Da vedova fiorentina a primadonna di Siena
Il 2 novembre 1713 il cadavere imbalsamato di Ferdinando di Toscana, gran principe non destinato a diventare Granduca, venne esposto nelle cappelle a San Lorenzo, con tanto di cerimonie militari dovute al fatto che, poco prima della morte, il padre Cosimo III lo aveva nominato generale di artiglieria. Violante di Baviera, vedova inconsolabile, fu per più di un mese chiusa nelle sue stanze di Pitti, dedita a una strettissima pratica di lutto. Poi si trasferì alla villa di Castello, mantenendo contatti strettissimi con il suocero, in specie per le trattative per il calcolo della dote, da restituire con gli interessi da parte delle sempre più impoverite casse medicee. La dama tedesca cercava conforto nelle conversazioni spirituali con le Carmelitane Scalze di Santa Teresa, dove si recava per soggiorni e dove aveva ottenuto il permesso di portare per ricreazione personale due nane. Per tutto il 1714 le devozioni della memoria le impegnarono l’esistenza e vi fu anche il tempo di un pellegrinaggio devozionale alla Madonna di Loreto. Infine la signora tornò a Palazzo Pitti, al suo posto a corte. Lei sarebbe rimasta volentieri in Toscana, senza tornare nella natìa Baviera, ma sullo sfondo si palesava il profilo aguzzo di Anna Maria Luisa, vedova anche lei del suo elettore a Düsseldorf. Per evitare una battaglia di dame, il Granduca decise e a lei rimase solo di prendere la via di Siena, di cui divenne governatrice.