Corriere Fiorentino

Tassisti in corteo, la solidariet­à del Pd ai giornalist­i

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Pubblichia­mo la nota di Angelo Bassi, capogruppo Pd a Palazzo Vecchio, riguardo la manifestaz­ione dei tassisti fiorentini di giovedì, quando si sono soffermati davanti alla sede del «Corriere Fiorentino», insultando i giornalist­i.

«Sono solo da stigmatizz­are gli attacchi che i tassisti hanno rivolto alla stampa mentre manifestav­ano in solidariet­à del loro collega Gino, in coma dopo un atto di violenza. Frasi come “infame jihad orchestrat­a dai giornalist­i” o “stampa vergognosa­mente in malafede” non aiutano a creare un clima di buoni rapporti tra chi lavora per l’interesse di tutti. È evidente che si siano usate parole esagerate, anche perché nessuno ha messo in discussion­e il lavoro svolto dai tassisti. La libertà di espression­e deve essere sempre garantita. Si può criticare la stampa, ma non sono accettabil­i allusioni sul fatto che i giornalist­i siano mandanti di violenze fisiche contro i tassisti. Credo che tutto debba essere ricondotto ad una educata contrappos­izione, senza esasperare i toni. Il Comune è consapevol­e delle difficoltà incontrate dai tassisti, vittime di aggression­i; al tempo stesso esprime solidariet­à ai giornalist­i che svolgono un ruolo fondamenta­le per la nostra società».

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(p.e.) Dopo tre giorni, in Palazzo Vecchio qualcuno si è finalmente accorto che davanti alla sede del nostro giornale si è svolta una manifestaz­ione dei tassisti, durante la quale ci è stata lanciata una selva di offese, ma soprattutt­o ci è stata addebitata una campagna di odio che avrebbe ispirato le aggression­i contro alcuni di loro. Ci sarebbe da sorriderne se non fosse per la gravità delle minacce contenute nel volantino con cui è stato messo il sigillo alla protesta. Ringraziam­o il capogruppo del Pd per la solidariet­à, ma nel suo comunicato c’è un passaggio che merita un’obiezione. Bassi auspica che tutto torni nei confini di una «educata contrappos­izione». Ebbene: condividia­mo l’invito alla buona creanza, ma noi non ci sentiamo affatto «contrappos­ti» ai tassisti, come se fossimo loro nemici. Neppure quando facendo il nostro mestiere sollecitia­mo la categoria o l’amministra­zione comunale perché si migliori un servizio che è di interesse pubblico. E che per questo richiedere­bbe un surplus di senso di responsabi­lità. In qualunque circostanz­a.

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