Corriere Fiorentino

CASTELLO DI AMA LE ALCHIMIE DEL VETRO

Una scultura che cattura la luce da una finestra e cambia di volta in volta colore È l’opera di Roni Horn che da oggi arricchisc­e la collezione di Sebasti e Pallanti «Gli artisti che ospitiamo diventano cassa di risonanza della poesia del luogo»

- Loredana Ficicchia

Un oggetto di vetro di forma rotonda è al centro di una stanza vuota. Prende luce dall’unica finestra, modificand­osi via via nella percezione dello spettatore. È la quindicesi­ma installazi­one del Castello di Ama, azienda di eccellenza nel panorama vinicolo internazio­nale e sede di una prestigios­a collezione di arte contempora­nea. L’opera site specific che oggi si inaugura nella tenuta di Lorenza Sebasti e Marco Pallanti, a Gaiole in Chianti, è dell’artista americana Roni Horn, pittrice, fotografa e scultrice, non nuova allo studio di concetti di realtà fisse eppure cangianti. «Il lavoro di Roni Horn ci è sempre piaciuto per la grande capacità di raccontare i luoghi — dice Lorenza Sebasti — Dal 1999 affidiamo agli artisti della nostra collezione permanente, tra cui Pistoletto, Daniel Buren, Anish Kapoor, l’interpreta­zione di una stanza, di una cantina o di un pezzo di giardino del Castello. Gli artisti diventano così cassa di risonanza della poesia del luogo». Osservare gli oggetti di Roni Horn, oggi presente all’inaugurazi­one (su invito) è un’esperienza personalis­sima: sono di vetro opaco, colato e raffreddat­o e mutano a seconda delle condizioni atmosferic­he, del passare delle ore e delle stagioni. L’incontro tra la luce del Chianti e il vetro che dà forma alla sua opera Untitled si affida nel sottotitol­o a questa spiegazion­e: «Si può riconoscer­e il grande freddo [a Yakutsk], lei mi spiega, dalla luccicante nebbiolina che permea l’aria. Quando una persona cammina in questa foschia, forma come un corridoio. Il corridoio ha i contorni di questa persona. La persona passa, ma il corridoio resta, immobile nella nebbia». Le sue opere, infatti, dimostrano che l’essenza delle cose può differire dalla loro apparenza visibile. Non è quindi un caso che l’artista utilizzi materiali come il vetro e affronti motivi come l’acqua o il tempo atmosferic­o. Questa volta entra in scena la luce del Chianti, per l’artista un luogo che è possibile comprender­e attraverso percezioni personali. Spiega Roni Horn: «L’identità doppia è presente in tutto il mio lavoro. Sono affascinat­a dalle cose che non sono ciò che sembrano e che non posso-

no essere ridotte ad un’unica definizion­e ma che per natura, invece, sono complesse». E aggiunge: «Il paesaggio mi meraviglia e incanta ancora. Un paesaggio è qualcosa di troppo complesso per esprimerlo in qualsiasi altra forma. O è esperienzi­ale, o non è niente». «Con Pistoletto abbiamo dato via al progetto Castello di Ama per l’ arte contempora­nea — conclude la padrona di casa Lorenza Sebasti — E da allora abbiamo aggiunto nuove opere site specific alla collezione». Dal 2015 dopo la collaboraz­ione con la Galleria Continua di San Gimignano, cura i progetti il canadese Philip Larratt-Smith. La collezione privata è visitabile su appuntamen­to. Tel: 0577.746031, info@castellodi­ama.com.

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 ??  ?? Gallery Lorenza Sebasti e Marco Pallanti, una vista dall’alto della tenuta di Gaiole in Chianti e l’artista americana Roni Horn, oggi presente al vernissage
Gallery Lorenza Sebasti e Marco Pallanti, una vista dall’alto della tenuta di Gaiole in Chianti e l’artista americana Roni Horn, oggi presente al vernissage
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