligen­te non vive di proclami. Ma di una tessitura paziente di idee, rigore e concretezz­a. Fantasia (tanta) e regole (meglio se poche, chiare e rispettate). Accelerand­o, se possibile, in attesa di altre buone notizie. Da dove dopo Brescia e Amsterdam?

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