È un turismo da robot, ecco perché
Palazzo Vecchio e lo stop al mangificio: loro si muovono ora, qui in 5 mesi bloccati 50 nuovi locali
Modello Amsterdam contro il turismo mordi e fuggi? Il Comune: «Noi più avanti di loro».
Modello Amsterdam? Palazzo Vecchio presenta un nuovo giro di vite contro i minimarket: entro fine anno dovrebbe essere infatti approvato un regolamento che limiterà questo tipo di attività anche all’esterno dell’area tutelata dall’Unesco. Mentre sul fronte del «mangificio», a distanza di cinque mesi dall’entrata in vigore dello stop all’apertura illimitata di attività alimentari, l’assessore allo Sviluppo economico, Cecilia Del Re, spiega che «le misure stanno avendo un effetto benefico per Firenze», visto dal 6 maggio scorso, cioè da quando è entrata in vigore la delibera che blocca la concessione di Scia per attività alimentari, è stata inibita l’apertura di almeno una cinquantina tra ristoranti o paninerie.
Ma partiamo dal primo punto. Nei giorni scorsi, l’assessore Del Re ha presentato alle categorie economiche la proposta di un nuovo Regolamento unico per le attività commerciali, che supererà le attuali normative per la concessione delle autorizzazione per il commercio in sede fissa e quello per la somministrazione. Tecnicismi, sì, che però rappresenteranno una riforma importante. «Abbiamo infatti deciso di aumentare il livello dei servizi da fornire ai clienti per ottenere dal Comune il via libera a somministrare alimenti e bevande», spiega Del Re. La svolta, appunto, ha un obiettivo preciso: spuntare le armi dei minimarket. Vediamo come: oggi questo tipo di negozi (quasi sempre esclusivamente di bevande alcoliche) deve cessare la vendita delle bottiglie alle 21, limite che vale per quelli che hanno l’autorizzazione semplice per il commercio. Ci sono però diversi minimarket che, attraverso una semplice Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), negli ultimi tempi hanno acquisito il titolo legale anche per la somministrazione, che autorizza però a vendere alcolici fino alle 2 di notte, aumentando quindi sia il giro di affari, sia i danni al decoro e alla vivibilità di Firenze. Questa situazione ha creato un paradosso: in più occasioni i vigili si sono presentati a contestare la violazione della vendita di alcol oltre le 21, ma il negoziante ha tirato fuori l’autorizzazione a «somministrare» (servire e versare bevande come in un bar), cosa che effettivamente non faceva, ma che garantiva il titolo per vendere alcolici fino alle 2. Il risultato? Gli agenti, a più riprese, sono stati costretti ad allagare le braccia, andandosene via senza poter fare multe. «Presto non sarà più così, perché per concedere la “somministrazione” il richiedente dovrà assicurare requisiti molto più stringenti: ad esempio camerieri, un bancone da bar, un impianto per la spillatura delle bevande», aggiunge l’assessore. La misura non avrà però effetto sulle attività esistenti. La responsabile dello Sviluppo economico fa poi un bilancio: «In questi giorni si sta parlando molto del pugno duro di Amsterdam contro l’invasione dei negozi che stravolgono l’identità della città olandese — riflette Del Re — Firenze può però ribadire con orgoglio di aver applicato misure divieti commerciali contro l’invasione turistica già dallo scorso 6 maggio. E gli effetti si vedono: prima aprivano oltre 7 nuovi ristoranti al mese, e ora sono vietati, tanto che Venezia ci ha chiesto come applicare la stessa misura anche in Laguna».
Contro i minimarket Presto un regolamento per fermare chi vende alcol fino alle 2, anche fuori dal centro