Corriere Fiorentino

Stessi luoghi e agli stessi orari Ecco la giornata dei turisti robot

Il 60% si ferma un giorno, tutti visitano i soliti tre musei. Dai dati dei cellulari lo studio di due Atenei

- Giulio Gori

Tra fine luglio e inizio agosto un terzo della popolazion­e «diventa» straniera

L’identikit del turista che visita Firenze? È (ancora) mordi e fuggi, si concentra per poche ore lungo un corridoio di appena un chilometro. Giusto una camminata tra il Ponte Vecchio, il Porcellino e piazza della Signoria. Chi visita invece i musei, fa spesso un tour de force, arrivando a visitarne tre in un solo giorno. Le destinazio­ni? Sempre le stesse: la Cupola del Brunellesc­hi, la Galleria dell’Accademia e gli Uffizi. Lo dicono i dati di una ricerca che ha osservato il periodo tra il primo giugno e il 30 settembre 2016, condotta in collaboraz­ione da Toscana Promozione Turistica, le Università di Chicago e di Cascais, con i dati di Vodafone Italia, presentata nei giorni scorsi dall’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo. E d’estate si arriva ad un turista ogni due residenti rimasti in città.

Il 60 per cento dei visitatori stranieri resta a Firenze soltanto un giorno. L’82 per cento resta per 48 ore. Più che mordi e fuggi. E non si tratta di persone che villeggian­o in campagna e magari vengono più volstatuni­tensi, te in città dalla mattina alla sera: i dati del rapporto parlano di un 92 per cento di stranieri che vengono a Firenze una volta sola senza tornarci più. Questi flussi non si muovono solo attraverso i torpedoni turistici: la porta d’accesso rappresent­ata dalla stazione di Santa Maria Novella è un quarto della torta. Il tour classico che emerge dai dati delle celle da cui vengono effettuate le telefonate si concentra tra Ponte Vecchio, la loggia del Porcellino e Palazzo Vecchio. C’è una buona fetta di visitatori che a Firenze fa appena un giro in centro, senza neppure un blitz dentro i musei. Chi invece ne varca la soglia ha per gran parte abitudini molto ripetitive: la giornata tipo va dalle 9 di mattina alle 16 con un’abbuffata di quadri e di statue una dietro l’altra, quasi come in una catena di montaggio. Pensare che Uffizi, Accademia e Palazzo Pitti costituisc­ono il 72 per cento delle visite ai musei fiorentini. E nel dato manca l’Opera del Duomo che grazie alla Cupola del Brunellesc­hi è il museo più visitato della città, ancor più degli Uffizi. In pratica, il percorso in cui il turista tipo si muove è uno stretto corridoio di un chilometro, tra l’Accademia e Ponte Vecchio, al massimo un chilometro e mezzo, se arriva fino a Pitti e Boboli.

La maggioranz­a dei visitatori stranieri è costituita dagli che raggiungon­o il picco tra il 10 luglio e il 20 agosto. Mentre gli altri stranieri d’agosto calano rispetto ai massimi raggiunti a luglio. Ed in pratica, d’estate, un terzo della popolazion­e cittadina è composto da visitatori.

La ricerca ha studiato attentamen­te il funzioname­nto della Firenze Card: 72 euro che danno la possibilit­à di visitare 72 musei in 72 ore. Molti turisti comprano la Card giusto per entrare in un unico museo, visto che permette di saltare la coda. Ma il meccanismo ha comunque effetti virtuosi. La maggioranz­a di chi la acquista infatti visita sei musei, oltre il solito giro tra la Cupola, l’Accademia, gli Uffizi e Pitti. Dallo studio emerge inoltre che chi pernotta a Firenze e trova nel suo albergo una qualche forma di informazio­ni turistiche, tende ad ascoltarle e a visitare anche luoghi meno popolari e battuti dal grande pubblico.

Trattenere il turista, dargli indicazion­i, vendergli pacchetti, sembra la strategia da percorrere. Ma l’assessore regionale Stefano Ciuffo indica un’ulteriore possibilit­à. «Un utilizzo di questi dati — commenta l’assessore Ciuoffo — permettere­bbe ad esempio ai musei, e ad altri luoghi di grande interesse turistico, di gestire in modo migliore i flussi durante la giornata, di decongesti­onare i momenti di punta». Magari una app con i dati dei flussi che scorrono in diretta potrebbe ad esempio consentire a un turista in coda agli Uffizi di fare pochi passi e di tuffarsi tra le sculture del Bargello. Ma una soluzione del genere avrebbe comunque pochi effetti sull’obiettivo di decongesti­onare il centro.

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