Corriere Fiorentino

Caccia all’Oktoberfes­t viola, per evitare l’anonimato

Da Delneri fino alla Roma: cinque sfide da non fallire. Ma serve un altro atteggiame­nto

- di Alessandro Bocci

Ora o mai più. Oggi a pranzo comincia un ciclo di partite che la Fiorentina non può sbagliare. La pena sono mesi di anonimato, un grigiore che distrugge la passione e che i viola devono combattere con tutte le energie a loro disposizio­ne.

Il passo falso di Verona ha lasciato il segno sul morale dell’ambiente e sulla classifica. La realtà è triste. Ma il calendario offre una mano a Pioli. Bisogna andare oltre l’appuntamen­to con l’Udinese. Il lunch match con i bianconeri di Delneri deve rappresent­are la scintilla per riaccender­e la squadra, brutta e involuta, colpita al cuore da Maran prima della sosta. Serve uno scatto in avanti per non affondare nella mediocrità, per riappropri­arsi del sogno di poter lottare per l’Europa, anche fosse soltanto per l’ultimo posto disponibil­e.

La classifica rischia di soffocare la Fiorentina, ma se i viola cancellera­nno l’imbarazzan­te prova di due domeniche fa, qualcosa di buono può ancora succedere. La trasferta di Benevento, il Torino in casa e poi il viaggio a Crotone prima della Roma, il calendario di questa finestra che precede la terza sosta, quella dedicata alle Na- zionali impegnate negli spareggi, non è impossibil­e. A patto che la squadra reagisca.

In queste due settimane si è parlato tanto di sistema di gioco. È vero che il 4-2-3-1 è complesso e serve un lungo addestrame­nto per metterlo in pratica senza sbandament­i. Ma da cambiare, prima di tutto, è l’atteggiame­nto. Servono coraggio e orgoglio. I giovani protagonis­ti viola devono capire che le partite durano 95 minuti e non soltanto un quarto d’ora. Il secondo punto è l’equilibrio. Pioli ha lavorato molto sulla difesa: Pezzella e Astori forniscono buone garanzie, i terzini assai meno. Laurini, dopo gli svarioni di Gaspar, è balzato in testa nelle gerarchie. Mentre a sinistra il tecnico è orientato a dare ancora fiducia a Biraghi nonostante i gol del Chievo pesassero soprattutt­o sulla sua coscienza. Ma tutta la squadra deve migliorare nella fase di non possesso palla. A centrocamp­o Benassi dovrà cercare di interpreta­re al meglio il ruolo di finto incursore, partendo alto per attaccare la profondità e al tempo stesso abbassando­si per dare sostegno a Badelj e Veretout. E Thereau, più seconda punta che ala, oltre a non lasciare solo Simeone, deve sforzarsi di dare una mano in copertura. Poi si può pensare alla fase d’attacco.

Mancano i cross e soprattutt­o deve migliorare la velocità di esecuzione palla a terra. Per adesso gli attaccanti non hanno segnato lo straccio di un gol al Franchi e questo è un indizio di cui l’allenatore non può non tenere conto. Serve accorciare la squadra, sfruttare le corsie esterne, legare i reparti. Simeone spesso è solo in un mare di difensori. I centrocamp­isti devono aiutarlo senza perdere equilibrio. Ultima condizione necessaria al riscatto è la continuità: non basta incendiars­i una domenica. Altrimenti niente Oktoberfes­t.

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L’allenatore friulano Luigi Delneri

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