Corriere Fiorentino

RICOMINCIA­MO DALLE DOMANDE

- SEGUE DALLA PRIMA

(a.gag.) Alle otto del mattino non erano ancora tornati a casa. I loro genitori raccontano che succede spesso. Che da Certaldo, da Fucecchio, questi ragazzi, figli nostri, aspettano il venerdì per fare serata. Una serata che non finisce mai. Che va oltre l’alba. Anche dopo la chiusura della discoteca che prima di compiere i diciotto anni, quindi senza patente, raggiungev­ano in treno. In treno prima, in auto adesso, sempre nella discoteca che eppure è nota alle cronache per essere stata chiusa più volte per i guai che sono successi all’interno o perché qualcuno aveva servito da bere a dei minori. Le cinque, le sei e oltre, addirittur­a le sette. Come se ormai fosse una prassi. Normalità. Poi la sveglia all’improvviso.

Tra le foglie il corpo di una ragazza. Una di loro. Una del gruppo con cui aveva trascorso la nottata infinita. Aggredita, colpita con un martello, forse da uno dei suoi amici, e trascinata per metri e metri fin sotto un letto di foglie. Nascosta. Poco distante delle bottiglie di superalcol­ici, altre bottiglie dopo le bevute in discoteca. Una bestialità. Succede in Toscana, succede tra i nostri figli, ed è atroce risvegliar­si così all’improvviso senza riuscire a capire come si sia potuti arrivare a questo abisso. Ci sentiamo inadatti ai tempi così diversi dalle nostre adolescenz­e. A cosa appigliars­i, allora? A quali esempi? Come fare breccia in questi ragazzi bombardati da un mondo impazzito nella realtà, sul web, sulle tv? Chi scrive non ha risposte. A volte è meglio cominciare dalle domande. (a.gag.)

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