Corriere Fiorentino

E Pioli fa lo psicologo «Meglio 2-1 che 3-0 Soffrire ci fa crescere»

L’allenatore: ci è venuta l’ansia, ma sono punti preziosi

- Leonardo Bardazzi

«I cambi? Li ho fatti perché era giusto difenderci in un finale molto difficile»

«Sono più contento di aver vinto 2-1 piuttosto che 3-0». Stefano Pioli fa lo psicologo. Dopo un primo tempo nel quale era mancato solo un altro gol per definirlo perfetto, la sua Fiorentina, nella ripresa, ha cambiato atteggiame­nto. Si è impaurita e rischiato di buttar via la partita anche davanti a un avversario umile e dimesso come quello di ieri. Un déjàvu rispetto alla partita di un mese fa contro il Bologna (tra l’altro, prima di ieri, l’ultima vittoria viola in campionato), dove il palo aveva detto no a Palacio proprio nei momenti finali.

I cambi troppi difensivi, con Hugo terzo centrale e Sanchez a far legna al posto di Thereau, non convincono neppure stavolta, anche perché il 5-4-1 disegnato per il finale ha concesso campo ai friulani e creato più scompiglio che altro alla manovra viola. Più che tattica però la spiegazion­e dell’allenatore è psicologic­a: «Abbiamo avuto un calo fisico e mentale — spiega Pioli — venivamo da una sosta lunga e difficile da gestire, quando ha segnato l’Udinese ci è venuta l’ansia. I cambi li ho fatti perché quando c’è da difendere si difende. Senza tanti fronzoli. Abbiamo fatto un primo tempo molto buono, ma dobbiamo dare continuità al nostro gioco per tutti i novanta minuti. Sotto questo aspetto dobbiamo ancora fare un gradino». Manca esperienza insomma. E la capacità di gestire la palla in situazioni difficili. Il solo Badelj non basta per controllar­e il gioco e così, troppo spesso, la Fiorentina si fa prendere dalla classica paura di vincere. In più il misero punto ottenuto nelle ultime tre partite e la figuraccia presosta a Verona, avevano lasciato scorie nello spogliatoi­o.

Ecco dunque spiegato il «braccino» del tennista dei secondi 45 minuti. E quell’improvviso timore di non farcela comparso dopo i primi attacchi udinesi: «Sono i giocatori offensivi il nostro ago della bilancia — continua Pioli — se calano di intensità loro, si abbassa tutta la squadra e corriamo dei rischi. Dobbiamo abituarci a soffrire e per questo dico che vincere così conta più che la cinquina contro l’Hellas». In effetti, Chiesa (uscito stremato e con il ghiaccio sul ginocchio), Benassi e compagnia nella ripresa non sono mai riusciti a ribaltare l’azione, segno che la condizione fisica della squadra non è ancora ottimale: «Molti giocatori reduci dalle nazionali mi avevano chiesto il cambio, erano stanchi e non riuscivano più a pressare. Ma, ripeto, il problema è mentale. E queste vittorie ci danno la possibilit­à di credere di più in noi stessi».

In questo contesto, il modulo per il mister viola resta un tema secondario. Anche se il 4-3-3 visto ieri dà più libertà di movimento a Benassi (ieri autore di due assist decisivi) e più copertura al centrocamp­o. «Abbiamo preso qualche accorgimen­to tattico sulle fasce — conclude il mister viola — ma avevamo già giocato così a Milano e Torino. Utilizziam­o un sistema in continuo movimento, con giocatori intercambi­abili in ogni momento. Andremo avanti così, la squadra inizia ad avere un gioco riconoscib­ile. E questo conta più di tutto. Siamo sulla buona strada e come ho già detto resto convinto che questo ciclo ci porterà soddisfazi­oni. La chiacchier­ata con Della Valle ci ha fatto bene, Diego e Andrea ci sono vicini e, come noi, sono consapevol­i che per diventare squadra dovremo lavorare ancora molto».

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 ??  ?? Stefano Pioli in panchina Sopra, Federico Chiesa in azione
Stefano Pioli in panchina Sopra, Federico Chiesa in azione

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